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Il Credo? Non è una filastrocca! Ce lo spiegheranno il Papa e don Marco Pozza

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Papa Francesco ospite di Don Marco Pozza a "Padre Nostro"

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 30/01/20

Dal 17 febbraio "Io Credo", nuova trasmissione con il Papa su Tv2000, dopo quelle ispirate a "Padre Nostro" e "Ave Maria"

«A volte recitiamo il Credo come una filastrocca, senza accorgerci che recitandolo entriamo nelle stanze più segrete della bellezza cristiana. nel cuore stesso di Dio».

“IoCredo“, dal 17febbraio su TV2000 (Canale 28), è la nuova trasmissione con don Marco Pozza e Papa Francesco.

“Credo, non credo, perché dovrei credere?”

“Io credo” conclude la trilogia sulla preghiera iniziata con “Padre nostro” nel 2017 e “Ave Maria” nel 2018. L’idea è quella di tornare alla radice di queste antichissime parole attraverso incontri e interviste, che possano stimolare domande sui grandi misteri dell’uomo e del suo destino. Otto puntate con la voce di Papa Francesco che continua ad essere parte attiva del progetto.

«E’ un viaggio che nasce nel segno dei fratelli di chi crede ciecamente, di chi non crede affatto, di chi si sta ancora chiedendo a cosa serva credere. Credo, non credo, perché dovrei credere»: così Don Marco presenta la trasmissione.




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Una “comune risposta” alla Parola di Dio

Papa Francesco spiegò il valore del Credo in una catechesi in Piazza San Pietro. «La personale risposta di fede – commentava il Pontefice – si inserisce nella professione di fede della Chiesa, espressa nel Credo. Recitato da tutta l’assemblea, il Simbolo manifesta la comune risposta a quanto insieme si è ascoltato dalla Parola di Dio. C’è un nesso vitale tra ascolto e fede. Questa, infatti, non nasce da fantasia di menti umane ma, come ricorda san Paolo, viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo».

I misteri della fede

«La fede – proseguiva il Papa – si alimenta, dunque, con l’ascolto e conduce al Sacramento. Così, la recita del Credo fa sì che l’assemblea liturgica torni a meditare e professi i grandi misteri della fede, prima della loro celebrazione nell’Eucaristia». Perché è «proprio nella fede ricevuta dagli Apostoli si innesta la fede di ogni battezzato, la cui unione a Cristo è aggiornata dalla celebrazione dell’Eucaristia» (Aci Stampa, 14 febbraio 2018).




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