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Santificare gli “avanzi” del pranzo della domenica: c’è dignità anche nello scarto

WASTE FOOD

nito|Shutterstock

Pane e Focolare - pubblicato il 22/01/20

Quando ancora non c'erano gli chef stellati, quando il cibo non era uno show, ma qualcosa di necessario e anche lussuoso, allora non si buttava nulla e gli avanzi, da semplice scarto da passare al microonde, diventavano invece materia preziosa per nuove rielaborazioni!

Pubblico volentieri questo breve post dell’amico Mario Verna, che su Facebook ci tiene compagnia con le sue #pallinedinaftalina, brevi ma profonde riflessioni sulla famiglia e sulla vita. Una brillante carriera lo ha portato ai vertici di una grande azienda automobilistica; ma senza perdere di vista i veri valori che scaldano le nostre esistenze. Oppure è proprio la bussola di quei valori a non far perdere la rotta e condurre nel porto sicuro?

La cena della domenica sera era quella degli avanzi. Nel giorno della festa, a pranzo, non erano previste mezze misure, perché, quando si fa festa, c’è bisogno di abbondanza. E per questo i preparativi iniziavano al mattino presto, con spianatoie, mattarelli e braccia forti (delle nonne) ad impastare, e l’odore di soffritto e pomodoro che accompagnava la colazione. Ma a quei tempi, la cucina circolare, che detto meglio “non si butta proprio niente”, era uno stile di vita e non un modo chic per essere cool.
FOOD WASTE
Amy Newton-McConnel|Shutterstock
La ragione era chiara e condivisa: il cibo è un dono, è il frutto di un sacrificio, il cibo è sacro. E cucinare non era uno show ma una liturgia, in cui il reality era realtà e si cucinava per amore degli altri, si cucinava per condividere. Per questo, la sera della domenica si rimettevano insieme gli avanzi del giorno, ma non con un colpetto di microonde direttamente nella vaschetta di plastica. Proprio no. Gli avanzi erano la materia prima di nuove rielaborazioni, di modifiche camouflage, di invenzioni creative, perché anche gli avanzi avevano la loro dignità. E anche a cena, la domenica, la festa era santificata, come al “banchetto del re”.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DAL BLOG PANE E FOCOLARE

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