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Il cardinale Ouellet, poliglotta e curiale di lungo corso

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GALAZKA/SIPA

padre Dwight Longenecker - pubblicato il 28/02/13

Il porporato canadese è attualmente prefetto della Congregazione per i Vescovi

Uno dei più accreditati candidati al pontificato è il cardinale Marc Ouellet, originario del Canada. Il porporato compirà 69 anni a giugno, e attualmente è prefetto della Congregazione per i Vescovi. Ha quindi la responsabilità di quella parte della Curia che sovrintende la selezione dei vescovi per le diocesi di tutto il mondo.

Il cardinale Ouellet è anche presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. In precedenza ha lavorato presso la Congregazione per il Clero ed è stato segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Oltre a guidare la Congregazione per i Vescovi e la Pontificia Commissione per l’America Latina, ha una lunga lista di altri incarichi in commissioni, consigli e comitati curiali.

Il suo curriculum accademico non è di poco conto: ha una laurea in Filosofia e un dottorato in Teologia dogmatica, ed ha trascorso buona parte del suo ministero insegnando o come rettore di seminari. Fa parte del prestigioso movimento teologico “Communio” e parla correntemente inglese, francese, spagnolo, portoghese, italiano e tedesco.

Il cardinale Ouellet è noto per essere un conservatore ma non intransigente. Come prefetto della Congregazione per i Vescovi, sarebbe stato coinvolto nella promozione di vescovi come Timothy Dolan a New York e Charles Chaput a Philadelphia.

Come possibile pontefice, sarebbe una scelta interessante – essendo un canadese francofono, condivide la cultura europea in modo superiore rispetto alla maggior parte dei nordamericani, e tuttavia appartiene al Nuovo Mondo. Con la sua esperienza come missionario in America Latina e come presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, ha sperimentato le necessità della Chiesa nei Paesi in via di sviluppo.

Com’è, però, come persona? Il reporter John Allen afferma che è un uomo profondamente spirituale e sensibile, che si emoziona di fronte alla folla e vive la fede in modo profondo e personale. In privato è spiritoso e caloroso, ma a volte in pubblico appare rigido e formale.

Con la sua mentalità accademica e la sua natura riservata, per alcuni non avrebbe la personalità carismatica e dinamica necessaria a comunicare il Vangelo in un mondo di notizie istantanee e riconoscimento globale. I critici sostengono che non è riuscito a raddrizzare la sua arcidiocesi di Montreal, come sottolinea l’allarmante declino dei cattolici praticanti nella regione. Se non è riuscito a raddrizzare Montreal, sarebbe in grado di invertire il declino della Chiesa cattolica nel mondo?

Il cardinale Ouellet ha affermato di non aspirare all’incarico e che “essere papa sarebbe un incubo”. Il realismo si aggiunge quindi alla lista delle sue caratteristiche, ma questa esitazione indica una debolezza? È troppo gentile per portare avanti il lavoro di pulizia all’interno della Curia e mettere in atto una vera riforma di un sistema spesso arcaico e difensivo?

Il problema nei confronti di gran parte delle critiche verso Ouellet e gli altri cardinali è che si basano su un modello politico, secolare, limitato. Dire che un vescovo non ha “raddrizzato” la sua diocesi vuol dire paragonarlo al CEO di una compagnia in perdita. Osservare che un uomo può essere troppo debole per mettere ordine in Curia, equivale a non tenere conto del fatto che un leader cristiano può ripulire dalla corruzione più con il suo esempio di santità che adottando strategie da uomo di polso.

Infine, e aspetto più importante di tutti, le critiche secolari dei vari candidati ignorano le dinamiche interne della Provvidenza divina. Dio sa le cose meglio dei giornalisti, e sa più delle informazioni contenute nei dossier su una persona.

Conoscendo le qualità interiori di un uomo, Dio sa correre qualche rischio e offrire qualche sorpresa. La debolezza di Ouellet potrebbe rivelarsi la sua forza, e un pontificato di Ouellet potrebbe combinare una dolce spiritualità e sensibilità francese con l’ingegno acuto, la prospettiva internazionale e una forza di carattere interiore espressa in uno stile cortese e pastorale.

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