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Prima insieme…poi all’altare

Prima insieme poi all’altare

@Edizioni San Paolo

Pagine Aperte - pubblicato il 04/09/13

Un corso di preparazione, mirato, per le coppie conviventi che chiedono il matrimonio religioso

di don Vittorio Fortini

I rapidi mutamenti della vita sociale di oggi hanno portato i loro effetti anche all'interno del sacrario più prezioso che è il cuore dell'uomo e la sua capacità di amare.

Oggi tutti sanno tutto sull'amore, ma mai come oggi assistiamo a fallimenti di coppie e in modo ancor più frequente a coppie che si formano senza dare una base sociale e/o religiosa di stabilità alla loro unione. Sono le coppie di fatto e le convivenze.

Ma a questi mutamenti sociali e culturali non corrisponde un senso più grande di pace e gioia nel cuore; prova ne è la costante crescita di litigiosità fra le mura domestiche, la povertà d'amore verso i piccoli, l'esplodere della violenza fino alla soppressione del partner e la crescita esponenziale di quella solitudine psicologica e sociale che è l'individualismo.

Di fronte a questi mutamente la società si trova smarrita e incapace di dare risposte valide e la stessa Chiesa è considerata una realtà “fuori dal tempo” perciò non più autorevole a svolgere la sua missione di promozione dell'uomo, della famiglia e dell'amore. Gli operatori della pastorale si trovano sempre più frequentemente ad affrontare situazioni nelle quali il linguaggio tradizionale sembra obsoleto e vuoto; ogni tentativo di crescita o apertura sembra urtare contro una rigidità dottrinale che subito frena ogni velleità di aiuto e vicinanza a queste coppie. E' un fenomeno così generale e inarrestabile che sembra non abbia alcuna via di uscita.

Eppure il Vangelo è la buona notizia che Dio è venuto a liberare l'uomo dalla schiavitù della colpa e del peccato, perciò anche dal terribile peccato di credere che possiamo da soli realizzare un vero amore nelle nostre case. E' il grande peccato contro l'amore; credere cioè che da soli sappiamo cosa vuol dire amare, escludendo quanto Dio attraverso il suo Figlio Gesù, ci ha donato e insegnato.

Quando ai nostri corsi prematrimoniali ci troviamo con una maggioranza notevole di coppie conviventi avvertiamo che i percorsi che proponiamo, fatti di esplorazione del fidanzamento, apertura alla vita, rapporto d'amore come luogo di incontro con Dio…sono abissalmente lontani dal loro vissuto e le parole che diciamo sono destinate a non portare frutto perché cadono in terreno arido.

Non basta dire che comunque noi dobbiamo seminare la Parola, non serve il rigore di chi chiede una presenza tassativa agli incontri, non ha futuro la Bibbia che consegniamo convinti di dare loro il tesoro più prezioso…Troppo spesso sono lì per un dovere, frutto di una cultura e tradizione che si rifà alle loro famiglie, sperando che il corso finisca presto e sia poco noioso, perché non lo sentono più. Semplicemente pensano al matrimonio come ad un momento di grande festa sociale e familiare (lo sfarzo dei matrimonio fino ad indebitarsi), da vivere come protagonisti fra amici e parenti.

Di fronte a questo panorama di certo viene la voglia di ritirarsi, convinti che è una fatica inutile…e invece no! E' inutile la nostra presunzione di avere già in mano tutte le risposte vincenti e di sapere cosa dire a questi “giovani” perché formino delle belle famiglie. Forse la prima conversione che dobbiamo perseguire non è quella di coloro che vengono agli incontri, ma la nostra, perché solo quando ritroveremo il calore di una vicinanza affettuosa, il linguaggio sincero di chi ama, la pace nel cuore frutto di una Presenza che si vuole comunicare, potremo aiutare anche le coppie a riscoprire la bellezza di una chiamata che rende l'amore pieno, bello e fecondo di eternità perché è la vita stessa di Dio che trasmettiamo a loro.

Questo è lo spirito che mi ha sostenuto nel preparare questo lavoro che affido al Signore, per mezzo della sua Madre.

——

"Prima insieme….poi all'altare", un volume di don Vittorio Fortini. Sacerdote dal 1967 negli anni di servizio come vicario parrocchiale (14 anni in tre parrocchie) si è dedicato prevalentemente ai giovani, poi alle famiglie nei 25 anni come parroco in due diverse parrocchie. Ha insegnato religione nelle scuole statali medie inferiori per 20 anni.

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