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Cattolici in rete: sì all’amore per l’ortodossia ma no all’aggressività

Aleteia - pubblicato il 25/10/12

Per mons. Celli, l’annuncio evangelico non va gridato, è accoglienza dell’altro

Nell'Anno della Fede, il responsabile del dicastero per le Comunicazioni Sociali, sottolinea la necessità di dialogare con la cultura digitale.

Nell'Anno della Fede, la comunicazione è “un'urgenza da approfondire e una prospettiva da considerare”, ma il tutto senza scadere in atteggiamenti aggressivi. L'amore per l'ortodossia non deve infatti far dimenticare che quello della Chiesa è un cammino di apertura all'uomo.

Monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni  sociali, lo ha sottolineato introducendo il 22 ottobre il corso di formazione teologico-pastorale sul tema “Pastori per la Comunicazione della fede”, organizzato dalla Pontificia Università Lateranense in collaborazione con l'Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma.

Internet e la rete, ha indicato, “sono l'ambiente dentro cui l'uomo d'oggi vive e si esprime” (Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, 24 ottobre). Per questo, bisogna “accettare la sfida insita nell'avvento delle tecnologie comunicative”. “Non averne paura significa aver compreso che non si usa Internet per evangelizzare, ma evangelizziamo in Internet”.

Accettare le sfide che la cultura digitale pone oggi alla società e alla Chiesa è un segno di “disponibilità al dialogo”, ma quest'ultimo deve essere sempre caratterizzato dal profondo rispetto, oltre che dal silenzio e dall'ascolto dell'altro, per essere davvero un'occasione di arricchimento.

“Non amo un atteggiamento aggressivo, come spesso mi capita di riscontare in certi siti cattolici”, ha confessato monsignor Celli. “So bene che simile aggressività nasce dall'amore per l'ortodossia e in nome dell'apologetica. Ma il cammino della Chiesa è un cammino di apertura all'uomo accanto al quale siamo chiamati a camminare, guardandolo con simpatia”.

 La necessità di un dialogo rispettoso e privo di aggressività era stata indicata dal presule già introducendo il Vatican blog meeting nel 2011, quando invitò i membri attivi della “blogosfera” al “rispetto per le verità altrui pur nella consapevolezza di ciò che portiamo in cuore nella convinta ed appassionata adesione al Cristo Signore”. In occasione di quell'incontro, monsignor Celli ha ribadito che la Verità deve essere annunciata “nella sua integralità, senza sconti e senza camuffamenti”, “ma lo si deve fare con uno stile rispettoso degli altri” (Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, 2 novembre 2011).

L’annuncio evangelico non deve “essere gridato”: “è testimonianza, comunicazione di vita, accoglienza dell’altro, atteggiamento di ascolto e nello stesso tempo è espressione integrale di quella verità che io porto nel mio cuore cattolico”. A questo proposito, papa Benedetto XVI dà “un grande esempio”, con uno stile che “non è né aggressivo, né caustico, né pesante, ma pacato: dice tutto, però senza urlare. Annuncia qualcosa più grande di lui, con umiltà, con discrezione, considerando gli altri come persone in ascolto, non come nemici da distruggere”. 

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