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Monsignor Louis Sako, nuovo patriarca di Babilonia dei Caldei

Agenzia Fides - Asia News - Radio Vaticana - Vatican Insider - pubblicato il 02/02/13

Il motto della Chiesa caldea in Iraq: “autenticità, unità, rinnovamento”

“Autenticità, unità, rinnovamento” è il significativo motto scelto dal nuovo patriarca di Babilonia dei Caldei, monsignor Louis Sako, finora arcivescovo di Kirkuk, in Iraq. Monsignor Sako è stato canonicamente eletto dal sinodo dei vescovi della Chiesa caldea – convocato dal papa a Roma dal 28 gennaio – superando la maggioranza richiesta dei due terzi dei 15 vescovi votanti (sette provenienti dall’Iraq, due dall’Iran, due dagli Stati Uniti, uno da Libano, Siria, Australia e Canada). Ha assunto il nome di Louis Raphaël I Sako (Agenzia Fides, 1° febbraio).

La Chiesa caldea, ha sottolineato, deve essere “segno di speranza, di testimonianza e di comunione, nonostante le difficoltà”. Per questo, ha auspicato una “casa caldea” “sempre aperta alle altre Chiese e anche ai nostri concittadini musulmani” e ha invitato i suoi connazionali di tutte le confessioni religiose a lavorare insieme “nella difesa della dignità umana e di una convivenza armoniosa, basata sull’uguaglianza di diritti e doveri per tutti i cittadini”.

In un’intervista rilasciata all’agenzia Fides alla vigilia della sua elezione, il presule aveva riconosciuto che il cammino della Chiesa in Iraq è “aspro e faticoso”. “Si dice che qui è fiorito il cristianesimo e che la nostra presenza è importante, ma non si dice mai cosa rende possibile perseverare nella speranza”. Tutto, però, si può affrontare “sperando nel Signore”: “siamo un piccolo gregge, ma siamo il Suo gregge, e non è importante il numero” (Agenzia Fides, 23 gennaio).

Monsignor Sako è stimato e conosciuto da Benedetto XVI, che nel 2010 ha accolto la sua richiesta di un convocare un Sinodo per il Medio Oriente. La sua è una figura pastorale ed equilibrata, ed è stato vescovo in una delle zone più difficili del Paese (Vatican Insider, 1° febbraio).

Per il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, la sua elezione è “una scelta che può dare speranza alla Chiesa caldea in Iraq e anche a tutti quelli che vivono nella diaspora” (Radio Vaticana, 1° febbraio).

Le sfide principali della Chiesa caldea, ha osservato, sono quelle della Chiesa in generale, a partire dalla carenza di fede. “I cristiani sono pochi e molti dei nostri hanno dovuto fuggire, migrare, andare altrove per cercare quella pace e quella sicurezza che mancavano nella loro patria. In questa situazione di violenza e di sofferenza, la fede si è affievolita”. Un’altra sfida importante è quella del dialogo ecumenico e di quello interreligioso, soprattutto con l’islam in difesa l’importanza della dignità della persona umana (Radio Vaticana, 28 gennaio).

Fra i maggiori desideri del nuovo patriarca c’è il ritorno in patria dei cristiani fuggiti dall’Iraq, ai quali bisogna preparare “il terreno e le condizioni per il rientro”. “Faremo tutto ciò che possiamo per la Chiesa e la Nazione – ha dichiarato –: siamo un piccolo gruppo, ma vogliamo essere un segno di speranza per tutti” (AsiaNews, 1° febbraio).

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