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Incidenti sul lavoro: quelli mortali al minimo storico

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Chiara Santomiero - pubblicato il 16/07/13

Presidente Napolitano: “non bisogna abbassare la guardia”

L’insostenibile rischio del lavorare”. Così Affaritaliani.it (15 luglio) sintetizza l'impressione lasciata dalla lettura dei dati sui lavoratori deceduti nel nostro Paese. Nel primo semestre del 2013, seconda l'ultima indagine elaborata dagli esperti dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering e riportata dalla testata on line, sono 240 i lavoratori che hanno perso la vita con una drammatica media di 40 decessi al mese, 10 alla settimana; 54 le vittime nel mese di giugno. Per questo motivo il titolo "l'insostenibile rischio del lavorare” , «perché per molti, per troppi lavoratori, uscire di casa al mattino non lascia certezze sul farvi rientro a fine giornata; e non sempre per colpa di una tragica fatalità, ma piuttosto per la sottovalutazione del rischio della propria attività o per lo scarso rispetto delle aziende per la disciplina vigente in materia di sicurezza».

Il Rapporto Inail sugli infortuni sul lavoro nel 2012 presentato il 10 luglio scorso alla Camera dal presidente dell'Istituto Massimo De Felice segnala tuttavia alcune buone notizie: “Infortuni sul lavoro ancora in calo, con gli incidenti mortali che toccano un nuovo minimo storico” (Ansa, 10 luglio). Nel 2012, infatti, le vittime sul lavoro accertate sono state 790, con una diminuzione che sfiora il 30% rispetto al 2008 (1.110).

Secondo l'Ansa «le denunce di infortuni sono state quasi 745.000 (744.916 per l'esattezza, che includono anche quelli degli studenti delle scuole pubbliche), segnando un decremento del 9% sul 2011 e del 23% sul 2008: quelli riconosciuti sul lavoro sfiorano i 500 mila (496.079), in diminuzione dell'11,3% rispetto a quelli riconosciuti nel 2011 (559.504). Quanto agli incidenti mortali, quelli accertati sono stati 790 (-8,8% rispetto agli 866 del 2011 e -28,8% rispetto ai 1.110 del 2008), di cui 409 avvenuti fuori dall'azienda, a fronte di 1.296 denunce: se anche i 25 casi ancora in istruttoria fossero riconosciuti, evidenzia l'Inail, si avrebbe un calo del 6% sul 2011 e del 27% sul 2008».

Si conferma, quindi, un trend decrescente degli incidenti ma purtroppo non è dovuto solo ad una maggiore prevenzione da parte di datori di lavoro e lavoratori (il numero di imprese riconosciute “virtuose” a seguito dell’istanza per l’agevolazione tariffaria cioè per meriti di prevenzione ha andamento crescente: sono state 23.000 nel 2009, 29.000 nel 2010 e 34.000 nel 2011. Le istanze presentate nel 2013 per interventi effettuati nel 2012 sono oltre 60.000). Importante anche l'aumento dei controlli: nel corso del 2012 sono aumentate le ispezioni e le irregolarità riscontrate: sono state controllate 22.950 aziende, quasi 2.000 in più del 2011, circa l'87% è risultato irregolare. A pesare sulla diminuizione degli incidenti, tuttavia, c'è anche la crisi economica con la malinconica equazione: meno lavoratori, meno rischio.

Nel rapporto annuale dell’Inail si sottolinea come gli infortuni sul lavoro hanno causato più di 12 milioni di giornate di inabilità con costo a carico dell’Inail; in media 80 giorni per infortuni che hanno provocato menomazione, 19 giorni in assenza di menomazione.
Per quanto riguarda le malattie professionali «le denunce sono state circa 47 mila e 500 (1.000 in meno rispetto al 2011), con un aumento di quasi il 51% rispetto al 2008. Ne è stata riconosciuta la causa professionale a circa il 37%, circa il 3% è ancora “in istruttoria”. Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 36 mila e 300; il 41% per causa professionale riconosciuta (ancora circa il 3% “in istruttoria”)» (Il Velino 10 luglio).

Se i numeri segnano un andamento decrescente, in ogni caso, come fa notare il Redattore sociale (10 luglio) «le morti sul lavoro continuano a riguardare 4 lavoratori ogni centomila addetti. Il settore più pericoloso resta quello dell’Industria e servizi, mentre a rischiare di più sono gli uomini rispetto alle colleghe donne (anche se queste ultime hanno indici di occupazione molto più bassi). Da quest’anno, inoltre, il rapporto Inail fotografa anche l’andamento infortunistico degli studenti nelle scuole: nel 2012 sono stati oltre 63mila gli incidenti occorsi ai ragazzi fino ai 14 anni».

Da qui il monito che arriva da più parti, a cominciare dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che fu tra i primi a porre con insistenza il problema delle morti sul lavoro, che «i dati positivi non devono indurre ad abbassare la guardia» (Ansa 10 luglio).

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