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“Nel seno della Vergine Maria”, “nel grembo” o “nel ventre”?

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don Antonio Rizzolo - Credere - pubblicato il 22/08/13

Anche nell'Ave Maria e nella Salve Regina troviamo “seno”. Tuttavia la Bibbia CEI traduce l'originale greco con “grembo”

Rev.mo don Antonio, è corretto per noi cattolici italiani dire nel Credo: “Si è incarnato nel seno della Vergine Maria”? Un essere umano non può incarnarsi nel seno di sua madre, ma nel ventre o nel grembo, come dicevano in latino e come risulta nella traduzione del Vangelo di Luca 11,27: “Beato il ventre che ti ha portato ed il seno che ti ha nutrito”. Perché si è cambiata la traduzione dei testi originali obbligando noi fedeli a dire cose non vere recitando il Credo o l'Ave Maria?

CARLO P., GUANZATE

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Caro Carlo, la tua domanda mi ha incuriosito e ho fatto una piccola ricerca. Nel testo greco del Credo, e nella traduzione latina, non si usano le parole “seno” o “grembo”. Si legge infatti: “Incarnàtus est de Spíritu Sancto ex Maria Virgine”, cioè “si è incarnato per mezzo dello Spirito Santo dalla Vergine Maria”. La parola “seno” è un'esplicitazione della traduzione italiana. Lo stesso termine è usato per la versione italiana dell'Ave Maria e della Salve Regina. Da quando? Il catechismo di Pio X riportava in entrambi i casi la parola “ventre”, che corrispondeva alla lettera al latino ventris. Il Consiglio di presidenza della Conferenza episcopale italiana ha deciso di aggiornare, l'8 marzo 1967, le “preghiere e formule” del catechismo di Pio X e ha scelto la nuova traduzione “seno”. Il perché è scritto esplicitamente: per uniformarsi al testo dell'antifona della quarta domenica di Avvento secondo il nuovo Messale romano in italiano. Si trattava tuttavia di una traduzione provvisoria del Messale. Quando questo entrerà in vigore, nel 1970, i testi liturgici saranno uniformarti con la parola “grembo”, compresa l'antifona della quarta domenica di Avvento.

Possiamo a questo punto chiederci se la traduzione “seno” sia sbagliata. Il principale testo di riferimento è nel Vangelo di Luca: sono le parole che Elisabetta rivolge a Maria. La traduzione ufficiale della CEI (nuova edizione 2008) suona così: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!” (1,42). Se si usasse la parola “grembo” per l'Ave Maria e la Salve Regina tutto sarebbe dunque risolto. Ma per coerenza bisognerebbe aggiornare anche altre parti della preghiera, per esempio la parola “ave” andrebbe tradotta con “rallegrati”. In ogni caso, il termine “seno” non è sbagliato. Infatti l'originale greco koilìa si presta a diverse traduzioni. Il significato base è “cavità”. In forma derivata, a seconda del contesto, può indicare il ventre, l'addome o il grembo, o più in generale le viscere e anche il seno, inteso come l'intimo dell'uomo (vedi Giovanni 7,38 nella traduzione CEI del 1974: “Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”).

Anche in italiano la parola “seno” ha un senso figurato e può esprimere l'interiorità, il cuore, l'intimità. L'originale latino sinus indicava la piega concava formata dalla veste, nella quale le donne portavano i figli; da qui i significati derivati di petto, cavità, insenatura. La parola greca koilìa si potrebbe dunque tradurre con “seno”, anche se per la Vergine Maria è più preciso usare “grembo”. “Ventre” non è sbagliato, ma può rievocare la sede dell'intestino (in questo senso Paolo usa koilìa in Filippesi 3,19: “Il ventre è il loro dio”).

In conclusione, al di là delle traduzioni, l'importante è pregare, proclamando la nostra fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo con il Credo, e affidandoci all'intercessione di Maria con l'Ave e la Salve Regina. Pregare con il cuore e anche con la mente, rendendoci conto di quello che diciamo.

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