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Abusi sessuali e insabbiamenti: le regole del Papa per non ripetere i vecchi errori

VATICAN-POPE-RELIGION

AFP PHOTO / FILIPPO MONTEFORTE

Pope Francis (C) attends a vigil prayer on the eve of the XIV General Assembly of the Synod of Bishops at St Peter's basilica on October 3, 2015 at the Vatican. AFP PHOTO / FILIPPO MONTEFORTE

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 20/07/18

Bergoglio, partendo dal caso del Cile, offre alcuni criteri di discernimento per clero e fedeli. Ecco di cosa si tratta

«Una ferita aperta, dolorosa e complessa, che da molto tempo sta sanguinando». Padre Diego Fares, scrittore de La Civiltà Cattolica, definisce in questi termini lo scandalo degli abusi che ha colpito la società e la Chiesa del Cile.

Fares è una autorevole voce della rivista gesuita ed è molto stimato da Papa Francesco. Ne parla nel quaderno 4034 della rivista, in uscita sabato 21 luglio, anticipato da Agensir (18 luglio).

POPE FRANCIS GENERAL AUDIENCE
Antoine Mekary | ALETEIA | I.MEDIA

Le due lettere

Secondo Fares ci sono «due testi particolarmente significativi del Papa», attraverso i quali Bergoglio ha offerto delle linee guide

Si tratta della lettera-meditazione consegnata ai vescovi cileni – convocati a Roma dal 15 al 17 maggio, alla luce del rapporto dell’inviato del Vaticano in Cile, monsignor Scicluna – perché pregassero per un’intera giornata; e la lettera indirizzata «al Popolo di Dio pellegrino in Cile».




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Tentazioni e criteri da adottare

Nella meditazione proposta i vescovi, osserva Fares, il Pontefice precisa i peccati concreti in maniera chiara e senza eufemismi. Condannare e punire le persone concrete va fatto, ma non basta. Non si deve dare spazio alla tentazione di «spostare il problema sulle spalle degli altri» e non si deve cedere nemmeno alle tentazioni di «non andare a fondo nel cercare le radici e le strutture che hanno permesso a questi avvenimenti concreti di accadere e di perpetuarsi».

Francesco introduce il criterio di fondo per questo discernimento, «che va contro la ‘psicologia da élite’, prevalsa in una parte significativa del clero cileno: il criterio del tutto e della parte, e il luogo che la gerarchia occupa nel complesso del Popolo fedele di Dio».




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Saper dire: questo non va bene

Nella lettera ai battezzati cileni afferma tra l’altro: «Con voi sarà possibile fare i passi necessari per un rinnovamento e una conversione ecclesiale davvero sani e a lungo termine» e li esorta ad «avere il coraggio di dire ai pastori: “Questo mi piace… questo non va bene“».

«Ci troviamo davanti all’invito a farci coinvolgere, a camminare nella ricerca e a costruire fra tutti una Chiesa profetica, più sinodale, aperta alla speranza», conclude Fares.




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