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Il medico santo che dialogava con Gesù sacramentato

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Biografie online

San Giuseppe Moscati - UNA FORZA INFINITA «Quali che siano gli eventi, ricordatevi di due cose: Dio non abbandona nessuno. Quanto piú vi sentite solo, trascurato, vili­peso, incompreso, e quanto piú vi senti­rete presso a soccombere sotto il peso di una grave ingiustizia, avrete la sensazione di un’infinita forza arcana, che vi sor­regge, che vi rende capaci di propositi buoni e virili, della cui possanza vi mera­viglierete, quando tornerete sereno. E que­sta forza è Dio!».

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 09/04/17

I novant'anni dalla morte di San Giuseppe Moscati

Un medico al servizio di Dio. Domenica 9 aprile ricorrono i novant’anni dalla morte di San Giuseppe Moscati (internapoli.it, 6 aprile)

Moscati, che ha vissuto gran parte della vita a Napoli, grande innovatore della Medicina, è stato proclamato santo nel novembre del 1987, per il coraggio mostrato non solo in circostanze eccezionali, quali l’eruzione del Vesuvio o l’epidemia di colera che funestò la città di Napoli nel 1911, ma soprattutto per l’impegno quotidiano e disinteressato profuso a favore dei malati e dei poveri.

LA RINUNCIA ALL’INSEGNAMENTO

La dedizione per gli ammalati non sottrae comunque tempo allo studio e alla ricerca medica, che Moscati porta avanti attuando un concreto equilibrio fra scienza e fede cattolica. Per concentrarsi sul lavoro in ospedale e restare accanto agli infermi, ai quali è molto legato, nel 1917 rinuncia all’insegnamento e alla cattedra universitaria lasciandola all’amico professore Gaetano Quagliariello.

“I POVERI HANNO PERSO TUTTO”

È il 1922 quando consegue la Libera Docenza in Clinica Medica generale, con dispensa dalla lezione o dalla prova pratica ad unanimità di voti della commissione. Ma numerose sono le sue ricerche che trovano pubblicazione su riviste italiane e internazionali; importantissime, quelle pionieristiche sulle reazioni chimiche del glicogeno.

A soli 46 anni, dopo un improvviso malore, muore sulla poltrona di casa. E’ il 12 aprile 1927: “Oggi Napoli ha perduto un grande medico, ma i poveri hanno perso tutto”, così viene diffusa la notizia della morte di un medico destinato ad essere ricordato per l’eternità.

NESSUN CONTRASTO TRA SCIENZA E FEDE

Più di ogni altra cosa è la sua stessa personalità che lascia un’impressione profonda in coloro che lo incontrano, la sua vita limpida e coerente, tutta impregnata di fede e di carità verso Dio e verso gli uomini. Moscati è uno scienziato di prim’ordine; ma per lui non esistono contrasti tra la fede e la scienza: come ricercatore è al servizio della verità e la verità non è mai in contraddizione con se stessa né, tanto meno, con ciò che la Verità eterna ci ha rivelato.

NEI SUOI PAZIENTI C’E’ CRISTO SOFFERENTE

L’accettazione della Parola di Dio non è, d’altronde, per Moscati un semplice atto intellettuale, astratto e teorico: per lui la fede è, invece, la sorgente di tutta la sua vita, l’accettazione incondizionata, calda ed entusiasta della realtà del Dio personale e dei nostri rapporti con lui. Moscati vede nei suoi pazienti il Cristo sofferente, lo ama e lo serve in essi.

È questo slancio di amore generoso che lo spinge a prodigarsi senza sosta per chi soffre, a non attendere che i malati vadano a lui, ma a cercarli nei quartieri più poveri ed abbandonati della città, a curarli gratuitamente, anzi, a soccorrerli con i suoi propri guadagni. E tutti, ma in modo speciale coloro che vivono nella miseria, intuiscono ammirati la forza divina che anima il loro benefattore.

L’APOSTOLO DI GESU’

Così Moscati diventa l’apostolo di Gesù: senza mai predicare, annuncia, con la sua carità e con il modo in cui vive la sua professione di medico, il Divino Pastore e conduce a lui gli uomini oppressi e assetati di verità e di bontà. Mentre gli anni progrediscono, il fuoco dell’amore sembra divorare Giuseppe Moscati. L’attività esterna cresce costantemente, ma si prolungano pure le sue ore di preghiera e si interiorizzano progressivamente i suoi incontri con Gesù sacramentato (www.sangiuseppemoscati.it).

“AUTENTICITA’ EVANGELICA”

Dice di lui Paolo VI, il Papa che lo ha beatificato: «Chi è colui che viene proposto oggi all’imitazione e alla venerazione di tutti? E’ un laico, che ha fatto della sua vita una missione percorsa con autenticità evangelica… E’ un Medico, che ha fatto della professione una palestra di apostolato, una missione di carità… E’ un Professore d’università, che ha lasciato tra i suoi alunni una scia di profonda ammirazione… E’ uno Scienziato d’alta scuola, noto per i suoi contributi scientifici di livello internazionale… La sua esistenza è tutta qui…».

“ESEMPIO DA IMITARE”

Giovanni Paolo II, il Papa che lo ha canonizzato, lo ha ricordato così: «L’uomo che da oggi invocheremo come Santo della Chiesa universale, si presenta a noi come un’attuazione concreta dell’ideale del cristiano laico. Giuseppe Moscati, medico Primario ospedaliero, insigne ricercatore, docente universitario di fisiologia umana e di chimica fisiologica, visse i suoi molteplici compiti con tutto l’impegno e la serietà che l’esercizio di queste delicate professioni laicali richiede».

Da questo punto di vista, prosegue il papa polacco, il Moscati costituisce un esempio non soltanto da ammirare, ma da imitare soprattutto da parte degli operatori sanitari… Egli si pone come esempio anche per chi non condivide la sua fede» (www.antiusura.it).

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