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Conversazione su Dio tra papa Francesco e un rabbino

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Aleteia - pubblicato il 14/03/13

Dialogo di Jorge Bergoglio e Abraham Skorka

Il cardinale Jorge Bergoglio e il rabbino Abraham Skorka, rettore del Seminario Rabbinico Latinoamericano, sono buoni amici, uniti dalla ricerca di Dio e dalla promozione della fraternità. Alcune conversazioni sono state registrate nel libro “Sobre el cielo y la tierra”, pubblicato nel 2012 dalla casa editrice Sudamericana (http://www.edsudamericana.com.ar).

Pubblichiamo un passo del capitolo “Su Dio”:

————–
Skorka: Ci conosciamo da molti anni e tra noi è nata un'amicizia fraterna. Quando analizzo i testi talmudici, ne trovo uno che dice che l'amicizia significa condividere pasti, momenti, ma alla fine segnala che la vera amicizia consiste nel poter rivelare all'altro la verità del cuore. È questo che è accaduto tra di noi nel corso del tempo. Credo senza dubbio che la prima cosa che ci ha uniti sia stata e continui ad essere Dio, che ha fatto incrociare i nostri cammini e ha permesso di rivelarci la verità dei nostri cuori. Anche se affrontavamo molti temi nelle nostre conversazioni abituali, non parlavamo mai esplicitamente di Dio. Tacitamente, è ovvio, era presente. Sarebbe bene iniziare questo incontro, che vorremmo lasciare come testimonianza del nostro dialogo, parlando di Colui che significa tanto nella nostra esistenza.

Bergoglio:  Che bella la parola cammino! Nell'esperienza personale di Dio non posso prescindere dal cammino. Direi che Dio si trova camminando, cercandolo e lasciandosi cercare da Lui. Sono due cammini che si incontrano. Da un lato il nostro che lo cerca, spinto da quell'istinto che fluisce dal cuore. E poi, quando ci incontriamo, ci rendiamo conto che Egli ci cercava da prima, ci ha anticipati. L'esperienza religiosa iniziale è quella del cammino: “Vàttene dal tuo paese (…) verso il paese che io ti indicherò” (Genesi 12,1). È una promessa che Dio fa ad Abramo. E in questa promessa, in questo cammino, si stabilisce un'alleanza che si va consolidando nei secoli. Per questo dico che la mia esperienza di Dio avviene nel cammino, nella ricerca, nel lasciarmi cercare. Può accadere per varie vie: quella del dolore, quella della gioia, quella della luce, quella dell'oscurità.

Skorka: Ciò che lei dice mi richiama vari versetti biblici. Ad esempio, quando Dio dice ad Abramo: “Cammina davanti a me e sii integro” (Genesi 17,1). O quando il profeta Michea vuole spiegare al popolo di Israele ciò che Dio attende, e quindi gli dice: “Praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio” (Michea 6,8). Senza dubbio, l'esperienza di Dio è dinamica, per usare una parola che abbiamo imparato nelle nostre scienze esatte comuni [Abraham Skorka è laureato in Chimica e Jorge Bergoglio è tecnico chimico, ndr]. Cosa crede che potremmo dire, però, all'uomo in questi tempi in cui il concetto di Dio è così degradato, criticato, così mal adoperato?

Bergoglio: La cosa fondamentale che bisogna dire a ogni uomo è di entrare in sé. La dispersione è una rottura al proprio interno, non lo porterà mai a incontrare se stesso, impedisce quel momento in cui si guarda allo specchio del cuore. È qui il punto: moderarsi. Qui inizia il dialogo. A volte si crede di sapere tutto, ma non è così. All'uomo di oggi direi di fare l'esperienza di entrare nell'intimità per conoscere l'esperienza, il volto di Dio. Per questo mi piace tanto quello che dice Giobbe dopo la sua dura esperienza e dopo dialoghi che non hanno risolto nulla: “Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono” (Giobbe 42,5). All'uomo dico di non conoscere Dio per sentito dire. Il Dio vivo è quello che vedrà con i suoi occhi, dentro il proprio cuore.

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