Secondo l’Istat, limitati gli acquisti alimentari ma anche le spese medicheLa crisi economica colpisce duramente le famiglie italiane. Oltre a spingere a fare meno figli (cfr. Aleteia, 11 aprile 2013), porta anche a modificare sostanzialmente le proprie abitudini.
Il presidente dell'Istituto nazionale di statistica (Istat), Enrico Giovannini, ha sottolineato che negli ultimi cinque anni i modelli di consumo delle famiglie sono decisamente cambiati. Il 71% dei nuclei familiari, quindi oltre 7 famiglie su 10, ha infatti modificato per via della crisi quantità e qualità dei prodotti acquistati. Quasi eliminate, poi, le spese per visite mediche, analisi cliniche e radiografie, mantenendo quelle incomprimibili per i medicinali. Più di 6 famiglie su 10 fanno ormai la spesa al discount, e nell'ultimo anno la quota è aumentata di quasi 9 punti percentuali (Avvenire, 23 aprile).
Circa le spese mediche, secondo i dati forniti dal Congresso Nazionale del Collegio dei Docenti di Odontoiatria una famiglia italiana su tre ormai non può più permettersi di portare i figli dal dentista. In base alle informazioni fornite dal Congresso, in Italia il 90-95% dell'assistenza odontoiatrica è privata e ora i genitori portano i bambini dal dentista per la prima visita, ma rinunciano sempre di più alle cure per le spese elevate che queste comportano (Tg24sky, 19 aprile).
Nel 2012 le richieste di apparecchi per correggere i denti sono infatti crollate del 40%. Per gli odontoiatri, sono circa due milioni i bambini che rischiano danni ai denti. Nello stesso periodo, le richieste di cure ai denti al servizio sanitario nazionale sono aumentate del 20%, ma i 3.500 dentisti che operano nel pubblico, erogando 4 milioni di prestazioni l'anno, sono al collasso.
Ancor più grave è ovviamente la situazione delle famiglie numerose, la cui busta paga, secondo un sondaggio on line lanciato dall'Associazione Nazionale Famiglie Numerose, si esaurirebbe in media entro i primi 18 giorni del mese per più della metà dei nuclei familiari più estesi (Adnkronos, 13 marzo).
Malgrado tutto ciò, ha rilevato l'Istat, ad aprile 2013 l'indice del clima di fiducia dei consumatori ha segnato un rialzo, passando dall'85,3 di marzo all'86,3. Il miglioramento arriva dopo il calo del mese precedente e vede l'indice posizionarsi al livello più alto dallo scorso luglio. Nel dettaglio, il clima economico e quello futuro salgono ai massimi da oltre un anno (da marzo 2012), anche se si tratta di un miglioramento rivolto alla situazione economica del Paese in generale e non a quella personale (Avvenire, 23 aprile).
A livello territoriale, il clima di fiducia aumenta nel Nord-ovest nel Centro e nel Mezzogiorno, mentre diminuisce nel Nord-est. Diverse le aspettative sulla disoccupazione, vista in crescita (Il Messaggero, 23 aprile).
Quanto all'andamento dell'economia, Giovannini ha specificato che il prodotto interno lordo italiano “dovrebbe ridursi nel 2013 in una misura molto vicina a quella stimata dal Governo” nel Documento di economia e finanza (Def), che prevede una contrazione dell'1,3% (La Repubblica, 23 aprile).
Nel recente primo rapporto sul “Benessere equo e sostenibile” (Bes), elaborato insieme al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel), l'Istat ha rilevato che tra il 2007 e il 2011 il potere d'acquisto delle famiglie è sceso del 5% (Avvenire, 11 marzo).