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Continua il dialogo della Santa Sede con Moneyval

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GABRIEL BOUYS

Roberta Sciamplicotti - pubblicato il 11/04/13

A dicembre il prossimo rapporto con cui il Vaticano mostrerà i progressi compiuti

La Santa Sede sta portando avanti con impegno il suo dialogo con Moneyval, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta le misure nazionali per il contrasto del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo.

Il rapporto di valutazione della Santa Sede/Stato della Città del Vaticano è stato approvato da Moneyval nel luglio 2012. Secondo le normali procedure del comitato, ogni Paese è obbligato a presentare all’Assemblea Plenaria di Moneyval, durante l’anno successivo, un “Progress Report” limitato soltanto alle “Core Recommendations”.

Il 9 aprile il comitato ha deciso che il prossimo “progress report” della Santa Sede/Stato della Città del Vaticano venga presentato nel dicembre di quest’anno, e ha accettato la proposta della Santa Sede perché il rapporto riguardi non solo le “Core Recommendations”, ma anche tutti gli ambiti coperti dalle “Key Recommendations”. In questo modo, la Santa Sede vuole fornire una panoramica più completa delle misure prese nell’ultimo anno per rafforzare ulteriormente il suo assetto istituzionale nei settori in questione (Radio Vaticana, 10 aprile).

Lo scorso anno, Moneyval aveva dato voto positivo al Vaticano in nove delle 16 raccomandazioni centrali del Gruppo d'azione finanziaria contro il riciclaggio (Gafi). Il Vaticano aveva ottenuto un giudizio “largamente conforme” in punti come il contrasto al riciclaggio di denaro, le misure di confisca, le leggi sulla riservatezza, la documentazione, l'assistenza legale reciproca, il trattamento penale del finanziamento del terrorismo e la cooperazione internazionale, e un giudizio “conforme” per le convenzioni. I giudizi di “non conformità” o “parziale conformità” riguardavano invece la customer due diligence, la segnalazione delle operazioni sospette, la regolazione, supervisione e monitoraggio, le altre forme di cooperazione, l'implementazione degli strumenti ONU, il congelamento e la confisca degli asset terroristici (La Repubblica, 18 luglio 2012).


In totale, la conformità era del 49%. Delle 45 raccomandazioni del Gafi reputate applicabili nel caso specifico, la Santa Sede era stata giudicata non conforme o parzialmente conforme a 23 (51%) e conforme o largamente conforme alle rimanenti 22 (49%). Nel comunicato stampa del Consiglio d'Europa che accompagnava il rapporto Moneyval, era inoltre “fortemente raccomandato” che l'Istituto per le Opere di Religione (IOR) fosse “sottoposto nel prossimo futuro alla vigilanza prudenziale di un supervisore indipendente”.

Pur riconoscendo che la Santa Sede aveva percorso “una lunga strada in un periodo di tempo assai breve”, il Consiglio d'Europa sottolineava importanti questioni da affrontare “per poter provare pienamente l'effettività del sistema”, ad esempio il rafforzamento della base legislativa per la vigilanza. I valutatori ritenevano inoltre “che ci fosse una mancanza di chiarezza circa il ruolo, le responsabilità, l'autorità, i poteri e l'indipendenza dell'Autorità di Informazione Finanziaria (Aif)”.


Per la Santa Sede, commentava monsignor Ettore Balestrero, all'epoca sottosegretario vaticano per i Rapporti con gli Stati e capo della delegazione alla plenaria del comitato Moneyval, il percorso da seguire rappresentava in primo luogo “un impegno morale e non strettamente tecnico”. Il prossimo passo, indicava, doveva essere la costruzione di un “edificio” che dimostrasse la volontà della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano di essere “un partner affidabile nella comunità internazionale” (Il Sole 24 ore, 18 luglio 2012).

Già nel gennaio 2012, per adeguarsi agli standard internazionali, lo Stato della Città del Vaticano aveva modificato la legge n. 127 del 2010 sulle normative antiriciclaggio, mettendo al primo punto la trasparenza finanziaria e prevedendo una distribuzione di poteri tra varie autorità, tra cui Segreteria di Stato, Pontificia Commissione per lo Stato di Città del Vaticano e Aif (Korazym, 1° febbraio 2012).
 Il prossimo “progress report” che il Vaticano presenterà a Moneyval a dicembre dovrà completare il processo di adeguamento alle raccomandazioni del Gafi necessario a ottenere la patente di “white list” dei Paesi virtuosi nel contrasto al riciclaggio (Corriere della Sera, 10 aprile).

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