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Azione Cattolica: laici corresponsabili nella Chiesa e nel mondo

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Chiara Santomiero - pubblicato il 23/04/13

Franco Miano presenta il convegno dei responsabili diocesani di Ac

Abitare il mondo da figli. Educare oggi alla corresponsabilità” è il tema del convegno annuale per i responsabili diocesani di Azione cattolica italiana che si svolgerà a Roma dal 26 al 28 aprile. “I numeri delle adesioni registrati ad oggi – dice ad AleteiaFranco Miano, presidente nazionale dell'Azione cattolica – parlano di 800 tra presidenti e membri di presidenza di quasi tutte le diocesi italiane”. Si tratta di un appuntamento che “costituisce un punto di riferimento nel cammino delle associazioni diocesane sia a livello programmatico che esperienziale tra persone che condividono la stessa corresponsabilità ecclesiale nelle diverse realtà locali della Chiesa italiana”.

Partiamo dall'ultima affermazione: cosa significa corresponsabilità laicale alla “luce del Concilio”, come l'avete indicata nella presentazione del convegno?

Miano: La centralità del riferimento ai laici nei documenti conciliari deve essere letto proprio come corresponsabilità all'intera missione della Chiesa, non solo come operatività spicciola. Da questa affermazione deriva una sottolineatura per tutta la vita del laico che, in quanto “nel” mondo, è corresponsabile non solo della vita della Chiesa ma anche del mondo. Non è pensabile una vita laicale che rifugga dall'affrontare le sfide del proprio tempo. Per questo il modo migliore per rileggere il Concilio a 50 anni dalla sua indizione è saper cogliere quanto interroga oggi la vita di tutti noi sia negli ambiti consueti – la famiglia, la parrocchia, la città – che rispetto a questioni che hanno raggiunto una nuova urgenza come il futuro della Terra che abitiamo o le relazioni personali e sociali determinate da nuovi media e social network.

Si parlerà di questo al convegno?

Miano: Sono le sottolineature che il convegno vuole contribuire a portare all'attenzione dei responsabili associativi per un percorso condiviso che si allarghi alle comunità ecclesiali e civili da cui provengono. In questo riscopriamo tutta l'originalità e la forza dell'Azione cattolica come luogo educativo che ha formato fin dalla sua fondazione generazioni di laici alla responsabilità di sentirsi sempre parte del proprio tempo. Quasi un anno fa, il 29 aprile, c'è stata la beatificazione – di cui è stata parte attrice anche l'Azione cattolica – di Giuseppe Toniolo, non solo ispiratore delle Settimane sociali dei cattolici italiani e precursore ideale dell'Università cattolica, ma economista e docente attento: un esempio di ciò che chiamiamo un laico “a tutto tondo”. Se dovessi scegliere una formula sintetica direi che lo sforzo dell'associazione oggi è di operare tra “realtà e profezia”: non solo vivere il quotidiano senza indietreggiare davanti alle difficoltà – della famiglia, del lavoro, della frammentazione sociale – ma di intuire quanto va maturando e richiede la nostra attenzione e disponibilità. Da sempre l'Associazione si occupa di città e bene comune: oggi Papa Francesco indica orizzonti più ampi, le “periferie esistenziali” che ci portano ad occuparci con maggiore determinazione del “sogno” di una città che sia per tutti, in tutto il mondo, a misura d'uomo, abitata dalla legalità e dalla democrazia.

Il convegno si inserisce in un percorso sullo sfondo dell'Anno della fede e con una tappa a breve costituita dall'incontro dei movimenti e delle associazioni ecclesiali con il papa del 18 e 19 maggio.

Miano: Come associazione partecipiamo a tutta la vita della Chiesa e quindi anche a questa occasione speciale dell'Anno della fede voluta da Benedetto XVI e raccolta con impegno dal nuovo papa. E' stato un altro papa, Giovanni Paolo II, a chiedere in modo particolare all'Ac di essere scuola di comunione anche intraecclesiale che oggi non è solo un modo per “andare d'accordo”. Vivere la comunione quale diventa più visibile in momenti come quelli dell'incontro di movimenti e associazioni è oggi – in maniera particolare – un modo per testimoniare la fede e la concreta accoglienza di questo dono.

Cosa vuol dire “corresponsabilità nel mondo” per l'Azione cattolica in questo delicato momento della vita politica dell'Italia?

Miano: Come abbiamo scritto anche nel messaggio al presidente Napolitano per ringraziarlo di aver dato di nuovo la sua disponibilità per il superamento di una pericolosa paralisi istituzionale, l'Associazione, fedele alla sua vocazione educativa, assicura una “collaborazione operosa” nella formazione al bene comune. Questo per noi, oggi più che mai, significa non fuggire il presente ma avere la forza di guardare lontano. Siamo convinti che non siano un bene gli interessi minuti e gli impegni di corto respiro. Siamo presenti attivamente nel dibattito di questo Paese e più di una volta abbiamo fatto appello alle forze politiche per soluzioni che tengano conto delle vecchie e nuove povertà che rischiano ancora più di scivolare nella disperazione a causa della crisi economica. Non ultimo offriamo all'Italia la risorsa di tante persone che nelle amministrazioni locali, proprio sull'imperativo della corresponsabilità laicale, svolgono il proprio dovere con tenacia e pazienza anche quando a livello nazionale non si riesce a trovare una sintesi capace di dare un orientamento sicuro al Paese, difficoltà che speriamo possa essere superata nel più breve tempo possibile.

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