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“Verso la guarigione e il rinnovamento” un anno dopo

Avvenire - Vatican Insider - pubblicato il 06/02/13

Presentati gli Atti del simposio contro gli abusi sessuali sui minori

L’anno scorso il Simposio “Verso la guarigione e il rinnovamento” organizzato dall’Università Gregoriana con il sostegno della Curia vaticana, ha fatto il punto sul doloroso tema degli abusi sessuali a danno di minori avvenuti nella Chiesa. Dodici mesi dopo, nella stessa Università dei gesuiti, sono stati presentati gli Atti del simposio e sintetizzato il percorso attuato in materia di formazione e prevenzione.

Benedetto XVI, ricorda su Avvenire Salvatore Mazza, ha affrontato decisamente il problema degli abusi sui minori compiuti da sacerdoti, non solo a parole ma con fatti precisi. «E non solo sotto la pressione mediatica per gli scandali che hanno percorso Irlanda e Stati uniti, Germania e Belgio, ma anche – soprattutto – prima e dopo (…) spronando a non "abbassare la guardia" anche quando, spenti telecamere e riflettori, nessuno sembra pensarci più. Anche la presentazione, ieri, degli atti del Simposio svoltosi alla Gregoriana un anno fa, e del resoconto delle prime attività del Centro per la protezione dei minori, rientra in quel "dopo" in cui, silenziosamente ma tenacemente, rispetto al problema degli abusi Papa Ratzinger sta "rimodellando" la Chiesa secondo un criterio che, dalla formazione degli aspiranti al sacerdozio fino all’agire concreto di fronte al male compiuto, è di rigore assoluto» (Avvenire, 6 febbraio)

Le indicazioni date in materia mettono al primo posto l’attenzione alle vittime e il dovere di collaborazione con le autorità civili evitando, per un malinteso senso di protezione della Chiesa, omissioni e silenzi. «Sulla base di questi criteri generali, da inizio 2013 tutte le Conferenza episcopali del mondo si sono dotate di linee-guida per affrontare in futuro casi di abusi che si dovessero ripetere, e anche questo fa parte del muoversi nel "dopo", nella quotidianità, di una Chiesa che vuol trasformare in un nuovo inizio anche una simile tragedia che l’ha attraversata» (Avvenire, 6 febbraio).

"Abbiamo tragicamente fallito e troppo spesso non siamo stati in grado di ascoltare il grido delle vittime", ha detto alla conferenza stampa della Gregoriana p. Robert Oliver, il nuovo promotore di giustizia appena insediato alla Congregazione per la dottrina della fede. «Padre Oliver si è fatto le ossa Oltreoceano. Boston, la sua  diocesi, è stato il baricentro della prima ondata di scandalo, che scosse la Chiesa statunitense nel 2002. (…) "Il mio lavoro negli Stati Uniti è stato plasmato da quello che ho visto", ha detto ai giornalisti di diversi paesi presenti alla Gregoriana. "Spero di servire in questo modo il mio nuovo servizio in continuità con i miei superiori e, in particolare, con il mio predecessore Charles Scicluna”. (…) “Conosco bene Scicluna e ho lavorato con lui per dieci anni", ha raccontato Oliver ai cronisti. Le ha lasciato qualche indicazione? "Pregare, ascoltare le vittime e rimanere con loro, anche se a volte, di fronte a certi racconti, si vorrebbe fuggire"» (Il Mondo, 5 febbraio).

Padre Oliver «ha spiegato che la Congregazione riceve una media di 600 segnalazioni di abusi all’anno, da tutti i Continenti, dopo un picco registrato nel 2004 di ben 800 casi. Quasi tutte le segnalazioni si riferiscono ad abusi commessi nei decenni tra il 1965 il 1985. Padre Oliver ha anche spiegato che circa tre Conferenze episcopali su quattro, nel mondo, hanno già sottoposto le loro linee guida sugli abusi come richiesto dal Vaticano, e che la Congregazione ha iniziato a rispondere inviando le proprie osservazioni. Per il sacerdote di fronte al fenomeno degli abusi sono stati compiuti “straordinari passi avanti”. (…) La nostra vocazione – ha aggiunto – è essere a servizio di ogni persona umana: in cammino verso la guarigione e il rinnovamento. La Chiesa si è messa su questa strada”» (Vatican Insider, 5 febbraio).

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