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Gli scritti inediti del cardinale Ersilio Tonini: imparate a vedere il mondo con gli occhi di Dio

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©CATHOLICPRESSPHOTO

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 21/08/18

Tradotte le meditazioni del compianto e amato cardinale in cui racconta la sua famiglia, il seminario, i valori. Pensieri profondi e semplici, tutti da leggere

Sono passati cinque anni dalla morte del cardinale Ersilio Tonini, scomparso il 28 luglio 2013 alla veneranda età di 99 anni, ma il suo ricordo è ancora vivo fra la gente, per la sua amabilità, la parola schietta, il profilo allampanato da “prete di una volta” (Avvenire, 21 agosto).

Dei suoi scritti si sapeva ben poco fin quando i suoi più stretti collaboratori hanno iniziato a tradurre alcuni appunti. E ne sono fuoriuscite le “Meditazioni spirituali e riflessioni su piccoli e grandi avvenimenti”, raccolte di meditazioni in 180 quaderni, a partire dagli anni ’50.

Due “traduttrici”

Sono scritti con una calligrafia molto difficile da leggere, scrive Avvenire. Ma sono riusciti a tradurli due persone: Suor Paola la religiosa dell’Opera Santa Teresa (dove il cardinale si era ritirato da emerito, a Ravenna ndr) che gli faceva da segretaria e da aiutante, aveva iniziato a trascriverli.

La suora è stata aiutata da un’altra signora che ha imparato a decifrare la scrittura di Tonini ha poi continuato il lavoro e la trascrizione è arrivata a buon punto.




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Un cardinale giornalista

L’arcivescovo di Ravenna – la città che ha ospitato gran parte della servizio pastorale di Tonini – monsignor Lorenzo Ghizzoni rende noto il contenuto di questi scritti inediti.

«Sono il frutto delle meditazioni di Tonini, delle sue preghiere – risponde l’arcivescovo – le scriveva in cappella o quando aveva un momento libero. Sono soprattutto pensieri e riflessioni di carattere spirituale, ma anche annotazioni su quelle che erano le sue molteplici attività. Tonini rileggeva questi diari, li correggeva, andava a consultarli quando doveva scrivere articoli, o doveva tenere un incontro. Prendeva spunto da lì. Il fatto che abbia lasciato così tante pagine ci ricorda la sua grande propensione alla scrittura: era un cardinale giornalista. Già da presbitero a Piacenza aveva diretto il settimanale diocesano Il Nuovo Giornale».

Ma rileggiamo le parole di Tonini, che hanno un unico filo conduttore: imparare a vedere se stessi con gli occhi del Signore, apprezzando la semplicità e l’essenzialità nella vita. Tutto questo grazie ad un retroterra culturale di valori sani in cui il cardinale è cresciuto.




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Beni veri e appariscenti

«Che fortuna, o mio Signore – dice Tonini – aver scoperto, già dai primi anni, la differenza enorme, anzi il contrasto radicale, tra i beni veri e quelli appariscenti, o beni duraturi e quelli provvisori, tra la voce degli istinti e quella della coscienza, tra l’ammirazione della gente e la compiacenza di Dio».

La povertà onesta del padre

«E che grazia aver trovato in mio padre l’uomo sereno, quasi orgoglioso di una povertà onesta, arricchita dalla benevolenza verso tutti e – quel che più gli importava – dalla coscienza netta. “Tenetelo bene in mente, ragazzi: un pezzo di pane, volersi bene e la coscienza netta“».

La guida materna

E ancora quanto sono stati importanti gli «insegnamenti di mia madre». «E non solo per gli insegnamenti, ma anche e più ancora per quel suo modo di guardarmi e di seguirmi che si capiva bene». Uno sguardo protettivo e sicuro che non lo ha abbandonato neppure «prima di chiudersi per sempre, là nell’Ospedale di Fiorenzuola, dopo avermi affidati i suoi figli».

“Salvatore di anime”

«Ci ha poi pensato il Seminario – prosegue il Cardinale – ad approfondire, sviluppare e fortificare la vita interiore nello scambio del tu per tu con il Maestro intimo, nostro Signore Gesù Cristo e nel contempo dilatare i desideri, anzi l’appassionarsi per la “salvezza delle anime”, come s’usava dire allora. E anche questo – me ne rendo conto ora – era un “guardare gli uomini come esistono davanti a Dio“».

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