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Sentenza choc in Olanda sulla pedofilia

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Aleteia - pubblicato il 04/04/13

Un'associazione che promuove questo crimine non può essere vietata

Con una sentenza choc, la Corte d'appello di Leeuwarden, in Olanda, ha stabilito il 2 aprile – ribaltando la sentenza di primo grado – che non deve essere vietata l'attività di un'associazione che promuove la pedofilia.

Nel giugno 2012, il tribunale civile di Assen aveva ingiunto lo scioglimento dell'associazione “Stitching Martijn” indicando che le sue proposte sui contatti sessuali tra adulti e bambini erano contrarie alle norme e ai valori della società olandese (Avvenire, 3 aprile).

La Corte di Leeuwarden ha affermato che i testi e le foto presenti sul sito web della fondazione non contravvengono la legge, aggiungendo che il fatto stesso che alcuni dei suoi membri siano stati condannati per reati sessuali – il tesoriere Ad van der Berg nel 2011 è stato condannato a 3 anni, di cui sei mesi con la condizionale, per possesso di materiale pedopornografico (Corriere della Sera, 3 aprile) – non va connesso al lavoro dell'associazione.


La Corte ha rilevato che le proposte per la liberalizzazione della pedofilia rappresentano “una seria contravvenzione di alcuni principi del sistema penale olandese”, soprattutto per quanto riguarda la minimizzazione dei “pericoli dei contatti sessuali con giovani”, ma i giudici hanno sentenziato che la società olandese è abbastanza “resistente” per affrontare “le dichiarazioni indesiderabili e il comportamento aberrante” promosso dal gruppo. L'ufficio del procuratore sta valutando l'ipotesi di un ricorso in terzo grado.

Pur riconoscendo l'aberrazione della pedofilia, non può essere negato il diritto di fare campagne per promuoverla, si deduce quindi dalla sentenza della Corte d'appello di Leeuwarden (La Stampa, 3 aprile). Una portavoce della pubblica accusa ha ovviamente definito la sentenza “deludente”.

L'associazione “Stitching Martijn” è nata nel 1982, e nel 1994 è stata espulsa dall'International Lesbian and Gay Association (Ilga). Il suo presidente è Marthijn Uittenbogaard, che nel 2006 ha fondato anche il Partito dell'amore fraterno, della libertà, della diversità (Pnvd), che proponeva tra le altre cose l'abbassamento del consenso legale agli atti sessuali dai 16 ai 12 anni (lo stesso per il voto, il gioco d'azzardo e le droghe leggere). Lo schieramento non è riuscito a candidarsi alle elezioni perché non ha raccolto abbastanza firme e si è sciolto nel 2010.

Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione Meter, impegnata da anni nella lotta alla pedofilia, ha definito quella olandese “una sentenza ridicola sulla pelle dei piccoli e i deboli”. “Non so se ridere o disperarmi. Davvero, tutto mi sarei aspettato di sentire nella mia vita meno che questo”.

“L'Europa non ha niente da dire, o è solo attenta ai soldi?”, ha chiesto. Un punto che il sacerdote trova particolarmente controverso è il fatto che secondo la sentenza la società olandese sarebbe in grado di affrontare dichiarazioni indesiderabili e comportamento aberrante. “Ma che vuol dire? Allora i giudici e le leggi non servono più, basta autolimitarsi?”.

La cosa che “fa paura seriamente”, ha commentato alla Radio Vaticana, è però il fatto che non ci sia “una reazione da parte della cosiddetta 'intelligentsia culturale', da parte della gente, da parte del mondo della politica” (Radio Vaticana, 4 aprile). Se si trattasse “di un caso giustamente da condannare di un prete pedofilo, di un vescovo coinvolto, la stampa mondiale avrebbe fatto i 'titoloni' in prima pagina”, mentre di fronte a questo prevale il silenzio, che fa emergere “la grande ipocrisia del mondo culturale”, riluttante a contrastare seriamente il fenomeno della pedofilia.

E invece l'Operazione Rescure (Salvataggio), che colpì nel 2011 il cosiddetto settore “ideologico” della pedofilia, avvenne proprio su segnalazione di Meter, e portò a 184 arresti e 670 indagati in una vastissima operazione internazionale guidata dall'Europol. Allora venne anche oscurato il sito “ufficiale” su cui si incontravano i pedofili, che a giugno di ogni anno festeggiavano anche la giornata denominata “orgoglio pedofilo”. L'operazione mise in salvo oltre 250 bambini, il numero più alto di vittime tutelato grazie a questo tipo di indagine.

“Non  è possibile giustificare, normalizzare, un fenomeno devastante nei confronti dei bambini”, ha dichiarato ancora don Di Noto alla emittente pontifica. “Il comportamento pedofilo e anche la promozione della pedofilia sono comportamenti disumani, non umani”. Servono allora “armi culturali” per combattere questa piaga, iniziando da “una società che metta al primo posto la realtà del bambino” e il suo riconoscimento come “soggetto di diritto che ha bisogno di una società che lo accompagni nella crescita psicologica, culturale e fisica”.

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