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Il cardinale Ersilio Tonini, quel “pretino di campagna” con il senso dello stupore

Vatican Insider - pubblicato il 29/07/13

Si spese nel predicare il Vangelo sociale e una Chiesa povera per gli ultimi. Ottimo comunicatore, fu invitato da Enzo Biagi a raccontare i comandamenti in Tv.

di Giacomo Galeazzi

E’ morto mentre alla Gmg il Vangelo sociale cui ha dedicato la sua lunga vita veniva predicato ai giovani del mondo dal “Papa degli ultimi”. A 10mila chilometri da Rio si è spento l’uomo che della “Chiesa povera per i poveri” di Francesco è stato un antesignano. Il cardinale Ersilio Tonini è morto stanotte, verso le 2, all’Opera Santa Teresa di Ravenna, dove alloggiava da molti anni.  Il decesso è sopravvenuto per complicazioni nelle ultime ore alle sue condizioni.  

Aveva compiuto 99 anni il 20 luglio. La sua biografia appare l’archetipo della Chiesa voluta da Bergoglio, quella che serve la fede invece di servirsene, lontanissima dai lussi e dalle manovre di potere. “Sono sempre rimasto un pretino di campagna”, diceva di se. E ricordava sua madre, donna semplice e devota, che quando lui le chiese di entrare in seminario per la gioia si mise a ballare da sola, con un manico di scopa. Nel 1975 da arcivescovo di Ravenna si guadagna la stima dei suoi concittadini lasciando l’appartamento vescovile ad una piccola comunità di tossicodipendenti e ritirandosi a vivere fino all’ultimo dei suoi giorni nell’istituto Santa Teresa per malati gravi.  

Nel 1992 partecipò in Brasile a un congresso di capi tribù. Insomma un pastore eclettico che ovunque ha annunciato Cristo senza risparmiarsi. Ha percorso l’Italia in lungo e in largo, avvicinando soprattutto i ragazzi e i giovani con i quali ha creato nel tempo un rapporto speciale. Alla domanda “cosa occorre per essere un buon cardinale?” rispondeva senza incertezze: “Continuare ad essere un bravo prete”. Nato a Centovera, frazione di San Giorgio Piacentino, nel 1914; sacerdote dal 1937, è stato tra l’altro vescovo di Macerata e Tolentino (1969-75) e arcivescovo di Ravenna e Cervia (1975-90). Protagonista di numerose iniziative di solidarietà sociale, è divenuto largamente conosciuto non solo per i suoi articoli su diversi organi di stampa ma soprattutto per i suoi numerosi interventi televisivi. Nel 1994 Giovanni Paolo II gli ha conferito la porpora. ’’Un uomo che ha vissuto nella fede fino all’ultimo, incoraggiando anche chi gli stava vicino e sempre richiamando la fiducia in Dio’’, afferma l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni. E’ stato lui a comunicare la notizia della morte durante una messa per la diocesi celebrata in spiaggia alle 6 a Milano Marittima, in occasione della giornata conclusiva della Giornata mondiale della gioventù.’’Ho avuto occasione di conoscere il cardinale Tonini da poco tempo – aggiunge monsignor Ghizzoni, che guida l’arcidiocesi romagnola dal novembre scorso – ma ho riconosciuto in lui una persona di grande saggezza e coraggio nell’apertura e nell’ incontro con tutti’’. Ha poi invitato i fedeli alla preghiera.  

Nel 1978 Tonini divenne presidente del consiglio d’amministrazione del quotidiano “Avvenire”, e nello stesso anno fece riaprire il seminario di Ravenna chiuso ai tempi della contestazione. Nel 1986 accolse Giovanni Paolo II in visita in Emilia Romagna e nel 1988 con l’aiuto del Papa polacco cominciò a raccogliere fondi per gli indios del Brasile. Nel 1990 ospitò di nuovo Giovanni Paolo II in visita a Ravenna e dopo poche settimane rimise nelle sue mani, per raggiunti limiti d’età, la guida della diocesi. Nel 1991 Wojtyla lo chiamò a predicare gli esercizi spirituali per la Curia romana e apparve su Rai Uno per un fortunato programma di Enzo Biagi sui dieci comandamenti. Addio al catechista via etere che predicava il Vangelo sociale tra gli indios del Brasile e i malati terminali della sua Ravenna. 

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