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Perché due omosessuali non possono formare un matrimonio?

padre Angelo Bellon, o.p. - pubblicato il 05/02/13

Passa l’Equal Marriage e in questo modo Londra dice sì alle nozze gay. Sposarsi tra persone dello stesso sesso diventa un diritto come votare.

1. Per suffragare il matrimonio per le coppie omosessuali alcuni fanno il seguente ragionamento: come il diritto di voto ad un certo momento è stato esteso dagli uomini anche donne e come tanti diritti inizialmente erano propri di alcune categorie di persone e adesso sono diventati diritti comuni, così si deve estendere il diritto di matrimonio dalla coppia eterosessuale alla coppia omosessuale. Sarebbe una questione di civiltà, anzi di giustizia. Anche in Italia si deve compiere questo passo. Ebbene, quasi anticipando la conclusione, non è difficile dimostrare che non solo in Italia una coppia di omosessuali può unirsi in matrimonio, ma anche là dove la loro unione viene registrata come matrimonio, di fatto non è un matrimonio.

2. Che cos’è infatti il matrimonio? Il matrimonio è quel patto che ha come obiettivo la trasformazione di due persone in marito e moglie. Prima del matrimonio c’erano due persone che si volevano bene, che avevano il progetto di dedicarsi l’una all’altra. Ma adesso col matrimonio non c’è solo la volontà di dedicarsi l’uno all’altro, ma di donarsi in totalità, anche sotto l’aspetto biologico, una donazione che è così profonda e così totalizzante che impegna ambedue per sempre nella generazione e nell’educazione dei figli.

3. Nell’unione omosessuale la donazione, anche nell’intimità corporale, non è una donazione nella quale si dona la propria capacità di diventare padre e madre. Questa donazione assolutamente non c’è. Sia il patto di unione sia la donazione corporale vicendevole tra due omosessuali non fa mai diventare marito e moglie. Manca alla base la possibilità di diventarlo.

4. Tra omosessuali l’uso della genitalità è sprovvisto della sua elementare finalità naturale.
A questo proposito non si possono non osservare tre cose che sono di evidenza palmare:
1. la differenziazione sessuale è ordinata alla procreazione;
2. l’uso stesso della genitalità, indipendentemente da ciò che concretamente fanno i partner, ha come suo obiettivo intrinseco la secrezione di ciò che è ordinato alla procreazione;
3. esaurita la funzione biologica procreativa e secretiva che gli è intrinseca, l’atto cessa. Non può essere continuato, nonostante la volontà di chi lo compie.

È la natura che mette davanti a tutti queste elementari nozioni. Ed è sempre la natura che fa comprendere che l’uso della genitalità in un rapporto omosessuale non è secondo natura. La genitalità e il suo uso non sono fatti per l’accoppiamento omosessuale.

5. Circa l’estensione giuridica di un diritto (l’obiezione iniziale) bisogna dire che ci si trova dinanzi ad un equivoco. Ad esempio: Il diritto di votare è insito in ogni persona che abbia raggiunto la maggiore età. Ognuno ha il dovere e il diritto di partecipare alla vita della società, anche con l’espressione del proprio voto. Si tratta di un diritto assoluto inerente ad ogni persona umana. Ma nello stesso tempo si tratta anche di un diritto condizionato, perché si richiede che il soggetto abbia la maggiore età. È necessario pertanto distinguere tra diritti assoluti e diritti condizionati.

6. Il diritto alla vita e il diritto di essere considerato persona sono diritti di cui ognuno gode in maniera assoluta. Questi diritti non possono essere condizionati in nessuna maniera dall’autorità civile. L’autorità civile ha il compito di riconoscere questo diritto e di tutelarlo.

7. Talvolta ad un diritto assoluto è collegato un diritto condizionato. Ad esempio ognuno ha il diritto assoluto di diventare medico. Nessuno può proibire ad una persona di fare gli studi per essere abilitato a diventare un buon medico. Ma l’esercizio dell’attività medica è un diritto condizionato. Perché uno ne fruisca si richiede che abbia studiato, si sia laureato, abbia fatto una certa pratica, ecc…

8. La stessa cosa vale anche per il matrimonio. Ognuno ha il diritto assoluto di sposarsi. Ma la società riconosce che uno possa esercitare questo diritto a determinate condizioni: il sesso, l’età…Allora è evidente che due persone dello stesso sesso non hanno le condizioni per potersi sposare, per diventare marito e moglie. Al massimo la società potrà registrare la loro unione, ma non potrà mai dire che si tratta di un matrimonio senza stravolgere il concetto basilare di matrimonio. Il matrimonio infatti è essenzialmente un’altra cosa.

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