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Libertà religiosa: i Paesi latinoamericani, un po’ più rispettosi

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Pedro María Reyes Vizcaíno - pubblicato il 19/04/13

In Occidente il laicismo radicale intende relegare la religione alla sfera privata

La libertà religiosa è stata spesso considerata la prima delle libertà, tra gli altri motivi perché si pone come pietra angolare di tutto il sistema di diritti e libertà in una Nazione: è esperienza generalizzata che se questa libertà non è garantita non ne viene rispettata nessun'altra.

Nel mondo contemporaneo si riscontrano minacce alla libertà religiosa di due tipi: da un lato in vari Stati – soprattutto in Medio Oriente e in alcune Nazioni dell'Estremo Oriente, come la Cina e la Corea del Nord – ci sono gravi proibizioni contro i credenti con rischio di carcere, torture e perfino di morte. Dall'altro lato, il laicismo radicale minaccia la libertà religiosa in sempre più Paesi.

Tra gli Stati che permettono attacchi violenti alla libertà religiosa spicca l'Arabia Saudita, ritenuta la Nazione più refrattaria a questa libertà umana e in cui è proibita ogni manifestazione di fede diversa da quella ufficiale anche in privato o nell'intimità della propria casa. Non è un problema di poco conto: si ritiene che in quel Paese viva tra mezzo milione e un milione di cristiani, soprattutto immigrati provenienti da altri Paesi asiatici e dall'Europa Orientale, che non possono neanche riunirsi in una casa per pregare o leggere la Bibbia. Esiste una polizia religiosa che irrompe senza avviso nelle abitazioni se ci sono sospetti che un gruppo non musulmano si sia riunito per pregare.


La Primavera Araba iniziata nel gennaio 2011 ha rappresentato una speranza per molte minoranze cristiane in Paesi a maggioranza musulmana. I risultati, tuttavia, sono stati spesso frustranti: in Egitto i copti sono bersaglio di frequenti attacchi armati, in Siria i cristiani si vedono costretti a fuggire dalle proprie case per timore di rappresaglie nel contesto della guerra civile che sconvolge il Paese, in Tunisia (uno dei Paesi musulmani più tolleranti a livello religioso fino al gennaio 2011) si è instaurato un governo islamista.


Nei Paesi occidentali (quelli dell'Europa e gli Stati Uniti), gli attacchi alla libertà religiosa non sono violenti, ma sottili. In queste Nazioni si stanno introducendo forme di laicismo radicale che sostengono che la religione sia un fatto privato che non deve avere manifestazioni pubbliche. Per questo, da più parti si criticano i leader religiosi che esprimono la propria opinione in questioni di carattere politico.

Il laicismo radicale dei Paesi occidentali vuole ridurre la libertà religiosa alla semplice libertà di culto. Le confessioni religiose sarebbero libere di celebrare i propri riti e culti e di convocare i propri fedeli, ma non di avere un corpo dottrinale proprio al quale i loro seguaci possano aderire. In questo contesto, non sarebbe corretto che i leader religiosi avessero una morale diversa da quella ufficiale, o che un credente manifestasse l'obiezione di coscienza in certe materie sensibili, come l'aborto, la politica familiare o il cosiddetto matrimonio omosessuale. Non poche volte le religioni in Europa sono oggetto di beffe e insulti attraverso i mezzi di comunicazione o mediante film, libri o opere teatrali, e questo con la tolleranza dei poteri pubblici e a volte con il loro sostegno e finanziamento.

Particolarmente preoccupante per il suo significato è il conflitto negli Stati Uniti provocato dai programmi sanitari promossi dall'attuale amministrazione federale, il cosiddetto Obamacare. In questa riforma del modello sanitario si pretende che tutti coloro che forniscono pacchetti sanitari ai propri impiegati, incluse le organizzazioni religiose, le università e i collegi cattolici o gli ospedali confessionali, agevolino certi trattamenti, inclusi alcuni ritenuti immorali da molte confessioni religiose, come l'aborto o la contraccezione. L'Obamacare ha provocato, tra le altre reazioni, alcune note diffuse dai vescovi americani in cui si mette in guardia contro l'attacco alla libertà religiosa negli Stati Uniti, cosa impensabile fino a pochi anni fa.

In questo contesto, le Nazioni dell'America Latina possono considerarsi privilegiate. Alcuni indicatori internazionali considerano l'America Latina la zona migliore del mondo per quanto riguarda la libertà religiosa. In queste Nazioni l'aspetto religioso viene vissuto con normalità, nessuna confessione vede la propria libertà limitata ed esiste una sincera collaborazione tra il potere civile e le principali confessioni religiose senza discriminazione di nessuno. Esistono anche eccezioni, come Cuba, uno dei Paesi con la situazione peggiore del pianeta a livello di libertà religiosa. Ci sono poi Nazioni che preoccupano sempre più, come il Venezuela, e in alcuni Stati, soprattutto Uruguay e Messico, c'è un substrato storico di laicismo radicale che negli ultimi tempi è tuttavia sfociato in formule di convivenza e rispetto reciproco tra le istanze religiose e politiche.

Le Nazioni latinoamericane sono ad ogni modo molto esposte alle influenze esterne in ogni campo, e la libertà religiosa non fa eccezione. Si percepisce un'influenza sempre maggiore del laicismo radicale, le cui conseguenze devono ancora essere verificate. La recente elezione del primo papa latinoamericano può rappresentare una svolta in questa tendenza.


Pedro María Reyes Vizcaíno

Editore di e-libertadreligiosa.net

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