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Bartolomeo I all’incontro del papa con i delegati fraterni

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Aleteia - pubblicato il 20/03/13

"È un dialogo da proseguire nella carità e nella verità"

Pubblichiamo di seguito il saluto iniziale pronunciato questo mercoledì dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I in occasione dell'udienza del papa Francesco in Vaticano ai rappresentanti delle altre chiese cristiane e religioni:

Santità,

Ci rallegriamo di tutto cuore con la Vostra amata Santità, in nome del Signore onnipotente, per la vostra elezione ispirata da Dio e per la degna assunzione dei Vostri nuovi e alti doveri quale Primo Vescovo della venerabile Chiesa dell'Antica Roma, che presiede nella carità.

Succedete su questo trono al vostro predecessore Benedetto XVI,  uomo mite che si è distinto per la sua conoscenza teologica e la sua carità, il quale con spirito di coraggio ha da poco rassegnato le dimissioni dal suo ministero per motivi di salute e di affaticamento. Il compito e la responsabilità che Vi attendono sono enormi, davanti a Dio e agli uomini.

L'unità delle Chiese cristiane costituisce la prima e la più importante delle nostre preoccupazioni ed è sicuramente uno dei presupposti fondamentali affinché la nostra testimonianza cristiana possa essere credibile agli occhi dei vicini e dei lontani. Per la sua realizzazione, è necessario che il dialogo teologico già intrapreso prosegua, affinché la verità della fede, l'esperienza dei santi e la tradizione – comune all'Oriente e all'Occidente – del primo millennio cristiano possano essere insieme comprese e avvicinate in modo comune. È un dialogo da proseguire nella carità e nella verità, in spirito di umiltà e di mitezza, e attraverso le armi della verità.

La crisi economica mondiale, d'altra parte, esige in modo imperativo l'organizzazione di un'azione umanitaria per la quale avete una grande esperienza grazie al Vostro lungo e apprezzato ministero come Buon Samaritano in America Latina, dove avete sperimentato in qualità di pastore, sicuramente come pochi altri, l'amarezza della sofferenza e della miseria umana. Quelli che hanno di più devono essere stimolati ad offrire del proprio, in modo spontaneo e con gioia, a quelli che non hanno. In questo modo, per mezzo della giustizia, verrà assicurata la pace, che è la richiesta di tutti gli uomini, e l'ardente attesa di tutte le genti e di tutti i popoli.

Abbiamo il dovere di nutrire gli affamati, di vestire gli ignudi, di curare i malati, e più in generale di preoccuparci di quelli che si trovano nel bisogno, per essere degni di udire dal Signore: “Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il Regno preparato per voi” (Mt 25, 34).

La scelta della semplicità da parte della Vostra amata e onorata Santità ha reso e rende evidente il criterio che Vi guida nella scelta dell'essenziale. Ciò riempie di speranza i cuori di tutti i vostri fedeli sparsi nel mondo e in generale di tutti gli uomini: di speranza – diciamo – perché questo criterio che guida le Vostre scelte troverà una più ampia accoglienza, in modo che la giustizia e la misericordia, che rappresentano “le esigenze più essenziali della legge” (Mt 23,4), abbiano per la Chiesa l'importanza primaria che meritano.

Nel corso della storia bimillenaria della vita della Chiesa di Cristo, alcune verità del Santo Evangelo sono state distorte e travisate da parte di alcuni gruppi cristiani, con il risultato che oggi in ampi strati delle popolazioni cristiane prevalgono purtroppo concezioni mondane. È assai grave e urgente il dovere e l'obbligo da parte di tutti noi di ricordare a noi stessi, gli uni agli altri e a tutti, che Dio è disceso dal cielo sulla terra, si è fatto uomo in Gesù Cristo affinché vivessimo come “cittadini la cui patria è nei cieli” (Fil 3,20). Sì, veramente “il Signore è Dio e si è manifestato a noi” (Sal 117,27): lui che dal principio è il Creatore dell'universo e governa ogni cosa, si è abbassato fino alla morte “e alla morte di Croce” (Fil 2,8), per mostrare, attraverso la Sua Resurrezione, che è “benedetto colui che viene nel nome del Signore” (Sal 117,26) e solo nel Suo nome, a servizio dell'intero corpo, affinché tutti siamo “una cosa sola” (Gv 17,21), e “Cristo sia tutto in tutti” (Col 3,11).

La terra è lo spazio in cui esercitiamo la nostra ascesi e realizziamo la nostra incorporazione a Cristo e, per mezzo di Lui, passiamo alla vita eterna. La Chiesa benedice la vita terrena, ma non pone in essa il termine della sua missione. Noi lo sappiamo e lo confessiamo; e per questo noi, pastori e fedeli, percorriamo la via della verità, lavorando in vista delle realtà celesti attraverso quelle terrene.

Siamo certi, personalmente e come Patriarcato Ecumenico, e anche come Chiesa Ortodossa di Cristo diffusa su tutta la terra, che la Vostra Santità venerabile e amatissima nel Signore, che ora intraprende con i migliori auspici la corsa del suo ministero storico come vescovo di Roma, mostrerà un interesse particolare, in collaborazione con tutti gli uomini che hanno la capacità e la volontà di farlo, nel correggere le tendenze mondane, in modo che l'uomo possa ritornare alla sua “bellezza originaria”, quella della carità.
Preghiamo con tutto il cuore, insieme a tutti i fedeli cristiani sparsi nel mondo – e con noi prega anche l'intera umanità – affinché la Vostra Santità realizzi con successo il suo alto, grave e difficile compito.

Benedetto e glorificato sia il Signore nostro Gesù Cristo! Gloria a Dio che in ogni tempo sceglie coloro che sono degni, affinché camminino in modo degno della sua chiamata e guidino l'umanità, a gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

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