Aleteia logoAleteia logoAleteia
giovedì 25 Aprile |
Aleteia logo
Chiesa
separateurCreated with Sketch.

Quando si pecca col pensiero e come si fa per evitarlo?

Quando si pecca col pensiero?

@DR

padre Angelo Bellon, o.p. - Amici Domenicani - pubblicato il 12/09/13

I peccati di pensiero sono peccati veri e propri compiuti quando vi è il consenso della volontà

Caro padre Angelo,


vorrei sapere, brevemente, quando si pecca col pensiero e come fare per evitarlo. 
Grazie.

Angelo

Caro Angelo,


ti riporto il capitoletto delle mie dispense su questo argomento, che ha per titolo “i peccati interni”.
 I peccati di pensiero vengono compiuti nell’interno dell’anima, senza essere ordinati ad un effetto esterno. La S. Scrittura ricorda che si tratta di veri peccati. Si legge infatti: “Non desiderare la moglie del tuo prossimo…” (Dt 5,21). 
Dice anche che “i pensieri malvagi sono in abominio al Signore” (Pr 15,26) e che “i pensieri distorti allontanano da Dio (Sap 1,3).
 I moralisti li compendiano nei seguenti tre: il desiderio, il gaudio, la delectatio morosa.

1. Il desiderio del male


È il desiderio di compiere un male in futuro.
Tale desiderio può essere efficace, se vi è il fermo proposito di voler compiere il male, o inefficace, se non vi è né il proposito né la volontà.
 Il desiderio efficace di un’azione cattiva è un peccato della stessa specie dell’azione cattiva. Gesù ha detto: “chi guarda una donna e la concupisce, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5,28). È vero che il peccato esterno vi aggiunge ulteriore gravità, perché dovendo vincere gli ostacoli conferma ulteriormente nell’affetto verso il male. Ma l’atto è già perverso nella sua formulazione psicologica.
Il desiderio inefficace di qualche male non è della stessa gravità, ma è sempre inutile e pericoloso. Rimane a livello di velleità e di fantasia. Può costituire peccato nella misura in cui la mente e il cuore si lasciano intorbidare da ciò che non è secondo la santità e la sapienza di Dio.

2. Il gaudio (piacere peccaminoso)


Il gaudio è la volontaria compiacenza del male compiuto da se stessi o da altri. È peccaminoso perché manifesta un animo non sinceramente pentito o, comunque, non dispiaciuto.
Non è peccato compiacersi dell’eventuale effetto buono. Ma tale godimento va accompagnato dal dispiacere di aver ottenuto un effetto buono in seguito ad un evento cattivo. In questo senso la Chiesa canta: “O felice colpa, che ci hai meritato un così grande Redentore!”, "O felix culpa, quae talem et tantum meruit habere Redemptorem" (Veglia pasquale, Exultet).

3. La delectatio morosa


La delectatio morosa è la volontaria compiacenza nel peccato attualmente pensato, astraendo dalla sua esecuzione presente, passata o futura. 
La compiacenza si dice morosa non per un prolungamento di tempo, ma perché la ragione nel deliberare indugia in essa (immoratur), senza scacciarla; essa cioè, a dire di S. Agostino, trattiene e ripensa volentieri cose che appena giunte all’anima dovevano essere respinte (De Trinitate, 12, 12). 
Si tratta dei cosiddetti pensieri cattivi e, se si riferiscono alla lussuria, di pensieri impuri. 
La malizia di tale morosità deriva dal fatto che esprime affetto per il peccato. 
Perché vi sia peccato, è necessario che si avverta la compiacenza morosa come peccaminosa e vi si acconsenta liberamente.
 Pensare per distrazione a una cosa cattiva senza avvertire la sua peccaminosità e anzi rimuovendo il pensiero appena ce se n’accorge, non è peccato, ma imperfezione. 
Non va dimenticato che spesso tanti pensieri vagano per la mente a motivo di fattori non sempre identificabili (stanchezza, l’assunzione di particolari cibi o bevande, irregolarità di alcuni processi fisiologici…).

Mi chiedi poi come evitare il peccato di pensiero. 
Il primo suggerimento è quello di non andare a cercarlo e di non mettersi nell’occasione prossima di subirlo. 
Molto spesso invece capita che il pensiero appaia nella nostra mente senza che ce ne accorgiamo.
 A questo punto è necessario rimuoverlo con decisione. 
L’affacciarsi del pensiero non è ancora peccato. È una tentazione. Perché diventi peccato, è necessario che vi sia anche il consenso della volontà. 
Finché il consenso non c’è, non c’è neanche peccato. 
Tuttavia a volte certi pensieri non se ne vanno o comunque non si è pronti ad allontanarli. 
In questo combattimento spesso si rimane feriti. Ma queste ferite in genere sono solo veniali.

Ti auguro un buon proseguimento del periodo pasquale. 
Il Signore risorto ti riempia della sua gioia.

Ti prometto una preghiera e ti benedico.


Padre Angelo

Tags:
peccato
Top 10
See More