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Alcune questioni sul Battesimo

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padre Bruno Roberto Rossi - pubblicato il 25/05/18

La differenza tra il valido e il lecito nel Battesimo

La Chiesa battezza ogni essere umano che non è stato ancora battezzato. Se esistono dubbi che non si possono chiarire sul fatto che la persona sia stata o meno battezzata o se lo sia stata in modo valido si proceda al Battesimo sotto condizione, ovvero: “(Nome), se non sei ancora battezzato/a, io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

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Si può negare il Battesimo a un bambino solo se esiste il fondato sospetto che questi non verrebbe educato nella fede cattolica. Nella pratica è un’eventualità rara, perché al di là della negligenza dei genitori entrerebbe in gioco il ruolo importante dei padrini e della comunità. Dopo i sette anni, la persona sia battezzata solo dopo la dovuta preparazione catechetica. Si chiede ai genitori di dare dei nomi cristiani ai figli, ricordando in questo modo il/la santo/a che li proteggerà e ispirerà in tutta la loro vita.

I bambini di genitori o tutori che non vivono in modo conforme alla fede e alla morale della Chiesa non possono vedersi direttamente rifiutato il Battesimo. Il bambino non ha colpa per la vita errata dei genitori. Dev’essere battezzato, a meno che sia impossibile che venga educato nella fede cattolica, come ho detto nel paragrafo precedente. Anche se il padre o la madre non sono cattolici, la parte cattolica o la coppia può chiedere il Battesimo per i figli.

C’è un importante dettaglio teologico-canonico da prendere in considerazione: la differenza tra il valido e il lecito nel Battesimo. È valido quando raggiunge la sua reale finalità, cioè produrre la grazia santificante con i suoi doni annessi. È lecito nei casi di pericolo di morte – in cui si può battezzare, anche senza il consenso dei genitori –, e ogni volta che c’è la fondata certezza che il bambino riceverà la formazione religiosa adeguata.

Un cattolico può – per ragioni di parentela o di vicinanza – essere testimone di Battesimo di un/a cristiano/a non cattolico/a ancora non battezzato nella Chiesa cattolica, in una comunità cristiana il cui Battesimo è valido. Al contrario, un cristiano non cattolico può, accanto a un padrino o a una madrina cattolico/a, essere testimone (non padrino/madrina) di un bambino battezzato nella Chiesa cattolica.

Tutto ciò che è stato detto sul Battesimo dei bambini vale anche per gli adulti, ad eccezione del fatto che questi devono avere una preparazione appropriata per capire cosa significa il sacramento che si sta per ricevere. Il vescovo diocesano dev’essere avvisato per poter, nel caso in cui voglia e possa, amministrare egli stesso il Battesimo, la Prima Comunione e la Cresima o inviare un mandato scritto al sacerdote che amministrerà la Cresima.

Devono essere battezzati anche i bambini trovati abbandonati, così come quelli abortiti se ancora sono vivi, ma con la condizione: “Se sei vivo…”.

Al di fuori della Chiesa cattolica, “1. Battezzano in modo valido i cristiani orientali ortodossi, i veterocattolici (scismatici del 1872 perché non accettano il primato del Papa), gli anglicani o episcopali, i luterani e i metodisti (derivanti dall’anglicanesimo). 2. Battezzano in modo non valido i Testimoni di Geova, i seguaci della Scienza Cristiana, i gruppi religiosi non cristiani, tra i quali si potrebbero annoverare anche i mormoni, il cui Credo è incompatibile con la classica fede cristiana. 3. Le altre denominazioni cristiane amministrano un rito battesimale che va esaminato caso per caso, dato il rischio che non sia valido per mancanza di intenzione da parte del ministro o per difetto della formula. Nel caso permangano dei dubbi sulla validità del Battesimo dopo la dovuta ricerca, si conferisce il Battesimo sotto condizione” (Pergunte e Responderemos n. 452, 2000, p. 48).

Per approfondire: Codice di Diritto Canonico, 1983, canoni 849-878, e Diocesi di Amparo, Direttorio dei Sacramenti, 2014, p. 6-17.

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