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Avete mai ascoltato i canti natalizi di Noel? (VIDEO)

CHILDREN SONGS

Imcsike - Shutterstock

don Marcello Stanzione - pubblicato il 13/12/19

Sono considerate le canzoni degli angeli del Natale. Sentite che melodie dolci, che ci accompagnano verso il 25 dicembre

Una delle canzoni di Natale più amate da oltre un secolo e mezzo e che ha una storia assolutamente incredibile è O Holy Night . Nata in Francia nel 1847, in pochi anni ha fatto il giro del mondo.

In quell’anno, un sacerdote francese, di cui non si conosce il nome, chiede a Placide Cappeau de Roquemaure, commerciante di vini e conosciuto più per le sue poesie che per la pratica religiosa, di scrivere una poesia per la Messa di Natale. Meravigliato per l’invito, il poeta lo accetta volentieri per l’onore che gli viene accordato. In viaggio verso Parigi, in carrozza per strade polverose, si mette subito al lavoro, ispirandosi al racconto della nascita di Gesù secondo il vangelo di Luca, immaginando di essere presente all’evento.

Soddisfatto della fatica, che intitola Cantique de Noel, giunto a Parigi, decide di sua iniziativa di farlo musicare. Si rivolge al grande maestro suo amico, Adolphe Charles Adams, uno tra i più celebri compositori di musiche per balletto (suo è Giselle, il balletto classico e romantico per eccellenza).

Anche Adams, come prima Cappeau, si meraviglia dell’invito rivoltogli per un’insolita composizione lontana dai suoi interessi musicali e soprattutto perché, essendo ebreo, non credeva a quanto avrebbe dovuto musicare. Tuttavia si mette all’opera cercando la giusta ispirazione per le belle parole suggeritegli. In pochi giorni termina il lavoro, subito apprezzato dal sacerdote commissionario e dall’autore del testo. Dopo tre settimane, il Cantique de Noel fu eseguito per la prima volta e subito diffuso in tutta la Francia.

I noel sono naturalmente tutti musicati, ma i canti di due tipi. Gli uni vengono dal cielo e sono intonati dagli angeli, a volte paragonati agli “uccellini” a causa della dolcezza delle loro voci:

“Andate a vedere la fanciullaDiceva l’uccellino […].Credo che in tutta la mia vitaNon fu meglio cantato”.

Le “canzoni angeliche” sono menzionate nella maggior parte dei noel. Si può ricordare come significativa questa strofa scritta da Jehan Daniel e messa sulla bocca di un pastore:

“Ho sentito la voce spiegataDegli angeli che cantavano in cielo,i quali per tutta la nottatasi sono mostrati in bianco.Natale! Natale!Mai la festa cesserà,sempre il Natale si canterà”.

L’altra musica dei noel viene dalla terra ed esprime rumorosamente l’allegria popolare, che si manifesta anche con danze e banchetti. La gioia paradisiaca diventa allora quella, assai carnale, di un provvisorio paese di cuccagna. Di qui questo invito posto all’inizio di un noel del Poitou del XVI secolo:

“Cantiamo più forte che alla fiera,davvero in fede mia , diciamo naulet, naulet, nau”.



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In un corpus di 114 noel del XVI secolo (di François Briand, Lucas Le Moigne, Jehan Daniel e Samson Bédouin) è stato possibile individuare 65 menzioni a strumenti, di cui 33 molto in voga nelle feste popolari: cennamella, Chalemie, oboe, fkucte, flageau,ecc. Questi strumenti dovevano naturalmente servire a rallegrare il neonato e sua madre. Davanti a loro un pastore “soffia nella cennamella” e un altro “suona la sua chevriotte” (noel anonimo del XV secolo). Ma se c’è gioia sulla terra in quella notte, è perché il cielo l’ha visitata durante un momento eccezionale della storia. Si ritorna all’onnipotenza angelica in questa rottura del tempo. Un noel anonimo del XVI secolo assicura:

“Si vedono tra le nubi volareMille legioni di angeliChe Dio invia nell’ariaA raccontare le sue lodi,in questo giorno di amore,o giorni felice”.

Il celebre noel del XVI secolo Tra il bue e l’asino grigio, anch’esso anonimo, comincia con l’evocazione della moltitudine angelica:

Tra il bue e l’asino grigioDorme, dorme, dorme il bambino.Mille angeli divini, mille serafini,volano tutt’intornoa questo Dio d’amore”.

Qui, come in parecchie opere dipinte che abbiamo analizzato, gli angeli sembrano scendere a livello della terra. Così effettivamente avviene in un certo numero di canzoni antiche in onore della natività. Una di esse (del XIV secolo) dice che “l’angelo scese dal cielo tra i pastori e annunciò loro una grande gioia per tutti, che la Vergine pura partoriva un Dio, una creatura per salvare il mondo. Grande compagnia di angeli scese dal cielo, all’angelo fedele si unì immediatamente…”.

Un noel di Luca Le Moigne afferma:

In Betlemme , è cosa ben provata,Maria pose il benedetto figlio di DioCircondata dagli angeli gloriosi,in una stalla vecchie e diroccata.”



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Nicolas Desisot “vede già gli angeli carezzare” il bimbo divino (e un noel anonimo della fine del XVI secolo assicura che Maria durante il parto “fu consolata dagli angeli dei cieli”. Così la notte di Natale avvolge la terra in un’atmosfera celeste. Gli angeli scendono al nostro livello e a quello del bambino – Dio. Il paradiso terrestre è, provvisoriamente, tornato. Ogni pericolo sembra essere sparito. Non c’è più che luce, musica, amore e pace, proclama Nicolas Denisot:

Danzante in questo pratoPieno di mille fioriE mille iridiDi centomila colori […].Questa notte così felicePiù chiara del giornoNon sarà pericolosaIn nessun cammino.Pastori, che armonia!Che musica dai cieli! […].E’ Dio che ci radunaDivinamente intorno a sé […].E’ lui che inviaLa pace nell’universo”.



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