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Chiara Corbella: una mamma eroica, “una nuova Gianna Beretta Molla”

Aleteia Team - pubblicato il 13/06/13

Stroncata a 28 anni da un tumore per ritardare le cure e far nascere il figlio in grembo. Molti la pregano già come una santa

Carissimo Francesco, sei stato un dono grande per la nostra vita. Posso solo dirti che noi nasciamo per amore, viviamo per amare e moriremo per conoscere l'amore vero di Dio. Scopo della nostra vita è amare”. Sono parole che non cadono nel vuoto ed hanno un peso ancora maggiore quando si scopre che a pronunciarle è stata una giovane madre, romana, di 28 anni che per proteggere il figlio di cui era incinta, rimanda le terapie per curare un carcinoma alla lingua. Il suo nome è Chiara Corbella, una ragazza come tante, che cerca la sua strada, piena di vita, aperta, allegra, con una grande passione per il violino e il pianoforte.

La sua storia ha fatto il giro del mondo e sta lasciando tracce nei cinque continenti come si può leggere nel sito web ufficiale www.chiaracorbellapetrillo.it che documenta con numerose testimonianze come stia crescendo rapidamente la sua “fama di santità”.

“Ancora un giorno, ancora 38 grammi in più, prima del parto”, ripeteva ai medici per assicurare la completa formazione del feto, come ricorda il settimanale “Credere”. Lei non ce la farà divorata in fretta dal male. Il piccolo Francesco invece riesce a nascere ed oggi ha due anni. Ma, prima di lui, Chiara ed Enrico Petrillo, suo marito, avevano “accompagnato alla porta del Paradiso” altri due figli: Maria Grazia Letizia, nata con una malformazione cefalica e salita al cielo dopo il battesimo dopo appena mezz'ora di vita; stessa sorte per Davide Giovanni, che viene al mondo senza arti inferiori, giusto il tempo di affacciarsi alla luce. Nonostante la grande sofferenza, “nel nostro cuore c'era tanta pace”, ricorda Enrico.

Rimane incinta una terza volta. Il bambino è sano. La gioia e l'esultanza si mescolano alla brutta notizia: Chiara si ammala. Una piccola afta alla lingua si rivela ben presto un carcinoma. Chiara sceglie di sottoporsi alle terapie solo dopo il parto. Le metastasi si propagano in tutto il corpo e la divorano inesorabilmente. Le sue ultime parole saranno sulla sofferenza. Enrico, facendosi coraggio, le chiede se “quella croce è dolce”. “Sì, è davvero dolcissima”, risponde lei con un filo di voce. Ma pur sempre una “collocazione provvisoria”, come disse don Tonino Bello. Una frase che Chiara, vestita da sposa, stringerà fra le sue mani nella tomba.

In una lettera  al figlio Francesco, Chiara scrive: “Abbiamo amato Maria e Davide e abbiamo amato te, sapendo che non eravate nostri. Dio non ti toglie mai nulla, se toglie è solo perché vuole donarti molto di più. […] Grazie a Maria e Davide ci siamo innamorati della vita eterna. Sappiamo che sei speciale e hai una missione grande. Il Signore ti ha voluto da sempre e ti mostrerà la strada da seguire, se gli aprirai il cuore. Fidati, ne vale la pena”.

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