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I 5 libri più belli della settimana scelti per le donne

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Paola Belletti - pubblicato il 21/04/17

Storie di vita e di amore, un manuale di stile, un saggio e un giallo: ecco le scelte di For Her di questa settimana!

Eccoci con altri titoli, con altre storie rilegate, con altre copertine che ci diventeranno familiari. Perché quando un libro si innamora di noi, e noi di lui, allora ci segue. Dal comodino al divano; dall’auto in sosta alla sala d’attesa del dentista. E lungo la strada dei nostri ricordi.

Ci sono libri che vanno proprio scritti e storie che non possono che essere raccontate!

Saremo mai sazi di volti, eroi nascosti o conosciuti, profumi e venti immaginati sfogliando pagine che malvolentieri accettano di apparire tutte uguali?

Vite che si fanno libri e libri che vorremmo veder vivere per davvero. Perché le storie, reali o immaginate, possono essere comunque vere.

Questa settimana mettiamo in cima alla pila di quelli da leggere:

1) Ma come mi vesto oggi?, Ines De La fressange, L’Ippocampo, 2017.

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Prima di immergerci nella lettura di un nuovo romanzo o di un saggio impegnato; prima di andare a colloquio col potenziale datore di lavoro; prima di incontrare i futuri suoceri.. insomma prima di tutto, vi conviene sfogliare questo!

Assicuratevi che rilegatura e copertina siano robuste. Questo volume dovrà accompagnarvi a lungo e in ogni condizione!
«Non ho più niente da mettermi!». Dopo avere letto Come mi vesto oggi? – Il look book della Parigina non potrete più dirlo. Con i basici giusti (pantaloni neri, camicia bianca, ballerine, ecc.) Ines de la Fressange ha ideato 50 semplicissime ricette per dimostrare che esiste uno stile giusto per ogni occasione, anche la più estrema.

2) Lo straordinario viaggio di Nujeen, dalla Siria alla Germania in sedia a rotelle per fuggire dalla guerra”, Nujeen Mustafa con Christina Lamb, autrice di Io sono Malala, HarperCollins Italia, 2016

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Nella sua storia c’è tanto di tutto. Miseria, tecnologia, paura, guerra, tenacia, amore, speranza, 6000 km e una carrozzina, la sua.

Nujeen è nata 16 anni fa con una paralisi cerebrale. Non ha potuto frequentare la scuola a causa del suo handicap. Però l’inglese lo sa e pure la storia, la geografia… La vituperata tv le ha fatto da “pusher” di conoscenze per lei altrimenti inaccessibili.
Quando è scoppiata la guerra civile – sembra quasi una beffa questo involontario ossimoro – che dura con sistematica crudeltà dal 2011, ha visto umiliato un paese orgoglioso e smembrate intere famiglie. E lei ha dovuto affrontare tutto nella sua condizione. Già è arduo in un paese composto, per un bambino disabile, immaginiamo cosa dev’essere in mezzo alle ostilità di un conflitto.

È fuggita con le sorelle. Sui gruppi di profughi Facebook trovavano informazioni preziose sui percorsi sicuri, con Google Maps riuscivano a mantenere la rotta nella traversata in gommone affidata allo zio della ragazza che si era addestrato da sé studiando le istruzioni online.

Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace, ha commentato così: “La storia di Nujeen ricorda al mondo che i rifugiati, come tutti, sognano la pace, un’istruzione e una società migliore”.

3) Lei mi parla ancora, Giuseppe Sgarbi, Skira, 2016

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Il papà di Vittorio Sgarbi non è nuovo a successi letterari; Lungo l’argine del tempo e Non chiedere cosa sarà il futuro, sempre per lo stesso editore. Questo libro scaturisce da un amore e da un dolore. Dall’amore e dal dolore, di quelli che potremmo evocare per antonomasia.

La moglie, amatissima, è morta.Ma non è “scomparsa”, come si dice convenendo tacitamente che questa espressione possa essere più delicata. Come se la morte potesse essere delicata. Come se l’amore più bello della vita, sua moglie, potesse davvero smettere di essere.

“Nessuna mi aveva mai parlato così. Né nessun’altra l’ha mai fatto. Credo sia questa la cosa che mi ha fatto innamorare. La tua bellezza era l’esca, certo, ma è stata la tua testa a pescare nel mio cuore. Mai conosciuto una testa così. Lucida, vivida, fulminante. E io non sono mai stato tanto felice di aver abboccato a un amo. Un amore che vive anche adesso che tu non vivi più. Per questo il dolore è così grande. ‘Finché morte non vi separi’ è una bugia. Il minimo sindacale. Un amore come il nostro arriva molto più in là. E il tuo lo sento anche da qui”.

Non vi dà forza e commozione insieme poter incontrare storie come questa e raccontate così? Di una amore così vero e profondo, fedele, durevole, resistente al punto da scavalcare la morte ed “evocato da una prosa piana, percorsa da echi e risonanze (…)” (come dice Claudio Magris)?

4) La fioraia di Deauville, e altri racconti, George Simenon, Trad. Marina Di Leo, Adelphi, 2017

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L’estate non è proprio ancora alle porte, è vero. Però questo Simenon in forma smagliante è da mettere nel carrello dell’ordine on line o nella shopper di plastica bio della libreria del centro. Insomma, va letto.

«Nei calzoncini corti la signorina Berthe, che a suo dire non aveva nient’altro da mettersi, aveva indossato quello che lei definiva un copricostume: una sorta di vestaglietta che la faceva apparire ancora più svestita, poiché era chiusa da un solo bottone sul davanti, all’altezza della vita, e i lembi si scostavano a ogni passo facendo risaltare le cosce nude. Insomma, uno strano posto e una strana atmosfera per un’inchiesta poliziesca! Non c’era niente che potesse evocare una sciagura. Eppure una giovane donna, che fino a due giorni prima si godeva l’estate mediterranea a e prendeva la tintarella…».

5) Invecchiano solo gli altri, Marco Aime, Luca Borzani, Einaudi, 2017.

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L’Italia potrebbe invece in questo caso tornare ad essere fanalino di coda. Sì, sarebbe bello che invertissimo la marcia del declino demografico e che ci fossero più nascite che decessi. Per ora, ancora, non è così. E lo sbilanciamento tra popolazione anziana, numerosa, e popolazione giovane, sparuta, incide già con forza nel tessuto del nostro paese.

Non ci sono più gli anziani di una volta. Sono tanti, saranno sempre di più, padroni di un futuro ancora lungo. Ma anche i giovani non sono più quelli di una volta. Sempre meno numerosi, discriminati, prigionieri del presente. È ancora possibile trovare un equilibrio tra le generazioni in un mondo che ha messo al bando la vecchiaia?

“La generazione che si è riconosciuta come giovane, che ha riempito le piazze e occupato la scuole università in nome della rottura con la società dei padri, fa ora i conti con la propria vecchiaia. E lo fa nascondendola (…)” (Dall’Introduzione)

Questo testo appena pubblicato per i tipi di Einaudi ci accompagna dentro un fenomeno talmente macroscopico che forse non tutti riescono a vedere…

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