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Emily Chapman: dall’anoressia alla conversione al Dio che si fa pane

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Di Alliance Images - Shutterstock

Una penna spuntata - pubblicato il 15/01/20

La guarigione per lei è passata anche dalla conversione al cattolicesimo. Il rifiuto sistematico del cibo che aveva danneggiato il suo fisico e la sua psiche è stato vinto anche, non solo!, da uno spirito rinnovato: Dio mi ama e si è fatto pane per essere mangiato. Ecco i 9 comandamenti per mangiare ..da cristiani!

Emily Stimpson Chapman arriva da un passato di anoressia.
Dirò di più: Emily ritiene che la sua conversione al cattolicesimo abbia giocato un certo ruolo nella sua guarigione. Le sedute di psicoterapia sono ovviamente state indispensabili, ma anche l’approcciarsi a una divinità che decide di diventare pane per farsi mangiare dai fedeli ha avuto – come dire – un certo ruolo nel farle rivalutare il suo rifiuto per il cibo.
Emily arriva da un passato di anoressia – e lo si nota moltissimo, tutte le volte che scrive di cucina. Il suo The Catholic Table. Finding Joy Where Food and Faith Meet è imperdibile proprio perché è unico, frutto di una storia personale particolarissima.

Ho già citato Emily su queste pagine per proporre le sue splendide riflessioni sul digiuno quaresimale. Quest’oggi, la cito di nuovo per proporre a tutti voi i suoi nove comandamenti per il cristiano che vuole mangiare… come un cristiano.


PREGNANT WOMAN

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Ho già detto che Emily arriva da un passato di anoressia?
Ecco, lo ripeto, perché qualcuno potrebbe far notare che questo vademecum sembra perfetto per la donna troppo attenta alla bilancia e meno valido per chi – ad esempio – indulge in abbuffate.
Pur vero. Ma con l’ossessione che molte donne d’oggi mostrano per la forma fisica, non farà male una riflessione ad hoc.

Mangia con gioia

Il cibo non è qualcosa da temere.
Il cibo è qualcosa da ricevere con gratitudine e da gustare con piacere. Per la precisione, il cibo è un dono che Dio ha voluto farci per permetterci di crescere, di essere in forze, di godere prelibatezze e di radunarci assieme attorno a una tavola.
Il cibo è grazia, e alla grazia non ci si approccia con la diffidenza di chi per prima cosa pensa “ummamma, e quanta ce n’è? no no, qui devo pesarla”

Per carità, questo non è un invito alle abbuffate. Ma è un invito al sedersi a tavola con gioia, considerando il cibo per quello che è: un dono, bellissimo e buonissimo, di cui godere nei giusti modi, senza inutili paure.

Mangia con gratitudine

Non c’era bisogno che Dio desse al cibo un sapore così buono. Però l’ha fatto. Non c’era bisogno che Dio creasse alimenti in così grande abbondanza. Però l’ha fatto. Non c’era bisogno che Dio organizzasse l’universo e l’intero volgersi degli umani eventi allo scopo di portare sulla tua tavola questa sera un piatto di agnello al curry. Però l’ha fatto.

Sono queste le riflessioni che Emily ci esorta a fare tutte le volte che ci sediamo a tavola.
Dio ci ha fatto dono di cibo abbondante, salutare, squisito. Non dimentichiamo di rendergliene grazie.

Mangia con la Chiesa

Non smetterò mai di sottolineare quanto importanti e quanto frequentemente trascurate siano, nella nostra vita di fede, queste piccole attenzioni. A molti sembrano scemenze démodé: a me sembrano gesti che hanno il potere di farci sentire – fisicamente, in ogni fibra del nostro corpo – il periodo liturgico che stiamo vivendo.

Quando la Chiesa digiuna: unisciti al digiuno.
In Quaresima, imponiti una privazione alimentare seria. Nei venerdì non quaresimali, prendi in considerazione l’idea di praticare l’astinenza dalle carni (oggi non più obbligatoria, ma consigliata. Resta comunque obbligatoria una mortificazione alternativa all’astinenza per chi decide di consumare carne i venerdì).

E quando la Chiesa festeggia: unisciti ai festeggiamenti!
Onora le domeniche con un pranzo più gustoso del solito. Commemora il tuo onomastico e le grandi feste religiose con un dolce e una bottiglia di buon vino.

Ricordiamocelo: non siamo esseri incorporei. Vivere la fede in modo esclusivamente intellettuale non va a nostro merito. Anzi.

Mangia con virtù

La tavola da pranzo può essere un’ottima palestra per l’esercizio delle nostre virtù cardinali.
Pratica la temperanza mangiando solamente una fetta di torta, anche se vorresti fare il bis.
Esercita la prudenza servendoti solo una piccola razione di cotechino e abbondando invece col contorno di carote.
Fai crescere la tua fortezza praticando le scelte di cui sopra su base quotidiana, non solamente “ogni tanto”.
Infine, esercita la giustizia nei confronti del tuo corpo dandogli tutto ciò che gli spetta – e cioè, una dieta sana e variegata, con porzioni adeguate al suo effettivo fabbisogno.

Mangia con la tua comunità

Se vivi in compagnia di altre persone, posa il cellulare prima di avvicinarti a tavola.
Spegni la televisione – per guardare il telegiornale, ci sarà tempo anche dopo.
Approfitta di quel momento per chiacchierare. Guarda negli occhi i tuoi commensali. Intavola una discussione. Chiedi come è andata la giornata. Ascolta.

Se vivi da solo, prendi in considerazione l’idea di invitare di tanto in tanto gli amici a casa tua, anche solo per mangiare assieme una pizza d’asporto. È un bel momento di condivisione.

Se conosci qualcuno che vive da solo e pensi potrebbe gradire un invito, aprigli di tanto in tanto le porte di casa, a maggior ragione durante quelle feste importanti per un cattolico ma non particolarmente sentite a livello popolare (chessò: l’Annunciazione; la Pentecoste). Per capirci: quelle durante le quali il tuo amico resterebbe probabilmente solo a casa davanti a un piatto di noodles.

Mangia con una mentalità onnivora

Emily, in questo caso, non fa riferimento al fenomeno del vegetarianesimo (uno stile alimentare verso cui non nutre una grande simpatia, ma che certamente non definirebbe peccaminoso).
Quello che invece potrebbe essere sintomo di uno squilibrio è l’atteggiamento di chi – così: dal nulla, senza motivazione, e men che meno senza una motivazione medica – rifugge ostinatamente certi tipi di alimenti, quasi fossero il Cibo Impuro 2.0

I carboidrati non sono Satana impanato.
Un dolce di tanto in tanto, te lo concede anche il dietista.
Il formaggio ha un sapore dannatamente buono e proprio per questo non v’è niente di male nel gustarlo con moderazione.

Ovviamente, chi ha motivazione mediche (ivi compresa la necessità di perdere peso) farà senz’altro bene a tenere sotto controllo l’assunzione di certi alimenti. In certi tristi casi dovrà eliminarli in toto.
Ma se non sussistono queste motivazioni, è francamente l’eccessiva l’ossessione di chi “noooo, questo cibo mai più nella vita!”.

Dire che il cibo-spazzatura non è salutare: è un conto.
Guardare al cibo-spazzatura come se mangiarne di tanto in tanto fosse il Vero e Grande Peccato della Società Moderna: anche no.

Mangia con carità

Se una schizzinosità eccessiva nello scegliere cosa inserire nel menu è probabilmente da evitarsi anche per chi cucina in autonomia, essa diventa a maggior ragione sgradevole se coinvolge altre persone. Il fatto che io mi sia messa in testa di sperimentare la dieta paleo di cui ho letto mentre ero in coda dalla parrucchiera, non vuol dire che sia caritatevole da parte mia imporre il mio regime dietetico a tutto il resto della famiglia.

Peggio ancora: il fatto che io mi veda troppo grassa non renderà meno scortese il mio rifiuto di assaggiare la lasagna che il mio ospite ha cucinato per me.
Ricorda, dice Emily: i tuoi ospiti hanno sacrificato tempo, denaro e energia per preparare il cibo che vedi nel vassoio. Quindi, a meno che un assaggio di quel cibo non ti faccia finire all’ospedale con una reazione allergica: per l’amor del cielo, assaggia quel cibo e ringrazia.
E se esistono dei cibi che possono mandarti all’ospedale con una reazione allergica (o farti correre in bagno con insopprimibili conati): per l’amor del cielo, fai in modo di avvisare il tuo ospite per tempo.

A quanto dice Emily io vorrei aggiungere una piccola postilla: a tutta questa carità da parte di chi mangia dovrebbe corrispondere un’attenzione analoga da parte di chi cucina.
Se avete ospiti a casa, per l’amor del cielo siate voi i primi ad informarvi sui loro gusti. Nessuno vuole spendere un occhio della testa per una cena a base di pesce, salvo poi scoprire, a cose fatte, che gli ospiti l’hanno mangiata di malavoglia perché il pesce fa un po’ schifo a tutti.

Nell’educazione dei figli, ognuno agisce secondo le sue convinzioni, ma confesso che io fremo sempre un po’ quando vedo genitori ostinarsi a tutti i costia che il pargolo mangi quel tal cibo cascasse il mondo.
Se quello del pargolo è un capriccio, lo si tratti come tale: ma se invece il problema di ‘sto povero bambino è che davvero non gli piace quello specifico cibo che la mamma si ostina a mettergli nel piatto…
A distanza di anni, io ricordo ancora con orrore le bietole in padella che mia mamma mi proponeva di tanto di tanto. Quando mia mamma è scesa a patti con l’evidenza che le bietole mi disgustano (allora come oggi) e ha cominciato a propormi altri tipi di verdura: quello è stato un grande giorno, per tutta la famiglia.
Se il problema è quello, perché ostinarsi?

Mangia in modo naturale

Se Dio avesse voluto alimentarci a suon di barrette proteiche e surgelati – dice Emily – allora avrebbe fatto crescere sugli alberi barrette proteiche e surgelati.

Non c’è niente di male nel mangiare cibo precotto o sostituti del pasto, di tanto in tanto. In molti casi, i surgelati sono addirittura il primo passo verso una dieta più variegata e sana (se proprio non ho tempo di star dietro a un minestrone fatto in casa, quello surgelato è senz’altro preferibile alle alette di pollo fritte del take away).
I cibi precotti e le monoporzioni microondabili sono ovviamente un preziosissimo aiuto. Ma se la nostra dieta si sviluppa interamente attorno a loro, dovremmo forse domandarci se questo non sia sintomo di un disagio.

Ad esempio una pigrizia di fondo, non esattamente cattolicissima.
Oppure – come suggerisce Emily – una vita così frenetica da costringerti a trascurare quell’attività che, di per sé, è per eccellenza il simbolo dell’accudimento che diamo a noi stessi e ai nostri cari.
Non dico che è un peccato (!), ma potrebbe essere un campanello d’allarme.

Mangia con buonsenso

Ricordati sempre di ragionare, quando si tratta del tuo approccio al cibo.

Ficcati ben in testa che non esistono Cibi Buoni e Cibi Cattivi.
Esistono cibi sani e cibi spazzatura, esistono cibi “per la vita di ogni giorno” e cibi che sarà meglio riservare alle occasioni speciali, esistono cibi di cui è bene non abbondare: ma il concetto di “cibo impuro” ce lo siamo lasciati alle spalle qualche millennio fa.
Corollario:mangiare esclusivamente cibo biologico a km 0 farà probabilmente bene alla tua salute e all’economia locale, ma non ti rende una madre di famiglia moralmente superiore a quella che fa la spesa al discount.

Seconda regola del buonsenso: mangia quando hai fame, non mangiare quando sei pieno.
Non c’è bisogno di ingozzarsi come un’oca all’ingrasso solo perché il piatto di portata è stracolmo. Non c’è bisogno di finire quel pacchetto di patatine solo perché ce l’hai in mano, il divano è comodo e il telefilm avvincente.

Terza e aurea regola del buonsenso: ricordati che una donna curvy energica e in salute è un modello assai più desiderabile di una donna taglia 38 ossessionata dalla magrezza e sottoalimentata.

Alla fine di tutto, la tua taglia di jeans non conterà un bel niente. Ripensando ai giorni che hai passato sulla terra, non ti ricorderai del numero che segnava la bilancia ma ti concentrerai sulle persone che amavi. Quindi, prenditi cura di te. Bada alla tua salute. Mangia tanta verdura. Fai in modo di avere abbastanza energie. Sono tutte cose che ti saranno utili per vivere e amare. Ma non sprecare minuti preziosi del tuo tempo a inseguire una forma fisica “ideale” se la tua attuale forma fisica è, in effetti, perfettamente sana. Non dimenticare: il nostro corpo non è un idolo da adorare. È un tempio di cui prendersi cura.

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QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO SUL BLOG UNA PENNA SPUNTATA

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