Aleteia logoAleteia logoAleteia
martedì 23 Aprile |
Aleteia logo
Chiesa
separateurCreated with Sketch.

“Un paio di mani sicure”: il cardinale Angelo Bagnasco

padre Dwight Longenecker - pubblicato il 06/03/13

Un suo pontificato sarebbe una macchina efficiente

È  inevitabile che i candidati italiani al pontificato siano coinvolti nell’agitazione interna alla Chiesa italiana. Il cardinale Angelo Bagnasco ne è un esempio perfetto.

 Nato a Pontevico e cresciuto a Genova, il giovane Angelo Bagnasco ha iniziato a servire la Messa come chierichetto a sei anni. All’epoca degli studi elementari ha sentito la chiamata al sacerdozio. Dopo le superiori si è laureato in Filosofia presso l’Università di Genova ed è diventato docente di Metafisica e di Ateismo moderno. È stato cappellano degli studenti e degli scout. Nel 1998 è stato nominato vescovo di Pesaro, e in seguito promosso ad arcivescovo di Genova nel 2006. Un anno dopo è stato creato cardinale. Poco dopo è stato nominato presidente della Conferenza Episcopale Italiana da papa Benedetto XVI.

John Allen, corrispondente vaticano per il National Catholic Reporter, spiega che è stato un candidato di compromesso tra i moderati e i conservatori e tra i poteri istituiti nella Chiesa cattolica: il cardinale Camillo Ruini e il potere in ascesa del cardinale Tarcisio Bersone, che sotto papa Benedetto è stato Segretario di Stato (la seconda posizione più potente in Vaticano, dopo il pontefice stesso). Secondo Allen, Bagnasco ha ottenuto l’incarico di guida dei vescovi italiani perché si pensava che sarebbe stato “un sicuro paio di mani”.

I non italiani – a volte portati a guardare ai giochi di potere nella Chiesa italiana come a una sorta di faide tra famiglie mafiose – potrebbero voler evitare questi intrighi della Chiesa nazionale e chiedersi soprattutto che tipo di uomo sia Bagnasco.

Intelligente ed eloquente, conservatore, ha uno stile pastorale conciliatore e consultivo. Allo stesso tempo, si è dimostrato un leader forte e deciso. Ha guidato l’opposizione della Chiesa italiana al “matrimonio” omosessuale, paragonando l’omosessualità all’incesto e alla pedofilia. John Allen riferisce che nella tormenta di critiche seguite a queste affermazioni Bagnasco ha ricevuto una lettera anonima giunta presso il suo ufficio e contenente un proiettile e una fotografia del cardinale con sopra una svastica.

Come sarebbe un pontificato di Bagnasco? Riporterebbe innanzitutto invariabilmente il centro della Chiesa in Italia. Il cardinale parla varie lingue, ma non ha grande esperienza di Chiesa globale. È un buon operatore politico e sarebbe capace di gestire la delicata opera di riforma della Curia e della negoziazione delle politiche italiane, ma ci si chiede se abbia l’esperienza e la capacità di muoversi molto al di là della Chiesa italiana.

Un papato di Bagnasco sarebbe una macchina efficiente e curata, ma sembra che ci sarebbe poco di brillante e ispiratore, di stimolante. Sembra una figura dell’establishment – capace e affidabile, ma non dinamica e carismatica. Se Giovanni Paolo II era un attore, un poeta, un filosofo e un discepolo appassionato, Bagnasco sarebbe un pastore affidabile. Se Benedetto XVI era un mentore gentile ed erudito, un esperto e un pastore, Bagnasco sarebbe un amministratore, un politico e un moderatore.

È quello di cui la Chiesa ha bisogno in questo momento? I cardinali dovranno decidere su questo aspetto cruciale mentre si accingono a partecipare al conclave. La Chiesa ha bisogno di un paio di mani sicure come quello del cardinal Bagnasco o di qualcuno che sappia rovesciare i banchi nel tempio e ripulire la Chiesa e il mondo con il vortice e il fuoco dello Spirito Santo?

Tags:
conclavepapabili
Top 10
See More