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Papa Francesco a Rio: massima allerta

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Vatican Insider - pubblicato il 22/07/13

Stravolti i piani per la Gmg: il papa ha scelto un mezzo di trasporto scoperto per gli spostamenti. In assetto di guerra soprattutto Copacabana

di Giacomo Galeazzi e Paolo Manzo


«Bergoglio ha passato la vita tra i poveri e non torna da loro in auto blindata». In Curia hanno tentato invano di convincerlo a non abbassare i livelli di sicurezza della sua trasferta brasiliana che inizia domani. Il Papa, però, non rinuncia né al contatto diretto coi fedeli né ai «fuori programma». Come quello di ieri sera: visita a sorpresa a Santa Maria Maggiore per chiedere la protezione mariana sulla Gmg. Insomma il Pontefice, anche quando è in gioco la sua incolumità, decide da solo. Non ci sono minacce, ma il Vaticano avrebbe preferito applicare il rigido dispositivo delle visite di Wojtyla e Ratzinger.  

FUORI PROGRAMMA

Colpo di scena già nell’agenda del primo giorno. Per sua stessa volontà, appena sbarcato all’aeroporto Galeão, invece dell’incontro con le autorità, deciso da inizio di maggio, Bergoglio se ne andrà direttamente a fare un bagno di folla con i fedeli in centro, nelle stesse vie attraversate nei giorni scorsi da manifestazioni e scontri violenti. L’incontro con la Presidente Dilma Rousseff e il governatore di Rio Sérgio Cabral avverrà solo in un secondo momento nel Palazzo Guanabara. Francesco, poi, vuole spostarsi su una Papamobile non blindata, contravvenendo così una misura consolidata in trent’anni di viaggi apostolici. L’attentatore di Wojtyla, Ali Agca ritiene che Francesco sia «vulnerabile come un parroco». A Rio non hanno gradito né il cambio di programma né la decisione papale di usare un mezzo di trasporto scoperto e fanno capire che non si possono assumere le responsabilità delle scelte di Francesco, in una città violenta dove ogni giorno vengono uccise 12 persone. L’allerta è massima: appare in assetto di guerra soprattutto Copacabana, dove ieri è stato aperto il centro stampa che accoglierà oltre 5 mila giornalisti. La polizia verde-oro ha dovuto rivedere tutto il piano di sicurezza in fretta e furia e il Papa sarà scortato nel suo improvvisato bagno di folla da agenti a piedi e da otto auto blindate con a bordo poliziotti federali.  

LE ZONE CALDE

Novanta tiratori scelti appostati nei punti più alti del percorso monitoreranno ogni movimento. Chiuso lo spazio aereo, gli elicotteri militari saranno pronti ad intervenire. Ieri la Marina militare ha simulato un attacco: l’orologio dei dispositivi di sicurezza dovrà funzionare alla perfezione. Tra le zone «calde», il Campus Fidei, dove tra il 27 e il 28 luglio si riuniranno oltre 1,5 milioni di pellegrini. Per scongiurare che i cortei di protesta si spingano fino a lì sono state previste da Guaratiba barriere che si estenderanno per 4 km con settemila uomini dell’esercito a presidiarle. Vietato a chiunque l’uso delle maschere che contraddistinguono da settimane le manifestazioni. Per precauzione, nella settimana della visita, la Polizia militare occuperà quattro favelas della zona Est della città, considerate le più pericolose e situate a 15 km da dove il Papa celebrerà la messa a Guaratiba. Rispetto a San Paolo, infatti, la conformazione geografica di Rio non aiuta in termini di sicurezza. Ricchezza e degrado convivono in spazi pericolosamente confinanti. I poveri nelle favelas, con i narcos sulle sommità dei «morros», le colline della città, e i ricchi, che la cocaina dei narcos consumano, in basso, nei «barrios nobres», i quartieri benestanti che affacciano direttamente sul mare. Una bomba ad orologeria che stavolta potrebbe esplodere in modo davvero pericoloso a tal punto che l’Abin, i servizi segreti brasiliani, aveva sconsigliato persino il ricevimento del Pontefice da parte delle autorità nel palazzo di governo. Che è stato, invece, confermato dal governatore Cabral, il principale target delle manifestazioni violente degli ultimi giorni. «Il Papa – ha dichiarato – sarà ricevuto con tutto l’amore e la dignità possibili».  

RISCHIO INFILTRAZIONI

Rio non è la Germania dove pure, era il 2011, durante la visita di Benedetto XVI a Erfurt un uomo era riuscito a ferire un agente di sicurezza prima dell’inizio della messa, sparando con un fucile ad aria compressa. In Brasile il rischio è che dalle manifestazioni alle infiltrazioni criminali possa saltare l’intero tappo che garantisce la sicurezza, non solo del Papa ma anche dei fedeli. Ieri in basilica, davanti all’icona di Maria, il Papa ha pregato mezz’ora, poi ha offerto un omaggio floreale ed ha acceso un cero con lo stemma della Gmg. «Proteggici».

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