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Web delle mie brame, chi è il più popolare del reame?

Il fenomeno dell’egosurfing

© Odua Images/SHUTTERSTOCK

Chiara Santomiero - pubblicato il 02/10/13

Giaccardi (Università cattolica): il bisogno di essere "visti" e trovare conferme è proprio dell'essere umano

"Specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?": così amava interrogare il suo specchio l'arcigna regina della favola di Biancaneve in cerca di conferme sulla sua avvenenza. Lo "specchio" per i giovani di oggi sembra essere diventato Internet, uno strumento che sempre più oltrepassa la funzione di informare e attingere conoscenza per diventare luogo dell'abitare e in cui ritrovarsi.

Secondo una ricerca (condotta da Pew research Center nel 2007) il 56 per cento della popolazione americana ha cercato il proprio nome e cognome su Google almeno una volta nell’arco dell’anno precedente, con un crescita del 22 per cento rispetto al 2001 (www.next.me, 1 ottobre). La tendenza all' "egosurfing" riguarderebbe soprattutto i giovani tra i 18 e i 29 anni (64 per cento del campione contro il 58 per cento di coloro che hanno un’età compresa tra i 30 e i 49 anni). Se, come affermano le ricerche, il 15 per cento dei maggiorenni nemmeno usa Internet, quelli che ne fanno un uso quotidiano vi cercherebbero tracce di se stessi per narcisismo, oltre che per incrementare la possibilità di occasioni di lavoro, attraverso annunci o la pubblicazione del proprio curriculum su social network dedicati come Linkedin.

Di avviso contrario Chiara Giaccardi, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo dell'Università cattolica del Sacro Cuore di Milano.

I giovani cercano tracce di sè in Internet per una forma di narcisismo?

Giaccardi: Il bisogno di trovare conferme è un bisogno dell'uomo ed è presente in tutte le età, in particolare quella giovanile. Il web si presta in modo particolare a questo bisogno ma non è il web a produrlo. I giovani cercano conferme anche nei rapporti faccia a faccia, magari attraverso abbigliamenti trasgressivi con i quali esprimono se stessi e la voglia di essere riconosciuti. Lo stesso avviene cercando approvazione con i post. In Rete, inoltre, l'essere riconosciuti, acquistare "visibilità" diventa misurabile attraverso followers, post e commenti e questo è molto rassicurante. A tutto ciò deve aggiungersi che la Rete diventa il luogo in cui farsi conoscere e apprezzare anche in vista di allargare il raggio delle occasioni di lavoro.

Niente di cui preoccuparsi, quindi…

Giaccardi: Il problema di alcune ricerche sul rapporto tra giovani e Internet è che sono generalmente compiute da adulti, cioè "immigrati digitali" che guardano a questa relazione soprattutto dal punto di vista dei rischi e intendono la Rete come contrapposta alla realtà. Per questo i giovani in Rete vivrebbero una dimensione di falsità contrapposta alla realtà, una dimensione virtuale contrapposta alla vita reale. Si tratta di pregiudizi e luoghi comuni contraddetti dalle ricerche che dimostrano come i giovani vivano una continuità tra questi due spazi di esperienza e passano con naturalezza da un mondo all'altro. La Rete serve a prendere accordi per vedersi e a comunicare opinioni e commenti sulle esperienze quotidiane. Nella complessità della vita odierna in cui è più difficile trovarsi faccia a faccia, la Rete aiuta a tenere insieme la rete delle amicizie. Per cui non parlerei proprio di narcisismo, che indica autoreferenzialità, ma al contrario di richiesta di riconoscimento che è, intrinsecamente, richiesta di relazione.

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