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Voi sposi siete sempre fecondi, anche quando non generate nella carne

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Josh Applegate | CC0

Matrimonio cristiano - pubblicato il 01/10/19

Il problema non è non poter avere figli, ma la volontà di non averne. Se ci tocca la prova della sterilità carnale non abbattiamoci; noi sposi siamo generativi per natura - quella toccata dalla Grazia -, in tanti modi diversi e sempre per sovrabbondanza di amore.

Quando proponiamo i nostri percorsi ci capita di dover trattare la fecondità nel matrimonio. La fecondità è una delle caratteristiche fondamentali di un matrimonio naturale e, di conseguenza, anche sacramentale. Allora chi non può concepire figli non può sposarsi? Se si sposa è un matrimonio di second’ordine? Nulla di tutto questo! Se una coppia non può concepire figli può comunque essere feconda e vivere un matrimonio pieno.


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Ciò che impedisce il sorgere del matrimonio non è l’impossibilità di averne, ma la volontà di non averne. Come può una coppia essere feconda anche se non può essere fertile? Ce lo insegna don Carlo Rocchetta che ha trovato ben tre modalità di essere fecondi anche nell’infertilità. Naturalmente queste fecondità riguardano tutti e non solo chi non può avere figli, Tutti gli sposi sono chiamati a viverle. Cercherò di scrivere qualcosa su ognuna di queste modalità di vivere la fecondità.

Generare la presenza di Dio nel coniuge

Vivere la nostra relazione alla luce di Dio. Amare il nostro coniuge con la modalità di Gesù. Quindi amare sempre e amare per primo. Essere capace di perdonare e di incoraggiare. Guardare lo sposo con lo sguardo di Gesù che è innamorato di ognuno di noi e riesce a vedere oltre le nostre miserie e fragilità. Un marito o una moglie capace di guardare così l’altra/o può davvero compiere miracoli nel cuore dell’amata/o. Ci sono persone che si sono convertite non perché la moglie o il marito hanno insistito e obbligato ma perché hanno visto l’amore che la moglie o il marito erano capaci di offrire loro e hanno voluto conoscere la fonte di quell’amore. Io stesso, come ho più volte raccontato, ho cercato davvero Gesù quando ho sperimentato la capacità di amarmi in modo gratuito e incondizionato della mia sposa, capacità che nasceva dalla sua fede in Cristo.

Generare il coniuge come persona amata

Come dice la nostra amica Cristina Righi, il primo figlio della coppia è il noi. Lo sposo e la sposa donandosi e accogliendosi a vicenda diventano un noi. Il coniuge diventa il prossimo più prossimo della nostra vita. Tanto prossimo da essere uno con lui/lei. Ciò significa che la sua santità diventa il nostro obiettivo. Il nostro matrimonio è, prima di ogni altra cosa, farci carico della santità dell’altro/a. Essere capaci di apprezzarlo/a, di incoraggiarlo/a, di consigliarlo/a, di correggerlo/a, di perdonarlo/a. Sempre. Facendo questo l’uno per l’altra, giorno dopo giorno, anno dopo anno, il nostro amore diventerà sempre più forte e più grande, perché si arricchirà di tutta una vita che diventa dono vicendevole.




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Generare la famiglia come comunità in missione

Questa fecondità è conseguenza delle altre. Dio Trinità perché ha creato l’uomo? Ne aveva bisogno? No! Lo ha fatto per un eccesso d’amore. Viveva un amore così grande che non lo ha contenuto in se stesso ma è traboccato divenendo desiderio di generare l’uomo. Così deve essere per noi. La missione è una conseguenza dell’amore che generiamo nella coppia. Un amore che è così bello e così tanto che desideriamo condividerlo anche con gli altri. Prima di tutto con i nostri figli, se ne abbiamo, ma non solo. Il servizio alla comunità diventa così qualcosa che nasce dall’amore di sposi e diventa fecondo in tanti modi diversi. Ci sarà chi opererà in parrocchia, all’oratorio, nel volontariato, nel tessuto associativo. Ci sarà chi si aprirà all’adozione o all’affido. Le modalità sono davvero molteplici. L’importante, ed è fondamentale capirlo, è che sia un desiderio che nasce dall’amore di coppia e non il cercare una realizzazione che non si riesce a trovare nella coppia. Sarebbe una fuga. La nostra vocazione è il matrimonio ed è lì che ci giochiamo la nostra santità.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO SUL BLOG MATRIMONIO CRISTIANO

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