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Turismo religioso? Sì, ma sempre più attento all’ambiente

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Luc OLIVIER/CIRIC

Chiara Santomiero - pubblicato il 02/08/13

La crescita dei pellegrinaggi e itinerari spirituali, grazie anche a "l'effetto Francesco", pone problemi di ecocompatibilità ma si può migliorare

L'estate è un tempo particolarmente favorevole per raggiungere non solo spiagge e vette, ma anche abbazie, conventi e santuari, dove ritrovare le radici storiche ed artistiche dell'inculturazione religiosa e dare riposo all'irrequietezza spirituale, grazie al binomio riposo-bellezza. Da tempo i pellegrinaggi e il cosiddetto "turismo religioso" costituiscono un fenomeno rilevante all'interno dei flussi di movimento di massa – addirittura in crescita rispetto a un settore colpito in modo rilevante dalla crisi economica – ma con quali costi per l'ambiente? Se ne preoccupa il Green Pilgrimage Network nato ad Assisi nel 2011.

Secondo l'Huffington Post (19 giugno) anche quest’estate, «il turismo religioso mobiliterà milioni di cristiani verso i luoghi sacri sparsi per il globo: da Città del Messico, dove il santuario della madonna di Guadalupe richiama 10 milioni di pellegrini ogni anno (le stime sono della World Tourism Organization), passando per Roma, che a San Pietro accoglie in media 7 milioni di turisti, fino a Medjugorje, il santuario bosniaco in fortissima ascesa soprattutto tra i credenti italiani. E poi, Gerusalemme, Assisi, Lourdes, tutte mete calde che, insieme alle altre destinazioni religiose, attirano annualmente più di 300 milioni di visitatori, per un giro d'affari che si aggira intorno ai 18 miliardi di dollari, di cui 4 miliardi e mezzo prodotti solo in Italia».

Su questo movimento va calcolato un "effetto Francesco" grazie al quale il noto motore di ricerca di hotel in Europa Trivago ha registrato un incremento d'interesse verso i luoghi di culto a partire dalla sua elezione. «Solo nel mese di marzo, infatti – prosegue l'Huffington Post -, la ricerca alberghiera dedicata alle mete religiose è cresciuta in media del 70 per cento, con punte del 100 per cento su Roma e del 160 per cento per Medjugorje, rispetto allo stesso mese del 2012».

Al fianco dei luoghi “storici” di culto, inoltre «a seguito dell’elezione di Papa Francesco ne è nato uno nuovo in Argentina che ha già entusiasmato centinaia di pellegrini: il quartiere Flores di Buenos Aires» mentre il sindaco della città, Mauricio Macri, ha annunciato che «intende lanciare il 'Papa Tour' un circuito a Flores e in altri quartieri frequentati da Bergoglio nel corso di tutti gli anni trascorsi come vescovo o cardinale nella sua terra alla fine del Mondo e tra i poveri» (Panorama.it, 22 marzo).

Il problema è, come segnala Alessandro Speciale su Vatican Insider (1 agosto), che «i viaggiatori dello spirito si spostano in aereo, treno o pullman, dormono in hotel, mangiano nei ristoranti e producono tonnellate su tonnellate di rifiuti e gas serra».

È per questo che è nato il Green Pilgrimage Network, un progetto che ha l'obiettivo di riunire le destinazioni di pellegrinaggio di tutto il mondo attorno all'obiettivo comune di rendere il viaggio religioso un viaggio rispettoso dell'ambiente e sostenibile. Come si legge sul sito del Network il progetto è nato dall'idea: “Perché i luoghi più sacri del mondo non sono anche quelli più puliti e più curati? Il fatto che siano considerati sacri può venire utilizzato da chi ci abita e da chi li visita per pregare per renderli più verdi?”.

Del Network, informa ancora Vatican Insider «fanno parte ormai 28 destinazioni di pellegrinaggio di tutto il mondo e di tutte le fedi, da Assisi a Santiago di Compostela, dalla città santa dei Sikh in India, Amritsar, alla Santa Sede dei cristiani armeni, Etchimiadzin, fino a Gerusalemme, Varanasi e Canterbury. L'iniziativa è partita dalla Alliance of Religions and Conservation (Arc), un'organizzazione filantropica promossa dal principe Filippo di Inghilterra, e ha da poco tenuto la sua seconda assemblea mondiale a Trondheim, in Norvegia».

Problemi ecologici a parte, che si chiamano anche "salvaguardia del Creato", cosa offre il binomio riposo-bellezza al turista religioso italiano che «ha, generalmente, tra i 51 e i 65 anni, è donna nel 57 per cento dei casi e, per l’83 per cento, sostiene di aver provato un senso di serenità e gioia durante la visita nei luoghi sacri (Huffington Post, 19 giugno)?».

«"All'homo viator, al credente che vuol credere di più – risponde mons. Mario Lusek, direttore dell'ufficio nazionale della pastorale del tempo libero e del turismo della Conferenza episcopale italiana, intervistato da Credere (agosto) – il tempo del riposo può offrire l'arte, le immagini, gli ambienti (architettonici e naturali), le produzioni musicali, la letteratura e le tradizioni, spazi di senso e significato, occasioni di preghiera e di lode, percorsi di ricerca, di memoria viva, di trasmissione di valori. Joseph Ratzinger, da cardinale, affermava che 'l'incontro con la bellezza può diventare il colpo del dardo che ferisce l'anima ed in questo modo le apre gli occhi'"».

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