Intervista al poeta e scrittore cattolico nella Giornata mondiale della poesia“La poesia parla della vita, è una forma d’arte, dà voce a un mistero. L’arte non è né ideologia, né catechismo, ma è la domanda alle grandi questioni umane. E la fede è la risposta”. È questo il senso del rapporto tra fede e poesia espresso in questa intervista da Davide Rondoni, poeta e scrittore cattolico, in occasione della Giornata mondiale della poesia.
La poesia può diventare uno strumento per la nuova evangelizzazione?
Davide Rondoni: Dipende da cosa si intende per nuova evangelizzazione la poesia non ha lo scopo di evangelizzare: è una forma d’arte, dà voce a un mistero, è una forma d’arte che mette a fuoco la vita. Tutti gli uomini hanno delle domande profonde, rispetto al mistero della vita, a cosa siamo, a cosa è adeguato al nostro cuore. Sono domande di senso. Dal momento in cui l’arte viene piegata a uno scopo che non è il suo, non va più bene.
Qual è la marcia in più dei cattolici nel comprendere il ruolo della poesia?
Davide Rondoni: I cattolici devono scoprire la poesia come arte. E questo basta. Di certo, se una persona fa un’esperienza di fede forte, comprende la poesia in pieno. Il cattolico deve trovare quello che è veramente Gesù, che non è venuto per aggiungere qualcosa ma per liberare. E un cristiano dovrebbe essere ancora più interessato all’arte. In fin dei conti, la storia dell’arte è piena di grandi artisti cristiani.
Cosa pensa di papa Francesco?
Davide Rondoni: E’ un’ottima persona, sono contento che abbia preso il nome di San Francesco, un santo poeta, che ha lodato la vita non perché la vita è bella in tutti i suoi aspetti ma perché chi ha fatto la vita è degno di lode. È un bel segnale il nome che ha assunto il nuovo Pontefice.