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A Loreto per vivere la GMG 2013

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Korazym - pubblicato il 15/07/13

Chi resta potrà assistere in modo conviviale alla Giornata di Rio proprio al Centro Giovanni Paolo II di Loreto. Ne abbiamo parlato con il direttore, don Francesco Pierpaoli

di Simone Baroncia

Ormai mancano pochi giorni all’inizio della Giornata Mondiale della Gioventù ed i giovani stanno preparando i loro zaini ed i propri sacco a pelo, pronti ad imbarcarsi verso la rotta di Rio de Janeiro. E saranno accompagnati da una riproduzione della Madonna di Loreto, benedetta da papa Francesco, insieme al crocifisso di san Damiano. Infatti  dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Buenos Aires del 1987 il crocifisso di san Damiano e la Madonna di Loreto sono i simboli che i giovani italiani regalano alle nazioni e alla città ospitante la GMG. Ma anche chi resta potrà assistere in modo conviviale alla Giornata Mondiale della Gioventù, proprio al Centro Giovanni Paolo II di Loreto. Ne abbiamo parlato con il direttore, don Francesco Pierpaoli.

GMG in Brasile e… per chi resta una GMG anche a Loreto: di cosa si tratta? “E’ con gioia che comunichiamo a tutti gli organi di stampa che ha preso ufficialmente il via il primo “Campo Missionario Regionale”, una esperienza di Chiesa che coinvolgerà oltre 150 giovani delle Marche, nel mese di luglio (dal 20 al 28), in concomitanza con la Giornata Mondiale dei Giovani di Rio De Janeiro in Brasile a cui parteciperanno 150 giovani delle 13 diocesi marchigiane. Nei giorni scorsi mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano e Matelica, delegato per la Pastorale Giovanile Regionale, ha voluto scrivere un messaggio a quanti accoglieranno la carovana missionaria: ‘Capite quanto sia importante l’accoglienza e la collaborazione tra tutti coloro che vedono nelle giovani generazioni non un problema ma una grande risorsa e in particolare, visto il tema della GMG, l’ importanza di vivere uno stile di vita essenziale, più sobrio e solidale che ridia speranza a tutti i popoli della terra…’.

L’iniziativa, promossa dalla Pastorale Giovanile Regionale, in collaborazione con i Centri Missionari delle Marche e gli uffici Migrantes, in comunione con i Vescovi marchigiani, si pone come una proposta rivolta ai giovani e in particolare a coloro che non parteciperanno alla GMG di Rio, per vivere l’estate 2013 in modo sobrio ed essenziale come ricordato da Mons. Vecerrica, alla scoperta della fede che è un dono da donare e far crescere e fortificare. Il Campo vuole far prendere coscienza alla chiesa marchigiana che siamo tutti missionari, annunciatori e testimoni del vangelo. La missione non è un ‘di più’ o un ‘po’” rispetto all’essere della Chiesa. Evangelizzare, come ricordava Paolo VI, è ‘la grazia e la vocazione della Chiesa, la sua identità profonda’. Nell’anno della fede dobbiamo dire quindi con forza che ognuno ha la fede che dona. Lo Spirito che deve animare la missione non è quello di ‘catturare’ l’altro per appropriarsene, ma quello di una gioiosa comunicazione della bellezza di una scoperta da condividere con tutti. La missione nasce dunque dalla comunione vissuta e l’amicizia ne diventa il cuore pulsante. Questo stile ci porta a un incontro a tutto campo verso tutto ciò che è umano.

Destinatari di questa proposta, che sicuramente lascerà il segno anzi ‘la sua orma’ nella storia della nostra regione, sono i giovani e i giovanissimi dai 16 anni in su. I  giovani missionari, assieme agli animatori, si sposteranno ogni giorno in una città delle Marche a partire da Pesaro e proseguendo per Ancona, Ascoli, Porto Recanati e Civitanova Marche, dove incontreranno la gente, busseranno alle porte per raccogliere cibo a lunga conservazione per le mense dei poveri, si fermeranno a pregare e a riflettere sulla fede e su questo nostro mondo e ogni sera faranno festa nelle piazze delle città. L’esperienza si concluderà sabato 27 e domenica 28 luglio a Loreto per vivere in diretta la GMG con il Papa Francesco e i giovani di Rio, appuntamento questo a cui sono invitati tutti i giovani delle Marche. Chi volesse partecipare potrà rivolgersi alla Pastorale Giovanile della propria città o consultare il sito www.giovaniloreto.it/campomissionario o su Facebook: Campo Regionale 2013”.

Il tema di questo anno: ‘Andate e fate discepoli tutti i popoli’ è un pò impegnativo per i giovani? “Non penso proprio che sia impegnativo. Perché si parla dei giovani non come oggetto, della serie hanno bisogno di essere formati, debbono ascoltare … ma si parla di loro come dei primi missionari del vangelo, dei nuovi missionari del vangelo. La fede cresce non tavolino ma donandola. Questo vuol dire che occorre metterci in gioco, occorre metterci la faccia. Al fede nasce dentro i dubbi e le domande e non in una camera sterile e ovattata. Scegliere un tema questo piace molto ai giovani i quali vedono nell’uscire, nell’andare incontro alla novità, nel’apertura qualcosa di naturale. È chiaro che per essere testimoni bisogna essere discepoli. I cristiani non portano un’idea ma portano la testimonianza che Gesù è vivo ed è sempre con noi, al nostro fianco, anche quando lo deludiamo o facciamo di tutto per vivere senza ideali. Lui ci ama sempre e non è ingombrante. Come l’amore”.

Anche papa Francesco ha detto ai giovani di rimanere saldi nella fede: come rispondono i giovani? I giovani rispondono con l’entusiasmo di chi si affaccia alla vita. Vorrei dire di più dei giovani di questo tempo. Molto spesso li abbiamo definiti fragili in senso negativo. Vorrei recuperare questo aspetto dicendo che la fragilità è un aspetto importante dell’essere umano laddove non diventa segno di rassegnazione o infedeltà o incoerenza o incapacità ma è segno di apertura all’altro, di non sentirsi super uomini, di non inorgoglirsi o insuperbirsi. Purtroppo oggi la società innalza persone che a loro dire ‘si sono fatte da soli’. Ma questo è assurdo davanti a una vita che sboccia, a un sogno che ho nel cuore. Ho bisogno dell’altro, sono povero da solo! In questo senso anche le ferite diventano feritore per aprirsi a Dio, al diverso!”

Perchè i giovani sono poco attratti dalle chiese locali? “I giovani sono poco attratti da adulti insignificanti e poco credibili. E questi vivono nelle chiese, come nelle associazioni e movimenti, nella società. Questa è una generazione senza né padri né madri. Per tornare alla domanda conosco tante parrocchie e diocesi dove preti e suore laici e religiosi  sono un vero richiamo per la ricerca dei giovani. Dobbiamo spostare la domanda perché il vero problema dei giovani sono gli adulti”.

Cosa fa la Chiesa per attrarre i giovani? “La Chiesa deve solo essere il corpo di Cristo vivente. Chi vede la Chiesa , cioè due o tre riuniti nel nome di Gesù, che si amano, si perdonano deve vedere Gesù. è Gesù è il crocifisso risorto. Da qui nasce una Chiesa che condivide con gli uomini e le donne la vita, una Chiesa che cammina in mezzo agli uomini, che vive nelle strade, che incontra la gente. Una Chiesa il cui unico potere è quello che viene dalla croce, la cui onnipotenza è quella che deriva dall’amore gratuito e disinteressato. Una Chiesa che ascolta, che accetta le domande e i dubbi, una Chiesa capace di misericordia. Una Chiesa di innamorati di Gesù più che una chiesa di puri e di perfetti!”

Al Centro Giovanni Paolo II la sala principale è dedicata al card. Francisco Pironio: cosa significa mantener viva questa memoria? “Il Cardinal Pironio è stato un grande amico dei giovani perché era innamorato di Gesù. Il suo sguardo sui giovani è stato lo stesso che Gesù ha avuto sul giovane ricco: ‘fissatolo lo amò’: ‘Questi giovani non sono venuti per fare turismo … Sono venuti perché sanno che Ge
sù è l’unico che salva e vogliono dare al mondo ragione della propria speranza … Questi giovani vogliono cambiare la storia accettando la sfida di costruire un’Europa che, fedele alle sue radici, sappia farsi cristianamente terra di accoglienza, di solidarietà, di pace … Questi giovani oggi ripetono le parole di Maria: sì, io sono pronto, io sono il servo, io sono la serva del Signore, avvenga di me quello che tu hai detto … Questi giovani non hanno paura della fatica, della sofferenza, della croce. Soltanto hanno paura della mediocrità, dell’indifferenza e del peccato’. Il Centro Giovanni Paolo II vuole essere un piccolo segno di questa fiducia”.

 Ad agosto a Loreto si troveranno i giovani europei per riflettere sul tema ecumenico sul ‘L’ascolto della Parola di Dio comune fondamento della nostre fede’: perchè questo tema? “Perché sappiamo che la fede nasce dall’ascolto e ancor più in questo anno della fede non la possiamo fondare la nostra adesione a Gesù su qualcosa che non sia la sua Parola. I giovani amano questa parola. A volte non c’è nessuno che l’annuncia loro. È splendido che Papa Francesco ogni giorno faccia l’omelia su questa parola a santa Marta. So di molti che aspettano questo incontro. Rimettere la parola al centro della fede è percorrere la strada dell’unità. Perché ciò che ci ha diviso tra cristiani non è la Parola di Dio ma sono altri affari. La Parola unisce, anzi ci fa avere bisogno delle altre tradizioni se vogliamo comprenderla fino in fondo! E la Parola ci aiuta a riscoprire una preghiera fatta non di parole ma di ascolto, di silenzio, di azione responsabile. Molte volte i nostri pani pastorali non partono dalla Parola ma da altri tipi di analisi. Sarà per questo che spesso l’azione della Chiesa è sterile e poco capace di parlare al cuore dell’uomo? E non dimentichiamo che la Parola è incarnata quindi ci porta ad ascoltare i tempi che viviamo con grande attenzione e rispetto”.

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