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Papa Francesco: “La Chiesa si spogli della mondanità!”

Papa Chiesa e mondanità

© ANDREAS SOLARO / POOL / AFP

Radio Vaticana - pubblicato il 04/10/13

Il Papa in visita ad Assisi presso la tomba di San Francesco ripercorre l'insegnamento del Poverello
Seconda tappa della visita del Papa ad Assisi è stata la Chiesa di San Damiano. In questo luogo, San Francesco, pregando davanti al crocifisso, lo sente parlare e chiedergli di "riparare la sua casa". Questo evento segnerà profondamente Francesco. Sempre qui, negli ultimi anni della sua vita, compose il Cantico delle Creature. Il crocifisso di San Damiano ha gli occhi aperti e non mostra sofferenza. Risale al 1100 circa.
Il Papa si è poi recato al vescovado, nella Sala della spoliazione di San Francesco, dove ha incontrato i poveri assistiti dalla Caritas. Il Papa ha detto che in questi giorni i giornali ipotizzavano quanto avrebbe detto in questo luogo: “Il Papa andrà a spogliare la Chiesa, lì!”, “spoglierà gli abiti dei vescovi, dei cardinali; spoglierà se stesso…”. “Questa – ha detto – è una buona occasione per fare un invito alla Chiesa a spogliarsi. Ma la Chiesa siamo tutti, eh! Tutti! Dal primo battezzato, tutti siamo Chiesa. E tutti dobbiamo andare per la strada di Gesù, che ha fatto una strada di spogliazione, lui stesso. E’ diventato servo, servitore; ha voluto essere umiliato, fino alla Croce. E se noi vogliamo essere cristiani non c’è un’altra strada. 'Ma non possiamo fare un cristianesimo un po’ più umano?' dicono: senza Croce, senza Gesù, senza spogliazione. E diventeremo cristiani di pasticceria, come belle torte, come belle cose dolci… Bellissimo, ma non cristiani davvero! Qualcuno dirà: ‘Ma di che cosa deve spogliarsi la Chiesa?’. Ma deve spogliarsi oggi di un pericolo gravissimo, che minaccia ogni persona nella Chiesa, tutti: il pericolo della mondanità. Il cristiano non può convivere con lo spirito del mondo. La mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all’orgoglio. E questo è un idolo, non è Dio. E’ un idolo! E l’idolatria è il peccato più forte, eh!". 
“Quando nei mezzi, nei media si parla della Chiesa – ha aggiunto – credono che la Chiesa siano i preti, le suore, i vescovi, i cardinali e il Papa. Ma la Chiesa siamo tutti noi, come ho detto. E tutti noi dobbiamo spogliarci di questa mondanità: lo spirito contrario allo spirito delle beatitudini; lo spirito contrario allo spirito di Gesù. La mondanità ci fa male. E’ tanto triste trovare un cristiano mondano, sicuro di quella sicurezza che gli dà – sicuro secondo lui! – la fede e sicura della sicurezza che gli dà il mondo. Non si può lavorare dalle due parti. La Chiesa, tutti noi, deve spogliarsi della mondanità, che la porta alla vanità, all’orgoglio; che è l’idolatria”. 

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