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Elezioni 2013: a pochi giorni, ancora milioni di indecisi

Aleteia - pubblicato il 19/02/13

I vescovi ribadiscono l'appello a difendere le questioni etiche

A pochi giorni dall'appuntamento elettorale del 24 e 25 febbraio, sono tanti gli italiani ancora indecisi sullo schieramento a cui dare la propria preferenza o tentati dall'astensione.  Secondo un sondaggio di Renato Mannheimer per il “Corriere della Sera” rappresenterebbero il 30% dell'elettorato, 5 milioni (Corriere della Sera, 19 febbraio). Una quota rilevante di cittadini arriva dunque alla scelta definitiva solo all'ultimo momento, anche in base alle dichiarazioni (e alle promesse) di questo o quel candidato. Per questa ragione, le battute finali della campagna elettorale saranno decisive per la scelta di molti.  

Tra gli indecisi non mancheranno sicuramente i cattolici. In tale contesto, il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha inviato un messaggio ai fedeli esortandoli a prendere posizione sulle questioni fondamentali “anche mediante lo strumento democratico fondamentale del voto”. “Non sarà mai perdonato ai cristiani di continuare a essere culturalmente irrilevanti”, ha aggiunto (Tempi, 16 febbraio).

Il porporato ha indicato i criteri che devono guidare la scelta dei credenti: “rispetto assoluto di ogni vita umana; costruzione di un rapporto giusto fra Stato, società civile, persona; salvaguardia dell’incomparabilità del matrimonio – famiglia e loro promozione; priorità del lavoro in un mercato non di competizione, ma di mutuo vantaggio; affermazione di una vera libertà di educazione”.

“Se con giudizio maturo riteniamo che nessun programma politico rispetti tutti e singoli i suddetti beni umani, diamo la nostra preferenza a chi secondo coscienza riteniamo meno lontano da essi, considerati nel loro insieme e secondo la loro oggettiva gerarchia”, ha osservato il cardinale Caffarra.

Anche il presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, si è più volte espresso ultimamente per sottolineare l'importanza che i cattolici partecipino all'appuntamento elettorale, rifuggendo lo scoraggiamento e l'astensionismo. “Partecipare è dovere irrevocabile, specie se si pretende di inserire questa prossima scelta in un quadro più maturo che coinvolga nei debiti modi l’intera vita civile” (Agenzia Sir, 18 febbraio).

In un'intervista a “Famiglia Cristiana” aveva invece richiamato i cattolici a “una concreta convergenza sulle questioni eticamente sensibili” perché “non si possono affrontare problemi come la crisi del mondo del lavoro, le disuguaglianze sociali, la questione ambientale, mettendo tra parentesi i valori di partenza, come il rispetto per la vita, il sostegno alla famiglia, la libertà di educazione” (Avvenire, 22 gennaio).


Molti religiosi e non solo, ad ogni modo, non potranno neanche votare. Non sono infatti solo gli studenti impegnati in programmi all'estero a vedersi ostacolati nella possibilità di partecipare alle elezioni, ma anche i sacerdoti, le suore, i cooperanti e i volontari impegnati fuori confine, oltre 10.000 persone (Avvenire, 16 febbraio).

 A questo proposito, il presidente del Focsiv-Volontari nel mondo, Gianfranco Cattai, ha scritto una lettera aperta destinata al Presidente della Repubblica Napolitano, al premier Monti, al ministro degli Interni e a quello degli Esteri sottolineando che queste categorie, se non iscritte all'Aire (Anagrafe italiani residenti all'estero), non possono esercitare il loro diritto di voto. In questo modo, ha denunciato, si trattano “da cittadini di serie B tutte quelle persone che portano nel mondo l'immagine di un'Italia solidale, costruttrice di pace, capace di servizio e impegno”.

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