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L’intervento del cardinal Bergoglio che ha convinto i cardinali

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Aleteia - pubblicato il 27/03/13

L'arcivescovo de L'Avana rivela le parole di papa Francesco prima del Conclave

Se il Conclave nel quale è stato eletto papa Francesco è stato così breve, si deve senz’altro, tra le altre cose, all’impatto che hanno avuto le parole pronunciate da Jorge Bergoglio nelle congregazioni generali preparatorie dei cardinali.

Il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, arcivescovo de L’Avana (Cuba), ha rivelato con il permesso del papa alcuni dettagli del suo intervento, che gli è sembrato “magistrale, chiarificatore, impegnativo e certo”.

In quell’intervento, il cardinal Bergoglio tracciava così l’identikit del futuro pontefice: “un uomo che, partendo dalla contemplazione e dall’adorazione di Gesù Cristo, aiuti la Chiesa a uscire da sé per andare verso le periferie esistenziali, la aiuti ad essere la madre feconda che vive della ‘dolce e confortante gioia di evangelizzare’”.

Il cardinale Ortega ha rivelato il contenuto dell’intervento del papa nella Messa crismale che ha celebrato nella cattedrale de L’Avana la mattina del 23 marzo. “Permettetemi di farvi conoscere, come primizia quasi assoluta, il pensiero del Santo Padre Francesco su questa missione della Chiesa”, ha affermato.

L’arcivescovo de L’Avana ha quindi aggiunto di aver chiesto al cardinal Bergoglio, dopo il suo intervento nella congregazione generale dei cardinali, se aveva un testo scritto perché voleva conservarlo, ma questi ha risposto di no.

Il mattino dopo, ha proseguito il porporato cubano, “con estrema delicatezza” Bergoglio gli ha consegnato il testo dell’“intervento scritto di suo pugno, per come lo ricordava”.

Allo stesso tempo, l’arcivescovo de L’Avana ha ricevuto l’autorizzazione dal cardinal Bergoglio a diffondere queste idee, permesso che è tornato a chiedere durante un incontro successivo alla sua elezione.

La fotocopia del documento e la sua trascrizione sono state pubblicate da “Palabra Nueva”, rivista dell’arcidiocesi de L’Avana (http://www.palabranueva.net).

* * *

La dolce e confortante gioia di evangelizzare

– Si è fatto riferimento all’evangelizzazione.

– È la ragion d’essere della Chiesa.

– “La dolce e confortante gioia di evangelizzare” (Paolo VI).

– È Gesù Cristo stesso che ci spinge da dentro.

1.- Evangelizzare presuppone zelo apostolico. Evangelizzare presuppone nella Chiesa la parresia di uscire da se stessa. La Chiesa è chiamata a uscire fuori da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo geografiche, ma anche esistenziali: quelle del mistero del peccato, quelle del dolore, dell’ingiustizia, dell’ignoranza e dell’omissione religiosa, del pensiero, di ogni miseria.

2.- Quando la Chiesa non esce fuori da se stessa per evangelizzare diventa autoreferenziale e allora si ammala (cfr. la donna ripiegata su se stessa del Vangelo). I mali che si verificano nel corso del tempo nelle istituzioni ecclesiali hanno come causa l’autoreferenzialità, una sorta di narcisismo teologico. Nell’Apocalisse Gesù dice che è alla porta e chiama. Evidentemente il testo si riferisce a chi bussa da fuori per entrare, ma penso alle volte in cui Gesù bussa da dentro affinché lo lasciamo uscire. La Chiesa autoreferenziale vuole Gesù Cristo dentro di sé e non lo lascia uscire.

3.- La Chiesa, quando è autoreferenziale, senza rendersene conto, crede di avere una luce propria; smette di essere il mysterium lunae e dà luogo a quel male così grave che è la mondanità spirituale (secondo De Lubac, il male peggiore che può accadere alla Chiesa). È un vivere per darsi gloria gli uni agli altri. Semplificando, ci sono due immagini della Chiesa: la Chiesa evangelizzatrice che esce da sé, la Dei Verbum religiose audiens et fidenter proclamans, o la Chiesa mondana che vive in sé, di sé, per sé. Questo deve dar adito a possibili cambiamenti e riforme che sia necessario mettere in atto per la salvezza delle anime.

4.- Pensando al prossimo papa: un uomo che, partendo dalla contemplazione e dall’adorazione di Gesù Cristo, aiuti la Chiesa a uscire fuori da se stessa per andare verso le periferie esistenziali, la aiuti ad essere la madre feconda che vive della ‘dolce e confortante gioia di evangelizzare’.

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