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Gli angeli parlano? Che linguaggio utilizzano per comunicare?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 11/12/18

Ecco alcuni chiarimenti sulla cosiddetta "lingua degli angeli"

Gli angeli parlano e manifestano i loro pensieri ad altri? Don Marcello Stanzione in Pillole di saggezza sugli angeli (edizioni Segno) chiarisce alcuni aspetti del linguaggio angelico.

Prima di tutto va chiarito che, secondo diverse testimonianze arrivate fino a noi, gli angeli parlano.

Da San Paolo alla Madonna

SanPaolo riferisce di «lingue degli angeli». Dalle Sacre Scritture apprendiamo che gli angeli parlano agli uomini ogni volta che sono mandati come messaggeri di Dio in questo mondo. Gli esempi sono numerosi: l’arcangelo Raffaele e Tobia, l’arcangelo Gabriele e san Zaccaria e la beata VergineMaria; un angelo ha parlato a san Pietro, ecc.




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L’annuncio di Betlemme

E poi l’episodio più noto che ci è stato tramandato dai Vangeli. Alla nascita di Cristo il messaggero celeste di gioia e della buona novella, un angelo del Signore annunciò la nascita del Salvatore del mondo ad alcuni pastori nelle campagne attorno a Betlemme.

In questa occasione «una moltitudine dell’esercito celeste» fu sentita per la prima volta cantare inni e lodare Dio dicendo: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà».

Voci umane e parole mentali

La natura del linguaggio angelico è tuttavia poco conosciuta. Quando gli angeli appaiono agli uomini, essi parlano: 1) linguaggio umano, il linguaggio parlato dal destinatario. È prodotto il suono della voce umana e quando l’apparizione angelica è sensibile, tangibile, sono pronunciate parole umane; 2) le parole mentali, la trasmissione di idee, invece, sono usate nel caso di immaginazioni e visioni mentali.

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“Illuminazione”

Gli angeli non conversano fra di loro in un linguaggio umano, con parole che fuoriescono dalla bocca,essendo incorporei e immateriali. Quale è allora il loro linguaggio? Delle varie teorie escogitate dagli accademici per spiegare il linguaggio degli angeli, quello proposto da san Tommaso d’Aquino sembra essere la più accettabile.

San Tommaso sostiene che gli angeli parlino fra di loro per un semplice atto di volontà, aprendo le loro menti e rivelando qualsiasi idea che essi vogliono trasmettere agli altri della loro stessa natura. Questo linguaggio angelico, o conversazione, è chiamato illuminazione.




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La spiegazione di Dionigi

Dionigi si riferisce a questo modo di parlare quando scrive: «Gli ordini inferiori degli esseri celestiali (cioè gli angeli) ricevono la comprensione delle opere divine da quelli superiori in una maniera adeguata, e i più alti sono in proporzione illuminati nei Misteri Divini dallo stesso Altissimo Dio».

Questa forma di espressione, il linguaggio angelico, può sembrare forse troppo debole e indistinto a noi che siamo abituati al suono materiale e alle parole della bocca. Tuttavia è molto più forte, chiaro e perfetto di ogni altro linguaggio umano, anche quando esso è usato dagli uomini più colti ed esperti.




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Trasmissione “angelica” delle idee

Le nostre parole che escono dalla bocca non sono che simboli delle idee che abbiamo nella nostra mente e che cerchiamo di manifestare agli altri. I simboli e le parole sono molto spesso inadeguati ad esprimere l’intero pensiero, oppure ambigui o non ben intesi dall’ascoltatore.

Essere capaci di aprire la propria mente e di rivelare l’intero pensiero, così come, senza il canale del simbolismo, il suono e le parole, è una più alta e migliore forma di espressione. Questo, in sostanza, è lo scambio di idee senza parole, il linguaggio degli angeli.


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Dolce melodia

Così come, col consenso o l’ordine di Dio, gli angeli possono assumere forme umane quando appaiono agli uomini, così allo stesso modo è permesso loro di produrre una voce umana e di parlare il nostro linguaggio umano, così come rivelano le apparizioni angeliche documentate.

Per lo stesso consenso divino e in virtù dei loro poteri naturali, gli angeli sono in grado di riprodurre ciò che all’orecchio umano sembra una dolce melodia o una musica incantevole, come si apprende dalle vite di alcuni dei servi di Dio,


SAINT MICHEAL

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