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Papa Francesco: queste persone non dovrebbero entrare in seminario

POPE FRANCIS

Antoine Mekary | ALETEIA

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 11/12/18

Per chi soffre di disturbi nevrotici o è omosessuale non sono adatti nè sacerdozio, nè vita consacrata

Nella formazione dei futuri sacerdoti, chi deve essere escluso? Papa Francesco pone dei limiti. E lo dice chiaramente in “La forza della vocazione” (Dehoniane)

1) Chi è affetto da nevrosi o forti squilibri

«Quando vi sono candidati con nevrosi e squilibri forti – afferma – difficili da poter incanalare anche con l’aiuto terapeutico, non li si deve accettare né al sacerdozio né alla vita consacrata. Bisogna aiutarli perché facciano altri percorsi, senza abbandonarli. Occorre orientarli, ma non li dobbiamo ammettere».

«Ricordiamo – prosegue il Papa – sempre che sono persone che vivranno al servizio della Chiesa, della comunità cristiana, del popolo di Dio. Non dimentichiamo questa prospettiva. Dobbiamo fare attenzione a che siano psicologicamente e affettivamente sani».




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2) Gli omosessuali

Altro nodo quelli dei candidati omosessuali. «E’ qualcosa che mi preoccupa, perché forse a un certo punto non è stato affrontato bene. (…) Nella formazione dobbiamo curare molto la maturità umana e affettiva. Dobbiamo discernere con serietà e ascoltare anche la voce dell’esperienza che ha la Chiesa. Quando non si cura il discernimento in tutto questo, i problemi crescono».

Il Papa avverte: «Capita che (i problemi ndr) forse al momento non siano evidenti, ma si manifestano in seguito. Quella dell’omosessualità è una questione molto seria, che occorre discernere adeguatamente fin dall’inizio con i candidati, se è il caso. Dobbiamo essere esigenti. Nelle nostre società sembra addirittura che l’omosessualità sia di moda e questa mentalità, in qualche modo, influisce anche sulla vita della Chiesa».




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Il vescovo scandalizzato

Poi Bergoglio racconta un episodio che gli è capitato. «Ho avuto da me un vescovo abbastanza scandalizzato, che mi ha raccontato di essersi reso conto che nella sua diocesi, una diocesi molto grande, vi erano vari sacerdoti omosessuali, e che aveva dovuto affrontare tutto questo, intervenendo, prima di tutto, sulla formazione, per formare un altro clero diverso. È una realtà che non possiamo negare».

“Non c’è posto per questo tipo di affetti”

«Neanche nella vita consacrata sono mancati dei casi», prosegue il Papa. «Un religioso mi raccontava che, mentre era in visita canonica a una delle province della sua congregazione, era rimasto sorpreso. Vedeva che bravi giovani studenti e anche alcuni religiosi già professi erano gay. Egli stesso aveva dubbi sulla cosa e mi ha domandato se in questo vi era qualcosa di male. “In definitiva – diceva – non è tanto grave; è soltanto un’espressione di affetto”. Nella vita consacrata e in quella sacerdotale – sentenzia Bergoglio – non c’è posto per questo tipo di affetti».




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“Meglio che lascino il ministero o la vita consacrata”

Per questa ragione, ricorda ancora il Papa, «la Chiesa raccomanda che le persone con questa tendenza radicata non siano accettate al ministero né alla vita consacrata. Il ministero o la vita consacrata non sono il loro posto. I sacerdoti, i religiosi e le religiose omosessuali vanno spinti a vivere integralmente il celibato e, soprattutto, a essere perfettamente responsabili, cercando di non creare mai scandalo nelle proprie comunità né nel santo popolo fedele di Dio vivendo una doppia vita. È meglio che lascino il ministero o la vita consacrata piuttosto che vivano una doppia vita.soltanto un’espressione di affetto».


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