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Non sono le primarie per il nuovo papa

Chiara Santomiero - pubblicato il 04/03/13

Le Congregazioni generali e il governo della Sede vacante

“Apostolica Sedes dum vacat, regimen Ecclesiae concreditur Cardinalium Collegio”. Niente paura, significa che “al Collegio dei cardinali, dunque, nel tempo in cui la Sede apostolica è vacante, è affidato il governo della Chiesa”. E’ la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis a prevederlo. I cardinali sono i principali collaboratori del papa e in sua assenza spetta a loro occuparsi della Chiesa, anche se il loro potere non è illimitato.

Esso riguarda:

a)      il disbrigo degli affari ordinari, cioè tutte le questioni della vita quotidiana della Sede apostolica;

b)      le questioni che richiedono un intervento urgente immediato;

c)      soprattutto, la preparazione dell’elezione del pontefice.

In che modo il Collegio dei cardinali provvede a tutte questi compiti? Attraverso le Congregazioni.

Ne esistono di due tipi:

–         generale: comprendono tutti i cardinali del Collegio, elettori e non elettori;

–         particolare: è composta dal cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa e da tre cardinali detti Assistenti. Questi sono estratti a sorte tra i cardinali elettori già pervenuti a Roma, uno per ciascun ordine (vescovi, presbiteri, diaconi) e durano in carica tre giorni. Dopo di che vengono sorteggiati altri tre che pure durano in carica tre giorni e così via. Si occupa di gestire le questioni ordinarie.

Le Congregazioni generali che precedono l’elezione sono dette preparatorie e devono svolgersi con ritmo quotidiano.

Nelle prime a ogni cardinale viene consegnata una copia della costituzione Universi Dominici Gregis ed essi hanno la possibilità di proporre questioni circa il significato delle norme e la loro applicazione. E’ ritenuto anche opportuno che si legga la parte della costituzione che riguarda la Sede vacante.

Quindi i cardinali prestano giuramento, prima collettivamente attraverso una formula letta dal cardinale decano che li impegna ad osservare la costituzione apostolica e a mantenere il segreto circa l’elezione del Sommo Pontefice e su tutto ciò che durante la Sede vacante richieda lo stesso tipo di segreto. Quindi i cardinali giurano singolarmente, mettendo la mano sul Vangelo e aggiungendo: “Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli, che tocco con la mia mano”.

In una delle congregazioni immediatamente successive i cardinali devono prendere alcune altre decisioni, le prime delle quali riguardano normalmente i funerali del pontefice defunto e le celebrazioni per i giorni di lutto.

Essi devono inoltre:

–         sollecitare la Commissione composta dal camerlengo e da altri due cardinali perché predisponga tutto quanto necessario alla preparazione degli alloggi dei cardinali e del personale addetto e alla sistemazione della Cappella Sistina perché le operazioni relative all’elezione possano svolgersi “in modo agevole, ordinato e con la massima riservatezza”;

–         affidare a due ecclesiastici il compito di dettare ai cardinali due “ponderate meditazioni” circa i problemi della Chiesa in tale momento e la scelta illuminata del nuovo Pontefice e stabilire il giorno e l’ora della prima;

–         provvedere a far annullare l’Anello del Pescatore e il Sigillo di piombo con il quale sono spedite le lettere apostoliche,

–         disporre l’assegnazione per sorteggio delle stanze ai cardinali elettori;

–         stabilire giorno e ora dell’inizio delle operazioni di voto.

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