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Chi ha nominato gli USA polizia della democrazia in Medio Oriente?

Patriarca latino di Gerusalemme su intervento in Siria

© Armineh JOHANNES / CIRIC

Aleteia - pubblicato il 29/08/13

Il Patriarca Latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, si interroga sui rischi di una escalation della violenza nella regione

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di Christophe Lafontaine

Un attacco contro il regime siriano, accusato di aver utilizzato armi chimiche nella sua guerra contro i ribelli, è quasi sicuro. Questo intervento militare occidentale verrà condotto da Stati Uniti, Regno Unito e Francia. Damasco ha promesso di difendersi. Gli alleati russi e iraniani del regime di Bashar al-Assad hanno ugualmente messo in guardia contro il rischio di una destabilizzazione della regione intera, in caso di un attacco straniero in Siria. Il Patriarca Latino di Gerusalemme lancia un appello alla prudenza per la stabilità di tutta la regione.

Mentre il Patriarca sottolinea che il tono si fa sempre più acceso di fronte alla prospettiva di un intervento occidentale in Siria, egli eleva “la sua preghiera allo Spirito Santo affinché illumini i cuori di coloro che hanno tra le mani il destino delle popolazioni”. Rivolgendosi a questi leaders ricorda loro “di non dimenticare l’aspetto umano nelle loro decisioni”. Constatando che “gli Israeliani stanno facendo ressa nei centri di distribuzione di maschere a gas e gli abitanti del Medio Oriente incominciano a raccogliere viveri e riserve”, il Patriarca si interroga seriamente sui rischi di una scalata della violenza nella regione:

  • Perché dichiarare una guerra quando gli esperti dell’ONU non hanno ancora consegnato le conclusioni definitive sulla natura chimica dell’attacco e sull’identità formale dei suoi mandatari? Si assiste qui ad una logica che ricorda la preparazione della guerra in Irak nel 2003. Non si deve ripetere quella “commedia delle armi di distruzione di massa in Irak” quando in realtà non ce ne erano. Oggi questo paese è ancora in una situazione molto critica”.

  • Come decidere di attaccare una nazione, un Paese? Con quale autorizzazione? Certo, il Presidente americano ha il potere di lanciare solo degli attacchi aerei contro la Siria (NdR: informandone il Congresso), ma che ne è della Lega araba e del Consiglio di sicurezza dell’ONU? I nostri amici dell’Occidente e degli Stati Uniti non sono stati attaccati dalla Siria. Con quale legittimità osano attaccare un paese? Chi li ha nominati polizia della democrazia in Medio Oriente?”.

  • Chi ha pensato alle conseguenze di una tale guerra per la Siria e per i Paesi vicini? C’è bisogno di aumentare il numero dei morti oltre i 100.000? E’ necessario ascoltare tutte queste anime che vivono in Siria e che gridano il loro dolore che dura da più di due anni e mezzo. Hanno pensato alle mamme, ai bambini, agli innocenti? Ed i paesi che attaccano la Siria hanno preso in considerazione il fatto che i loro cittadini in tutto il mondo, che le loro ambasciate e consolati possono essere bersaglio di attacchi ed attentati in rappresaglia?”.

  • Più in generale, si sono misurate le conseguenze per la regione del Medio Oriente? Secondo gli osservatori l’attacco dovrà essere molto mirato e concentrarsi su alcuni siti strategici al fine di impedire un nuova utilizzazione delle armi chimiche. Sappiamo per esperienza che un attacco mirato avrà delle conseguenze collaterali. Ci saranno, in particolare, delle reazioni forti che potrebbero incendiare la regione”.

Per tutte queste ragioni il Patriarca Twal invita alla prudenza augurando “la pace e la sicurezza a tutta questa regione del mondo che ha già troppo sofferto”. E aggiunge: “Come cristiani di Terra Santa ricordiamo nelle nostre preghiere i siriani di cui vediamo tutte le sofferenze quando vengono a rifugiarsi nella nostra diocesi in Giordania”. Il conflitto ha già portato l’afflusso di più di 500.000 rifugiati siriani nel regno hashemita.

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