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Flavio Insinna: “il mio pacco vincente è la famiglia”

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Aleteia Team - pubblicato il 24/09/13
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Nella vita dell’attore e conduttore tv la fede è “come una pianta che va coltivata” e non una slot-machineNon ha sicuramente bisogno di presentazioni Flavio Insinna: dalle intense interpretazioni di don Bosco e don Pappagallo, ai microfoni di Radio 2 fino al bancone di Affari tuoi, il game show dei pacchi di RaiUno, ha sempre dimostrato di essere un uomo prima che un attore e conduttore tv dai profondi valori che il successo e la fama non hanno minimamente intaccato.

Assente dallo schermo per via della morte di suo padre Salvatore, è tornato al timone di Affari tuoi dopo cinque anni. Dalla esperienza del lutto è nato un libro (Neanche con un morso all'orecchio) che ha riscosso un grande successo di pubblico: “Elaborando il dolore per la perdita di papà mi sono detto che non volevo disperarmi due volte – ha raccontato in una intervista alla rivista 'A Sua Immagine” –. Mio padre non c'era più ma non volevo perdere anche Gesù. Se avessi continuato a sentirmi tradito da Lui, avrei doppiamente subìto una sconfitta. La sfida per un credente sta proprio lì, nel rispettare il suo volere seppur misterioso e difficile. Concetto che è perfettamente espresso dalla preghiera del Padre nostro”.

Nonostante la mancanza del papà, Insinna si dice tuttavia contento di poter avere ancora la madre accanto: “A 48 anni avere ancora colei che mi ha dato la vita è meraviglioso. Poterla abbracciare, poter vedere un suo sorriso. Tutti i giorni ringrazio il Signore per questo”.

Parlando poi del suo rapporto con la spiritualità, l'attore ha detto di pensare alla fede come a “una pianta che va coltivata, curata, custodita in un percorso talvolta meraviglioso ma anche faticoso, misterioso. E la scommessa sta proprio nel non lasciarsi schiacciare dai pesi della vita e nel non trovare nelle difficoltà dell'esistenza l'alibi per non reagire più ai problemi quotidiani”.

Un percorso quello della fede suscettibile quindi anche di aggiustamenti di rotta, di messa in discussione dei diversi aspetti del credere: “Ho notato che la tendenza generale dell'uomo rispetto al trascendente sta quasi esclusivamente nella richiesta di grazie e aiuti. Un sacerdote illuminato mi ha fatto capire come, al contrario, la fede non sia una slot machine. Ho imparato, quindi a entrare in chiesa e ascoltare che cosa il Signore vuole da me. In assoluto silenzio. Altra cosa che ho fatto mia è arrendermi al suo volere”.

“Spesso – ha affermato ancora Flavio Insinna – ci affanniamo in tutti i modi per una cosa, un lavoro, una persona e perdiamo di vista un altro orizzonte che magari è più giusto per noi”. Per questo, ha spiegato, nelle sue preghiere c'è sempre un momento in cui dice: “Fa ciò che ritieni giusto per me e non quello che voglio io”.