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Papa Francesco su Ior: necessario fino a un certo punto

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©ALESSIA GIULIANI/CPP

Aleteia - pubblicato il 24/04/13

Durante la Messa alla Casa Santa Marta con alcuni dipendenti della “banca vaticana”

“Gli uffici sono necessari”, ma “fino a un certo punto”. Vale anche per l'Istituto per le opere di religione (Ior), definito spesso “la banca vaticana”, come ha ricordato papa Francesco il 24 aprile nell'omelia della Messa che celebra ogni giorno nella Casa Santa Marta, dove continua ad alloggiare dopo la sua elezione al pontificato.

Alla celebrazione erano presenti anche alcuni dipendenti dello Ior, ai quali il papa si è rivolto: “Scusate”, ha detto con un sorriso. “Noi, donne e uomini di Chiesa siamo in mezzo ad una storia d'amore: ognuno di noi è un anello in questa catena d'amore. E se non capiamo questo, non capiamo nulla di cosa sia la Chiesa” (La Repubblica, 24 aprile).

Quando la Chiesa vuole vantarsi della sua quantità e fa delle organizzazioni, e fa uffici e diventa un po' burocratica, perde la sua principale sostanza”, ha spiegato. “Quando l'organizzazione prende il primo posto, l'amore viene giù e la Chiesa, poveretta, diventa una ONG. E questa non è la strada” (RaiNews24, 24 aprile).

Le letture del giorno raccontavano della prima comunità cristiana che cresceva e moltiplicava i propri discepoli. Ciò è positivo, ha osservato papa Francesco, ma può spingere a stringere “patti” per avere ancora “più soci in questa impresa”, mentre la strada che Gesù ha voluto per la sua Chiesa è “un'altra”: “la strada delle difficoltà, la strada della Croce, la strada delle persecuzioni”.

Se tutta la Chiesa è solo una storia d'amore, lo Ior, come altri organismi vaticani, è necessario “come aiuto a questa storia d’amore” (Quotidiano.net, 24 aprile).

Dopo le parole del papa, alcuni si chiedono che fine farà lo Ior, considerando che il pontefice vuole procedere alla riforma della Curia romana, che sarà varata probabilmente entro l'anno e comunque dopo l'incontro di ottobre con i cardinali che ha incaricato di consigliarlo nel governo della Chiesa universale.

Già ora circolano ipotesi su come avverrà la riforma, ciò che è noto è che la linea da seguire sarà quella di una semplificazione anche in nome di una maggiore sobrietà. In questo contesto, potrebbe verificarsi anche “la cessione dello Ior ad un Istituto di credito internazionale, mantenendo almeno in un primo tempo la sede attuale all'interno dello Stato Vaticano, ed anche i dipendenti, i correntisti e le diverse attività e partecipazioni finanziarie, ma non più ovviamente sotto il controllo della Santa Sede, che potrebbe servirsi o meno dello Ior in quanto ha comunque già una sorta di banca”: la sezione speciale dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), “che non è mai stata coinvolta in scandali e inchieste giudiziarie che sono sempre legate al 'peccato originale' dello Ior, cioè al fatto di raccogliere fondi all'esterno del Vaticano, ufficialmente dagli Istituti religiosi” (AGI, 24 aprile).

Già 35 anni fa papa Giovanni Paolo I aveva all'ordine del giorno il “ridimensionamento” della banca vaticana, ma non fece in tempo a realizzarlo.

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