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E’ la misericordia di Dio che dà senso alla nostra libertà

FREEDOM

BABAROGA|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 19/11/19

Dio ha il nostro nome nel cuore: proprio quello. In mezzo alla folla Lui ci cerca e non smette di farlo. Forse non siamo degni di essere i suoi prediletti, ma la sua misericordia ci ricorda che nonostante gli sbagli, per quanto possiamo essere "bassi" nella vita, lui continuerà ad aspettarci.

In quel tempo, Gesù entrato in Gerico, attraversava la città.
Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E’ andato ad alloggiare da un peccatore!».
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Luca 19,1-10

Attraversare la città in mezzo a una folla che ti fa ressa intorno, e avere nel cuore un nome preciso. È questa l’esperienza della predilezione. Noi siamo amati così da Gesù, come se in mezzo a una folla sterminata di persone Egli avesse a cuore solo pronunciare il nostro nome. Eppure nel Vangelo di oggi c’è qualcosa di stonato. Gesù si comporta esattamente come abbiamo descritto poc’anzi, ma la persona in questione è un discusso personaggio di nome Zaccheo, famoso in città per i suoi misfatti e ruberie. Ed è così che l’esperienza straordinaria della predilezione fa scoppiare lo scandaloso fatto della misericordia. Infatti Gesù sembra costantemente andare alla ricerca proprio dei più inaffidabili, gli ultimi, i perduti. Lo aveva detto che era venuto soprattutto per loro, ma alla gente di Gerico questa cosa non scende giù. Chi può salvare la situazione?

“Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto»”

Zaccheo è l’unico che può salvare la situazione, e può farlo solo a un prezzo altissimo: cambiare vita. Quel Gesù che ha perso la faccia per amore suo, non può uscire da quella casa senza vederlo cambiato. È questo il ragionamento che fa in cuor suo Zaccheo. In verità Gesù non gli domanda nulla, ma accoglie la libertà di quest’uomo che sentendosi così amato è irresistibilmente mosso dal desiderio di corrispondere a questo amore. La misericordia però rimane uno scandalo, perché rimane amore proprio lì dove il buon senso ti dice che amore non dovrebbe esserci. È amore nella miseria delle persone. È amore gratuito. È amore che non fa sempre miracoli perché non tutti quelli amati poi cambiano. Ma in sé rimane uno dei fatti più interessanti del Vangelo, perché solo una gratuità così mette le persone nelle condizioni più giuste per esercitare la propria libertà fino alle sue estreme conseguenze.
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