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Papa Francesco incontra in udienza l’amico rabbino Skorka

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Chiara Santomiero - pubblicato il 12/06/13

“Bergoglio mi ha insegnato il significato della morte”

Dialogare significa prima di tutto “cercare di mettersi nelle scarpe dell’altro”, sviluppare la capacità di empatia, sapere chi è l’altro. E’ la “ricetta” per camminare insieme in rispetto ed amicizia del rabbino di Buenos Aires Abraham Skorka, amico di lunga data di Bergoglio quando questi era arcivescovo della capitale argentina. Skorka è uno dei 27 partecipanti al seminario “Ebrei e cristiani insieme per approfondire la dimensione spirituale del dialogo” che si sta svolgendo presso il Centro Mariapoli di Castelgandolfo organizzato dal Centro per il dialogo interreligioso del Movimento dei Focolari. I partecipanti all’incontro hanno avuto occasione di salutare papa Francesco al termine dell’udienza generale del mercoledì.

Ci ha chiesto di pregare per lui”, ha rivelato nel briefing successivo con i giornalisti il rabbino di New York Eric Tsvi Blanchard. A proposito dei lavori in corso alla Mariapoli, “il nuovo livello di dialogo che stiamo cercando – ha sottolineato Blanchard – vuole portarci a essere persone migliori, vogliamo imparare dagli altri, per uno scambio che vada oltre le convinzioni religiose per coinvolgere la spiritualità”.

L’impegno dei Focolari per il dialogo tra ebrei e cristiani risale agli anni ’70 e ’80, quando la fondatrice del Movimento Chiara Lubich sviluppò rapporti di stima ed amicizia con le comunità ebraiche di varie città d’Europa, Israele, Argentina, Brasile e Stati Uniti dando vita a una serie di iniziative di incontro e approfondimento. Nel corso degli anni sono state superate le “difese reciproche” e adesso, ha sottolineato Blanchard “non abbiamo timore che conoscere l’altro possa ferirmi ma essere aperti gli uni agli altri è veramente un lavoro, è la stessa difficoltà che si vive nella vita familiare”.

“Siamo in un momento di svolta qualitativa nel cammino del dialogo ebraico-cristiano – ha confermato Roberto Catalano del Centro per il dialogo interreligioso del Movimento dei Focolari – non solo per le presenze qualificate all’incontro ma anche per il personale coinvolgimento nel dialogo”.

“Quando un cristiano guarda un ebreo oggi – ha affermato il rabbino di Montevideo Hodara Rafael – non può guardarlo nello stesso modo in cui si è fatto per secoli, senza conoscere le sue tradizioni”. “Conoscerci – ha proseguito Hodara Rafael – è il nostro lavoro. Dopo 2 mila anni di scontro dobbiamo lavorare per l’incontro nella consapevolezza che abbiamo un solo Dio che ha molti figli fratelli tra di loro”.

“Nell’ebraico biblico – ha sottolineato Skorka – conoscere è sinonimo di amare, sia riferito a una donna che a Dio”. Questo è, per il rabbino di Buenos Aires, il “sentiero migliore per un futuro migliore”. Bisogna parlare senza barriere, analizzare tutti i temi senza riserve, fino al punto in cui “il silenzio sarà il segno di non poter andare oltre o della totale coincidenza”. Proprio questo tipo di dialogo è stato alla base del libro scritto con l’allora cardinale Bergoglio “Il cielo e la terra”, nel quale hanno affrontato con serenità molti temi difficili: dalla situazione politica, agli anni della dittatura in Argentina, dal conflitto israeliano-palestinese, alla posizione di Pio XII durante la shoah, al senso del celibato nel futuro della Chiesa cattolica.

A proposito del periodo di un anno trascorso nella stesura di questo libro "ho appreso da Bergoglio – ha confessato Skorka – cosa vuol dire il momento della morte". Durante quel periodo, sia Bergoglio che Skorka che il giornalista che li ha aiutati a registrare e poi stendere i loro dialoghi, subirono un lutto in famiglia: “tutti e tre – ha ricordato Skorka – abbiamo visto la sofferenza negli altri due. Quando Bergoglio ha sviluppato il tema della morte, lo ha descritto come 'consegna dello spirito al Padre', cosa significa 'rendere l'anima a Dio' e anche “la lotta del malato per attaccarsi alla vita può essere interpretata come la volontà di realizzare ancora qualche sogno prima di consegnarsi al Padre”.

“Nei testi del Talmud – ha detto ancora Skorka a proposito del dialogo a margine del briefing – si trovano dei racconti di vero dialogo tra i saggi ebraici e i primi leader delle comunità cristiane per cercare di capire come superare la crisi del momento, il periodo molto difficile seguito alla distruzione del tempio di Gerusalemme nel 70 d.C.”. “Ricreare questo dialogo ha concluso il rabbino di Buenos Aires è la nostra sfida e il nostro impegno nel lungo periodo di crisi spirituale che l’umanità sta attraversando: noi ebrei insieme a papa Francesco per il bene di tutta l’umanità”.

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