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Stefano Cucchi: un ingiusto caso giudiziario?

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 06/06/13

Il ragazzo era stato arrestato per droga e morto una settimana dopo in ospedale nel 2009. Condannati i medici, assolti i poliziotti

Il caso Cucchi si chiude e si riapre (moralmente) con la sentenza di questo mercoledì: condannati, con pena sospesa, i sei medici del reparto speciale del Pertini. Due anni al primario Aldo Fierro, 1 anno e 4 mesi a Stefania Corbi, 1 anno e 4 mesi a Flaminia Bruno, 1 anno e 4 mesi a Luigi De Marchi Preite, 1 anno e 4 mesi a Silvia Di Carlo, tutti per omicidio colposo, e 8 mesi per Rosita Capponetti, per falso ideologico. Assolti i tre infermieri (Giuseppe Flauto, Elvira Martelli, Domenico Pepe), perché il fatto non sussiste, e i tre agenti penitenziari (Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici), perché le prove sono insufficienti (Blogo, 5 giugno).

Insoddisfatti i pubblici ministeri, tra di essi Vincenzo Barba che ha dichiarato: “L'assoluzione dei tre agenti penitenziari sarà oggetto di nostra valutazione”. E' probabile che la Procura muoverà in appello contro l'assoluzione dei tre agenti (News.va, 5 giugno)

La protesta da parte dei familiari è stata immediata così come quella del pubblico presente in aula che ha gridato “Assassini, assassini” subito dopo la lettura della sentenza. Ilaria, la sorella di Stefano, ha chiarito subito il punto di vista della famiglia della vittima: «Mio fratello è stato tradito dalla giustizia per la seconda volta. Non ci tireremo indietro. Nessuna sentenza ci avrebbe restituito Stefano ma calpestare mio fratello e la verità così non me lo aspettavo. Oggi capisco quelle famiglie che non affrontano questi processi perché sono dei massacri». «Me lo hanno ucciso un’altra volta – dice la madre Rita Calore – ma andremo avanti lo stesso» (Avvenire, 5 giugno).

Ma la questione più spinosa restano le cause della morte: per la difesa sono le condizioni pregresse di Stefano Cucchi, che entrava ed usciva dalle comunità di recupero per tossicodipendenza. Per l'accusa e gli avvocati della famiglia sono le percosse ricevute dagli agenti e l'omissione di soccorso da parte del personale medico. Per Carlo Giovanardi, che nel 2009 – mentre il caso entrava nel cono di luce dei media – era ancora Segretario di Stato, sono la droga e la sieropositività di Stefano le cause del decesso in cella. Ma il giovane non era malato e la famiglia sdegnata ha pubblicato le foto del corpo martoriato all'obitorio per dimostrare che Stefano è morto a causa delle percosse (La Perfetta Letizia, 6 giugno).

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