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Con la scusa della libertà, in Occidente si ridicolizza la religione

Aleteia - pubblicato il 24/09/12

Padre Samir: le reazioni al film anti-islam riflettono la diversità culturale

Le proteste che hanno acceso il mondo islamico dopo la produzione di un film anti-islam negli Stati Uniti e la diffusione di vignette satiriche su Maometto sulla rivista francese Charlie Hebdo hanno fatto emergere la profonda spaccatura che separa le diverse culture.

 Lo ha affermato padre Samil Khalil Samir, noto esperto di islam, sottolineando come le manifestazioni di protesta nascano “da un vero grosso problema” che si verifica in Medio Oriente. “Non si comprende la libertà quasi assoluta che c'è negli Stati Uniti”, ha osservato (AsiaNews, 21 settembre 2012).

“Inoltre, non c'è la minima idea della libertà di espressione, per il fatto che viviamo in Paesi di dittatura. Infine, la libertà di coscienza (non di religione) è un concetto inesistente”.

L'estraneità del Governo americano alla produzione del film anti-islam, ha spiegato il sacerdote, risulta incomprensibile nei Paesi arabi, “perché da noi vige la censura e il controllo sui media”. Allo stesso modo, “i musulmani hanno dei 'tabù sacri', che portano alla condanna di tutti questi cosiddetti 'peccati di blasfemia', in particolare in Pakistan”.

Le reazioni dei musulmani sono ad ogni modo “eccessive” per padre Samir. “Nel mondo occidentale, le provocazioni contro la religione cattolica sono molto più numerose e talvolta molto più pesanti”. Al di là delle esagerazioni, tuttavia, l'islam “punta il dito a qualcosa di vero: con la scusa della libertà, in Occidente si tende a ridicolizzare la religione”.

Le proteste di questi giorni rischiano di dare dell'islam l'immagine di una religione violenta. “Islam non significa violenza”, ha affermato Ibrahim Shamseddine, presidente dell'Association for Charity and Culture e un membro fondatore del Forum per il dialogo libanese (Il Sussidiario, 17 settembre 2012). “Il problema è che la religione in generale continua a venir giudicata dagli atti di alcuni dei suoi fedeli invece che dagli insegnamenti”.



Della stessa idea anche l'arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato: “Il volto autentico dell'islam non corrisponde a quello rappresentato dai fondamentalisti” (L'Osservatore Romano, 21 settembre). “Il credente musulmano autentico è di per sé moderato e, proprio grazie alla sua religiosità, è capace di intuire se qualcuno viene in nome di Dio o se è un propagatore di idee vuote”, ha aggiunto.



Secondo il teologo musulmano Adnane Mokrani, ci sono sia in Occidente che nel mondo islamico gruppi che lavorano per alimentare l'odio nei confronti dei musulmani oppure spingere alla violenza i fondamentalisti. Ecco allora che “la reazione più corretta dei musulmani di fronte a queste provocazioni dovrebbe essere ignorarle. Perché ciò che vogliono coloro che hanno prodotto il film e le vignette sono proprio queste reazioni violente” (Radio Vaticana, 22 settembre).

“Insomma i musulmani non dovrebbero cadere in queste trappole – ha concluso Mokrani – perché ci sono vere sfide che aspettano paesi come la Tunisia, l'Egitto e la Libia, appena usciti dalle rivoluzioni. E dovrebbero inoltre impegnarsi per aiutare in modo efficace il popolo siriano, perché il loro è un grande dramma”.

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