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Chi ha stabilito la liturgia della Messa?

Eucharistie

Pascal Deloche | GoDong

don Enrico Finotti - pubblicato il 07/03/13

Chi ha “inventato” come dovesse essere articolata e celebrata la Messa, quali dovessero essere le letture, i gesti da compiere etc.?

Occorre aver chiara la distinzione classica tra istituzione divina e istituzione ecclesiastica. Ciò significa che la sostanza del Sacrificio eucaristico è stata istituita dal Signore e tale nucleo divino si realizza nella consacrazione e nella comunione. La Chiesa poi, fin dall’epoca apostolica, ha rivestito il nucleo del mistero con riti, gesti, preghiere e simboli che dovevano proteggerlo, esplicarlo e solennizzarlo. Quest’opera della Chiesa si sviluppò in coerenza con la tradizione cultuale dell’Antico Testamento e assunse anche le migliori espressioni dei popoli evangelizzati lungo i secoli. In particolare la struttura fondamentale della Messa è legata ai tre gesti eucaristici del Signore, quando prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli e, similmente, il calice.

Da questi gesti sono state generate le tre parti costitutive della Messa, comuni ad ogni rito: l’offertorio, la prece eucaristica e la comunione. Queste tre parti, infatti, sono fondamentali per l’integrità della celebrazione eucaristica, in quanto, nella loro sostanza, sono state stabilite del Signore nell’atto stesso dell’istituzione. I vari Riti, secondo le diverse tradizioni liturgiche, interpreteranno con espressioni proprie e con un loro genio specifico questi tre gesti del Signore, in modo da dar origine alla molteplicità delle espressioni liturgico-cultuali nell’unica Chiesa. Anche la liturgia della Parola deriva dalla liturgia della Sinagoga, che gli Apostoli continuarono a frequentare, pur integrandola successivamente con i testi delle Scritture ispirate del nuovo Testamento.

In questo quadro di fondo si riesce a distinguere gli elementi essenziali, quelli dell’antica tradizione apostolica e quelli introdotti nelle successive inculturazioni tra i popoli. Questa analisi è necessaria per comprendere l’ambito e i limiti di ogni riforma liturgica, che deve sempre rispettare rigorosamente gli elementi di istituzione divina, ma anche quelli di origine apostolica e le migliori composizioni dei secoli successivi. In questa sinfonia di voci si inserisce pure la voce del nostro tempo, nella misura che lo Spirito Santo la ispira alla Chiesa per un ulteriore apporto di arricchimento del patrimonio liturgico.

Infine, occorre ricordare con determinazione che la Messa, come tutte le altre azioni liturgiche sono proprietà della Chiesa e non possono essere manipolate dai privati. Per questo ogni intervento in materia liturgica è di esclusiva competenza dell’autorità della Chiesa e nessuno può mutare, aggiungere o togliere alcunché ai riti stabiliti dalla Chiesa (SC22). Solo a questa condizione è possibile elevare a Dio un culto conforme alle sue leggi e garantite a tutti i fedeli il diritto di accedere al culto proprio dell’intero popolo di Dio.

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