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L’Onu chiede spiegazioni al Vaticano sugli abusi sessuali nella Chiesa

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Chiara Santomiero - pubblicato il 12/07/13

Nel mirino del Comitato per i diritti dei bambini in particolare “Case Magdalene” irlandesi e Legionari di Cristo. Nel Motu proprio di papa Francesco misure più severe a tutela dei minori

La piaga della pedofilia nella Chiesa – coraggiosamente affrontata da Ratzinger nel suo pontificato con la denuncia e la richiesta di perdono alle vittime oltre che attraverso la stesura di linee guida per affrontare il problema da parte di ogni conferenza episcopale del mondo – torna sotto i riflettori della cronaca.

Le Nazioni Unite hanno chiesto, infatti, al Vaticano di rivelare i dettagli dei casi delle decine di migliaia di minori che hanno subito abusi all'interno delle istituzioni cattoliche. Il Comitato per i diritti dei bambini delle Nazioni Unite, con sede a Ginevra, ha pubblicato una lunga ''lista di argomenti'' (circa venti punti) sui quali si chiedono spiegazioni alla Santa Sede in vista dell'udienza che si terrà nel prossimo mese di gennaio. Tutte le informazioni dovranno essere presentate entro il prossimo 30 novembre e l'audizione che la Santa Sede dovrà sostenere fa seguito al rapporto biennale che il Vaticano aveva presentato nello scorso mese di settembre.

"Lo scorso 18 giugno – informa Vatican Insider (10 luglio) – il Comitato ha ascoltato i rappresentanti delle vittime di abusi del Survivors Network of those Abused by Priests (Snap). Si è trattato di una convocazione storica, secondo il presidente di Snap Barbara Blaine: “Il fatto che il Comitato delle Nazioni Unite abbia chiamato il Vaticano a rispondere per i suoi precedenti sui diritti dei minori… è un fatto che dà speranza alle vittime di abuso in tutto il mondo”. Snap spera che l'esempio delle Nazioni Unite, con la richiesta di informazioni dettagliate sugli abusi, venga seguito anche da altre organizzazioni internazionali per 'portare alla luce la verità e prevenire nuovi crimini odiosi'".

La risposta alle richieste del Comitato verrà elaborata nei prossimi mesi dalla Segreteria di Stato vaticana. Nel frattempo la missione diplomatica della Santa Sede a Ginevra, attraverso monsignor Massimo de Gregori sentito ancora da Vatican Insider (10 luglio) mette in guardia da potenziali “strumentalizzazioni”. “La convocazione della Santa Sede per un'audizione davanti al Comitato, il prossimo gennaio, è una “procedura di routine per gli Stati parte della Convenzione” (sui Diritti dell'Infanzia, ndr), sottolinea il diplomatico vaticano. E anche la richiesta di informazioni ulteriori in seguito alla presentazione di un rapporto, anche se non avviene sempre, è comunque “abbastanza abituale”. “Non si può negare che ci siano stati abusi – sottolinea monsignor De Gregori – ma è importante che questa iniziativa non venga vista come cosa fatta espressamente per la Santa Sede”.

Le richieste di fare chiarezza riguardano casi specifici: “dalle omissioni e coperture delle gerarchie ecclesiastiche circa le violenze alle intimidazioni subìte dalle vittime. La Commissione chiede inoltre ai rappresentati vaticani di specificare come la Chiesa ha condotto le indagini sui casi di pedofilia e perfino se le vittime degli abusi abbiano ricevuto la dovuta assistenza legale o la giusta compensazione economica” (Il Fatto Quotidiano, 11 luglio).

Le informazioni richieste dal Comitato riguarderebbero anche alcuni casi specifici. “Si parla esplicitamente di strutture in passato usate dalla Chiesa per bimbi orfani come le 'Case Magdalene', gli istituti femminili che accoglievano le ragazze orfane in Irlanda dove sono stati appurati casi di 'tortura e trattamenti crudeli, degradanti e inumani', come si chiedono informazioni sui comportamenti dei Legionari di Cristo, accusati di aver impedito ai seminaristi di avere contatti con le loro famiglie" (Il sussidiario.net, 10 luglio).

Intanto nel Motu proprio presentato l'11 luglio con le misure (in vigore dal 1° settembre) adottate da papa Francesco in materia di riforma penale dell'ordinamento vaticano sono state introdotte misure più severe per la protezione dei minori. "La riforma della giustizia del Vaticano comprende una ridefinizione della categoria dei delitti contro i minori nella quale sono da segnalare: la vendita, la prostituzione, l'arruolamento e la violenza sessuale in loro danno; la pedopornografia; la detenzione di materiale pedopornografico; gli atti sessuali con minori. Si tratta dunque di un importante passo in avanti anche nella lotta contro gli abusi sessuali – fortemente perseguita da Benedetto XVI nel suo Pontificato e che Francesco intende portare avanti – dal momento che sono sottoposti alle nuove norme non solo tutti gli officiali e dipendenti della Curia Romana ma anche i nunzi apostolici ed il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede, nonché i dipendenti di organismi e istituzioni collegati alla Santa Sede indipendentemente dal fatto che si trovino sul territorio dello Stato della Città del Vaticano” (La Repubblica, 11 luglio).

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