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I cattolici in Italia: un ruolo fondamentale nella società

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Pascal Deloche / GODONG

Silvia Gattas - pubblicato il 03/05/13

Padre Matarazzo, direttore dell’Istituto Arrupe, commenta il volume di Marco Marzano “Quel che resta dei cattolici”

Cosa resta del cattolicesimo nel nostro Paese? Quale ruolo hanno i cattolici nella società di oggi? Aleteia ha intervistato padre Gianfranco Matarazzo, direttore dell’Istituto Arrupe, che il 4 maggio prenderà parte a Palermo alla presentazione del saggio-inchiesta del sociologo Marco Marzano, dal titolo “Quel che resta dei cattolici. Inchiesta sulla crisi della Chiesa in Italia” (Feltrinelli, 2012).

Nel volume Marzano traccia un quadro desolante e a tinte forti della realtà italiana, dominata dallo scollamento tra gerarchia ecclesiastica e base parrocchiale, dove i battesimi e le prime comunioni sopravvivono quasi come pratica sociale svuotata di senso e dove i numeri legati ai matrimoni religiosi sono al giorno d’oggi crollati rispetto agli anni ’90.

“Vedrei la situazione dei cattolici nel nostro Paese con dei chiaroscuri – ha detto padre Gianfranco Matarazzo –: ci sono degli aspetti innegabilmente che richiedono la riflessione e anche un intervento, rispetto a una dimensione più profonda in cui c’è un movimento ecclesiale di fondo molto interessante. Un’esemplificazione della parte positiva è ad esempio la riscoperta del primo annuncio della fede che sta pervadendo tutta l’azione pastorale e una rinnovata attenzione alla dottrina sociale della Chiesa anche a partire dai limiti che abbiamo riscontrato in precedenti applicazioni. Non sempre, infatti, le scuole di formazione politica si sono dimostrate all’altezza della complessità politica. Un altro elemento positivo vorrei legarlo alla recente elezione di papa Francesco: la Chiesa ha dimostrato di avere uno spirito di comunione molto forte, ha saputo recuperare risorse al proprio interno e anche prenderne dalla periferia”.

Cosa resta del cattolicesimo oggi?

Padre Gianfranco Matarazzo: Non sono molto d’accordo con la ricostruzione tracciata dal prof. Marzano perché molto critica e perché non individua la complessità delle luci e delle ombre. Secondo me resta un’eredità molto bella e le attuali difficoltà ci stanno in qualche modo aiutando a concentrarci su ciò che è veramente essenziale.  Stiamo inoltre riscoprendo la nuova evangelizzazione. Per esempio stiamo riscoprendo il soggetto dell’attività pastorale che non è più il clero soltanto e non sono più soltanto i laici, ma è la comunità cristiana nel suo insieme. E stiamo ritornando a una complementarità di carismi che negli ultimi decenni non sempre hanno camminato insieme, mi riferisco per esempio a tutti i movimenti, agli ordini religiosi”.

Quale il ruolo dei cattolici nella società attuale?

Padre Gianfranco Matarazzo: Bisogna partire da una autocritica sana nella tradizione cristiana in cui ci assumiamo la responsabilità di non avere sempre messo a disposizione testimonianze e competenze. Secondo me i cattolici devono ritornare a essere fermento in una società complessa e pluralista. Per noi cattolici c’è spazio, sicuramente, però dobbiamo abbandonare velleità da teocrazia da dominio come accaduto storicamente qualche volta. Questa società ha bisogno di dialogo e i cattolici sono attrezzati per mettere a disposizione questo servizio.

In questo senso l’Istituto Arrupe è uno strumento prezioso…

Padre Gianfranco Matarazzo: Noi cerchiamo di essere strumento valido, assicurando questo servizio alla chiesa locale e a quella universale ma anche collaborando con tante realtà geografiche lontane, come l’Albania, la Spagna, i Paesi del Mediterraneo. Abbiamo una prospettiva locale ma anche internazionale.

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